Gestione sostenibile degli eventi: la norma UNI 20121 e il caso di EXPO

Pubblicato il 22 settembre 2015

Come identificare, valutare e gestire i possibili impatti sociali e ambientali per minimizzarli in tutte le fasi di un evento? Lo abbiamo chiesto a Emanuele Riva, Direttore di Accredia, Gloria Zavatta, Sustainability Manager di Expo Milano 2015, Monica Lavagna, docente del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano, Giovanni Dotelli, docente del Dipartimento di Chimica del Politecnico di Milano e Giulia Gregori, Responsabile Pianificazione Strategica di Novamont

Gli eventi, intesi quali “riunioni pianificate in termini di tempo e luoghi nei quali sono create esperienze e/o sono comunicati messaggi” (UNI 20121:2013) sono a volte, per loro natura, di alto profilo e transitori, con impatti sociali, economici e ambientali tanto positivi quanto negativi.
In particolare, le attività collegate a talune tipologie di eventi possono avere un impatto socio/ambientale assolutamente non trascurabile: traffico indotto, produzione di rifiuti, generazione di emissioni (di inquinanti, sonore, elettromagnetiche, vibrazionali, …) e scarichi idrici, uso di risorse naturali e materie prime, nonché consumo di energia. Diviene quindi importante identificare, valutare e gestire i suddetti aspetti ambientali per minimizzarli in tutte le fasi di vita dell’evento (dalla pianificazione, alla realizzazione, alla chiusura).
La norma UNI ISO 20121:2013 specifica i requisiti dei sistemi di gestione della sostenibilità di qualsiasi tipologia di evento o attività correlata e fornisce una guida su come conformarsi ad essi.

Abbiamo chiesto ad Emanuele Riva, Direttore di Accredia, di illustrarci il percorso che ha portato alla pubblicazione della norma UNI ISO 20121:2013.
“Ricordando i lavori preparatori di UNI, ai quali Accredia partecipa attivamente le motivazioni principali sono state di natura strategica e legate al turismo (un settore dove bisogna rendere credibile e trasparente il concetto di sostenibilità, da molti utilizzato troppo spesso facendo ‘green washing’) ed in particolare al turismo business, fieristico e congressuale, ossia quel turismo ancora a buon valore aggiunto con operatori che possono approcciare bene questi standard internazionali (ed utilissimo anche all’export del Made in Italy). I lavori preparatori – spiega Emanuele Riva i – hanno investigato anche l’ambito sportivo e dello spettacolo, che purtroppo però non hanno ancora capito l’importanza di questi standard. La normativa (intesa in senso ampio, ossia ricomprendente anche i lavori Accredia sull’argomento) vuole rispondere ad un’esigenza presente nel mercato del mondo degli eventi”.

Ma quali sono gli ambiti più sfidanti nell’applicazione di tale norma?
Secondo Riva esiste una sfida tecnica tutta italiana: il progetto è stato infatti studiato ad ampio raggio, includendo tutti i soggetti dagli organizzatori di eventi, ai gestori delle location al mondo dei servizi. La sfida più grande è quindi quella di far lavorare questi soggetti in modo sinergico, ottimizzando al contempo il processo di certificazione, facilitando ad esempio l’iter certificativo per coloro che utilizzano location e servizi già verificati, oppure in presenza di agenzie certificate in modo generale che possano certificare il singolo evento organizzato con processi più rapidi perché basati su regole già condivise. Esiste poi un’ulteriore sfida di natura culturale – conclude – Riva quella di far conoscere il concetto di sostenibilità come legato non solo all’ambiente, ma anche alla dimensione economica e sociale”.
E parlando di eventi, un ruolo di rilievo in questo periodo è sicuramente detenuto da Expo Milano 2015, manifestazione che, proprio a partire dal tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, ci proietta nella prospettiva di un futuro sostenibile del pianeta e della società. Expo in particolare ha implementato un sistema di gestione per la sostenibilità dell’evento coerente con i dettami della norma ISO 20121:2013 di cui si è appena discusso.

 

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