Entro il 2030 previsti investimenti per 150 miliardi in innovazione e sostenibilità delle utility
Enel, Snam, Terna e A2A in testa per la produzione di energia pulita e accessibile. Eni, Acea e Hera investono con continuità nella costruzione di infrastrutture sostenibili
La 10ª edizione del Flash Report FY 2020 sul settore Energy&Utilities, elaborato da Arthur D Little partendo da un’analisi dettagliata dei macro-trend dell’ultimo decennio, analizza l’evoluzione del mercato dell’energia e le nuove sfide di rinnovamento tecnologico e sostenibile.
Il report confronta le performance di un panel di società quotate su un lasso temporale di dieci anni e analizza i più recenti piani industriali delle stesse per evidenziare le direttrici di sviluppo dei prossimi dieci. Da questo confronto emergono chiaramente le ottime performance delle grandi multi-utility come il Gruppo Hera, Iren, a2a e Acea che, nonostante il contesto pandemico dell’ultimo anno e il conseguente calo di fatturato, hanno performato positivamente in termini di marginalità.
Per valutare il posizionamento dei principali operatori rispetto alle tematiche SDG e ai temi green e digital, Arthur D. Little ha sviluppato una matrice che sulla base dei piani industriali ne valuta la propensione dei singoli player analizzati.
La sensibilità su queste tematiche risulta anche dal confronto tra i vecchi e i nuovi piani (dieci anni fa e oggi) dove si evidenzia un importante incremento dell’ammontare complessivo degli investimenti (2x per le multi-utility e 1,5 x per gli operatori infrastrutturali) oltre che una maggiore allocazione di risorse dedicate all’innovazione e alle tematiche socio-ambientali.
Il 2020, oltre a confermare la resilienza delle utility, ha posto le stesse di fronte alla necessità di un cambio di direzione, soprattutto per le priorità strategiche del settore e l’approccio ai nuovi modelli di business innescati dalla pandemia e da un tema di crescente importanza come quello della Transizione Energetica. Secondo il report di Arthur D Little, infatti, il futuro del mondo dell’energia ruota intorno alle cosiddette tre D: Decarbonizzazione a favore di energie rinnovabili, Decentralizzazione proponendo nuovi modelli di business come le comunità energetiche, e Digitalizzazione attraverso le smart grid.
Al fine di adattare il sistema energetico a questi nuovi scenari, Arthur D Little stima necessari in Italia circa 150 miliardi di euro di investimenti al 2030, di cui: (i) 70 miliardi di euro destinati all’adeguamento delle reti e dei sistemi di distribuzione energetica; (ii) 55 miliardi di euro sono necessari per le generazione di nuove fonti di energia rinnovabile; (iii) circa 30 miliardi di euro, invece, serviranno al rinnovamento e potenziamento delle reti di trasmissione elettrica e di trasporto gas.
Altrettanto prioritario oggi è il tema dell’evoluzione del settore dei rifiuti, il quale dovrà necessariamente passare per il superamento del gap impiantistico particolarmente forte al sud Italia, al fine di poter raggiungere gli sfidanti obiettivi delineati nel cosiddetto “Pacchetto dell’Economia Circolare” al 2035: (i) non oltre il 10% dei rifiuti urbani conferito in discarica; (ii) effettivo tasso di riciclo al 65%, per il cui raggiungimento è necessario prima raggiungere un livello di raccolta differenziata pari almeno all’80%.
La aziende di settore cosiddette multi-utility hanno previsto nei loro piani strategici consistenti investimenti; nello specifico Arthur D Little rileva che (i) A2A prevede 3 miliardi di euro per lo sviluppo di nuovi impianti, mentre (ii) Iren prevede un investimento di 720 milioni di euro in 5 anni per mantenimento e sviluppo impianti parallelamente a (iii) Hera che intende investire 694 milioni di euro in 4 anni.
Al fine di restituire una fotografia del settore orientata al futuro, lo studio di Arthur D Little, si concentra su altri due aspetti chiave per lo sviluppo del settore Energy&Utilities oltre alla Transizione Ecologica e il Settore dei Rifiuti.
La liberalizzazione del mercato retail che da una parte provocherà un sostanziale cambiamento del contesto competitivo e dall’altra spingerà verso modelli di business non più focalizzati sulle commodity e che vedono il cliente sempre più al centro; pensiamo che dopo una prima fase iniziale in cui i margini dei diversi operatori si abbasseranno per l’aumento della competizione, nel medio-lungo periodo si assisterà a un progressivo consolidamento del mercato (che oggi conta più di 630 operatori) dove chi saprà sfruttare economie di scala e piattaforme digitali sarà avvantaggiato.
Infine, il report prende in considerazione il tema del superamento del Water Service Divide nella gestione del servizio idrico che potrà avvenire facendo leva sull’evoluzione della regolazione in ottica di efficientamento e full cost recovery, sull’integrazione di nuove tecnologie innovative nei sistemi di gestione e sul reperimento di risorse ulteriori a quelle legate alla tariffa guardando a soluzioni di Project Financing. Arthur D Little ritiene inoltre che strumenti di PPP, come promosse anche dal recente PNRR, saranno fondamentali per far evolvere il settore e per mettere a terra i 23 miliardi di investimenti necessari a superare tale gap nella gestione del servizio idrico.
Leggi il Report: Flash Report_10 anni – Maggio 2021
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