Energia verde: un mercato stimato per oltre 428 milioni di euro
Lo studio “Propensione all’acquisto e disponibilità di spesa: quanto vale oggi il mercato dell’energia verde?” condotto dalla società di consulenza internazionale Arthur D. Little in collaborazione con Gse, Gestore Servizi Elettrici, ha preso in esame il contesto relativo alla certificazione del consumo di energia elettrica, attuale e previsto, da parte di un campione di 900 rappresentanti di tre segmenti di mercato: industria (di processo, Gdo, agroalimentare), pubblica amministrazione (centrale e locale, istruzione e sanità, edifici pubblici e impianti sportivi), utenti domestici.
L’obiettivo dell’indagine è stato di fornire un’analisi del potenziale di mercato legato al consumo di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili e alla certificazione della produzione, nonché di individuare le possibili evoluzioni e dinamiche del mercato, indirizzando gli utenti nel complesso quadro di riferimento dell’energia verde.
In dettaglio, l’utenza industriale rappresenta nel bacino di analisi il 62,4% dei consumi attuali di energia verde, con un incremento potenziale di ricavo reinvestibile pari a oltre 327 milioni di euro (76,5% del totale del mercato stimato). Si tratta del segmento più interessato e disponibile a investire in energia verde. In quest’ambito la Gdo presenta il contributo massimo anche in termini di penetrazione attesa del mercato (91%), seguito dall’agroalimentare (84%) e dall’industria di processo (48%).
La pubblica amministrazione rappresenta nel bacino di analisi il 2,2% dei consumi attuali di energia verde e il 3,4% dell’incremento potenziale di ricavo reinvestibile pari a oltre 14 milioni di euro. Un consistente contributo è dato dal segmento educativo, che presenta una penetrazione attesa del mercato del 71%, superato di poco dal settore degli edifici pubblici (75%). Decisamente più bassa la percentuale di penetrazione degli impianti pubblici, che è solo del 10%.
Le interviste e i workshop effettuati sull’utenza domestica hanno evidenziato invece come questa categoria risulti particolarmente sensibile alla trasparenza sulla destinazione dei fondi raccolti, manifestando particolare interesse agli operatori in tal senso più affidabili. In quest’ambito, che rappresenta il 35,4% del bacino di analisi e il 20,1% dell’incremento potenziale di ricavo investibile, l’incremento di ricavo indirizzabile a investimenti per lo sviluppo sostenibile ammonta a più di 86 milioni di euro.
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