Economia circolare: l’anello mancante nel ciclo di vita dei prodotti

Pubblicato il 2 dicembre 2015

La Commissione europea ha adottato oggi un nuovo e ambizioso pacchetto di misure sull’economia circolare per aiutare le imprese e i consumatori europei a effettuare la transizione verso un’economia più circolare e forte, dove le risorse vengono utilizzate in modo più sostenibile.

Il pacchetto è stato elaborato dal gruppo centrale di coordinamento del progetto. Il primo Vicepresidente Frans Timmermans, responsabile per lo Sviluppo sostenibile, ha dichiarato: “Il nostro pianeta e la nostra economia non sopravviveranno se continueremo a seguire i dettami del ‘prendi, trasforma, usa e getta’. Le risorse sono preziose e vanno conservate, sfruttandone al massimo il potenziale valore economico. L’economia circolare si prefigge di ridurre i rifiuti e proteggere l’ambiente, ma presuppone anche una profonda trasformazione del modo in cui funziona la nostra intera economia. Ripensiamo il nostro modo di produrre, lavorare e acquistare: creeremo nuove opportunità e nuovi posti di lavoro. Il pacchetto odierno costituisce il quadro di riferimento generale che consentirà questa trasformazione. Propone un percorso credibile e ambizioso per una migliore gestione dei rifiuti in Europa, sostenuto da azioni che riguardano l’intero ciclo dei prodotti; contiene sia una normativa intelligente sia incentivi a livello UE che aiuteranno le imprese e i consumatori – ma anche le autorità nazionali e locali – a guidare questa trasformazione.”

Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: “Le nuove proposte inviano un segnale positivo a chi è pronto a investire nell’economia circolare. Oggi affermiamo che l’Europa è il luogo migliore per insediare attività sostenibili e rispettose dell’ambiente. Passare a un’economia più circolare vuol dire rimodellare l’economia di mercato e migliorare la nostra competitività. Se riusciremo a usare le risorse in modo più efficiente e a essere meno dipendenti da materie prime ormai scarse, potremo sviluppare un vantaggio competitivo. Il potenziale di creazione di posti di lavoro dell’economia circolare è enorme, e la domanda di prodotti e servizi migliori e più efficienti è in piena espansione. Rimuoveremo gli ostacoli che frenano l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse da parte delle imprese e potenzieremo il mercato interno delle materie prime secondarie. Vogliamo conseguire veri progressi sul campo: ci preme di realizzarli concretamente coinvolgendo non solo gli Stati membri, le regioni e i comuni, ma anche le imprese, l’industria e la società civile.”

Attraverso un maggior ricorso al riciclaggio e al riutilizzo, le azioni proposte costituiscono “l’anello mancante” nel ciclo di vita dei prodotti, a beneficio sia dell’ambiente che dell’economia. Si trarrà così il massimo valore e il massimo uso da materie prime, prodotti e rifiuti, promuovendo risparmi di energia e riducendo le emissioni di gas a effetto serra.

Le proposte della Commissione riguardano l’intero ciclo di vita: dalla produzione e il consumo fino alla gestione dei rifiuti e al mercato per le materie prime secondarie. Il pacchetto sull’economia circolare, superando i compartimenti stagni in seno alla Commissione, contribuisce a priorità politiche di ampio respiro affrontando le problematiche dei cambiamenti climatici e ambientali e stimolando la creazione di posti di lavoro, la crescita economica, gli investimenti e l’equità sociale.

Il pacchetto economia circolare invia un segnale chiaro agli operatori economici: l’UE sta utilizzando tutti gli strumenti di cui dispone per trasformare la propria economia, aprendo la strada a nuove opportunità commerciali e stimolando la competitività. Si tratta di misure a 365° per cambiare l’intero ciclo di vita del prodotto, che non si concentrano unicamente sulla fase di fine vita e sottolineano la precisa ambizione della Commissione di trasformare l’economia dell’Unione e produrre risultati concreti. Grazie ai nuovi incentivi che vengono introdotti, dovrebbero progressivamente emergere modalità innovative e più efficaci di produzione e di consumo. L’economia circolare ha le potenzialità per creare numerosi posti di lavoro in Europa, preservando nel contempo risorse preziose e sempre più scarse, riducendo l’impatto ambientale legato al loro impiego e iniettando nuovo valore nei materiali di scarto. Sono state stabilite anche misure settoriali e norme di qualità per le materie prime secondarie. Le azioni chiave adottate oggi o da realizzare nel corso del mandato dell’attuale Commissione includono:

finanziamenti per oltre 650 milioni di euro provenienti da Horizon 2020 e per 5,5 miliardi di euro dai fondi strutturali;

– azioni per ridurre i rifiuti alimentari, compresa una metodologia comune di misurazione, una migliore indicazione della data di consumo e strumenti per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile globale di ridurre della metà i rifiuti alimentari entro il 2030;

– lo sviluppo di norme di qualità per le materie prime secondarie al fine di aumentare la fiducia degli operatori nel mercato unico;

– misure nell’ambito del piano di lavoro 2015-2017 sulla progettazione ecocompatibile per promuovere la riparabilità, longevità e riciclabilità dei prodotti, oltre che l’efficienza energetica;

– la revisione del regolamento sui concimi, per agevolare il riconoscimento dei concimi organici e di quelli ricavati dai rifiuti nel mercato unico e sostenere il ruolo dei bionutrienti;

– una strategia per le materie plastiche nell’economia circolare, che affronta questioni legate a riciclabilità, biodegradabilità, presenza di sostanze pericolose nelle materie plastiche e, nell’ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile, l’obiettivo di ridurre in modo significativo i rifiuti marini;

– una serie di azioni in materia di riutilizzo delle acque, tra cui una proposta legislativa sulle prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque reflue.

La comunicazione adottata oggi comprende un calendario preciso per le azioni proposte e un piano per un quadro di monitoraggio semplice ed efficace per l’economia circolare.



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