Ecologia alimentare: il miele
Il miele rappresenta, oltre che un dolce e gradevole alimento, un brillante esempio di denominazioni contorte e confuse.
Tanto per cominciare esso è una soluzione zuccherina che le api “fabbricano” rielaborando il nettare dei fiori o le parti zuccherine di molte piante. Le api vanno a depositare il miele nelle speciali celle (favi) che compongono l’alveare e da qui i produttori ricuperano la soluzione zuccherina facendola sgocciolare (si tratta di un liquido viscoso) o con altri artifizi; in qualche caso dei frammenti di favo finiscono nel miele e devono poi essere separati.
Il miele è costituito per circa il 30-35 % di glucosio, per circa il 38-42 % da fruttosio e può contenere anche piccole quantità di saccarosio (lo zucchero ordinario, che si ottiene industrialmente, in Europa, dalla barbabietola, ma che è diffuso anche in molte altre piante). Esso contiene, oltre a piccole quantità di acidi, circa il 20-25 % di acqua.
Un indicatore importante della qualità del miele è il contenuto di idrossimetilfurfurale (HMF). Se la concentrazione di questa sostanza è bassa, da zero a 5 milligrammi per kilogrammo di prodotto, il miele è genuino e non ha subito trattamento di riscaldamento. I mieli scaldati o pastorizzati per aumentarne la conservabilità hanno un contenuto di HMF che può arrivare a 40 mg/kg.
Le denominazioni sono stabilite dalla legge n.753 del 1982 la quale recepisce (dopo appena otto anni!) una direttiva della Comunità europea che ha lo scopo di uniformare le denominazioni di tutto il miele commerciato nei Paesi membri.
Ai fini commerciali si distinguono due principali tipi di miele: (a) il miele di nettare e (b) il miele di melata, quest’ultimo ottenuto dalle secrezioni di parti vive di piante. Ciascuno di questi due tipi si distingue in cinque sottospecie: miele in favo – venduto in favi interi, miele con pezzi di favo, miele scolato, miele centrifugato e miele torchiato.
La composizione merceologica varia ulteriormente per ciascuno dei tipi e sottotipi indicati, e a seconda che si tratti di miele di brughiera (Colluma), di miele di trifoglio, di corbezzolo, di acacia, di lavanda, di agrumi, eccetera.
Questo elenco di nomi sta ad indicare che i vari tipi che il consumatore trova nel negozio possono avere composizione e prezzi molto diversi. L’acquirente, però, fa fatica a capirci qualcosa perché sulle etichette del miele venduto al dettaglio figurano soltanto pochi nomi.
Il consumatore può trovare l’indicazione “miele”, in generale, da solo o con aggiunta del nome botanico o del nome della Regione o del territorio in cui è stato ottenuto. Se il prodotto è italiano deve essere indicata l’origine nazionale.
“Miele vergine integrale” è il nome del miele di origine nazionale che non è stato scaldato o pastorizzato. Se il miele è stato scaldato o pastorizzato, pur essendo perfettamente idoneo all’alimentazione umana, non può essere venduto al consumatore finale, ma viene usato per fini industriali con le denominazioni: “miele per pasticceria” o “miele per l’industria”.
Rispetto ad una produzione italiana oscillante fra 15.000 e 20.000 tonnellate all’anno, le importazioni sono in crescita: nel 2013 17.000 tonnellate, principalmente dall’Ungheria, seguita da Cina e Argentina.
Se il miele italiano è miscelato con miele importato dai Paesi comunitari (ma quanto è il miele italiano e quanto quello di importazione, in ciascuna miscela?) deve essere venduto come “miscela di mieli di origine diversa”.
Le miscele di mieli provenienti da Paesi non comunitari devono portare la denominazione “miscela di mieli di importazione” con l’indicazione dei Paesi di origine.
Dietro questa confusione di nomi si nascondono interssi ben precisi – la guerra degli importatori di miele contro i produttori italiani, la guerra fra i produttori industriali e quelli artigianali – tutto a scapito del consumatore.
Contenuti correlati
-
Nestlé diventa più sostenibile con la pompa di calore Johnson Controls (Clonato da Automazione Plus)
Nestlé riduce il consumo energetico e le emissioni di CO2 presso il suo stabilimento di produzione di latte artificiale a Biessenhofen, in Germania, grazie all’implementazione di un’innovativa pompa di calore Sabroe di Johnson Controls. La soluzione tecnologicamente...
-
Officine Rigamonti porta in fiera, a MCE 2024, la sostenibilità
Officine Rigamonti, da oltre 70 anni azienda leader nello sviluppo e produzione di riduttori di pressione e prodotti per il riscaldamento, sarà presente alla prossima edizione di MCE – Mostra Convegno Expocomfort che si tiene dal 12...
-
Trattamento dell’aria by Sintra nell’arena sportiva innovativa e sostenibile di Lione
Per la realizzazione della nuova LDLC Arena inaugurata a fine novembre a Lione, la più grande arena sportiva indoor di Francia fuori da Parigi, una delle più avanzate dal punto di vista tecnologico e ambientale, la regione...
-
Sfruttare il calore per produrre energia con Alfa Laval
Essere efficienti, evitare lo spreco di elettricità e di risorse, impegnarsi per una transizione energetica sostenibile: sono concetti che negli ultimi anni sono stati ripetuti come un mantra. Ma cosa si sta facendo per renderli reali? Alfa...
-
Due nuove pompe di calore efficienti e sostenibili di Johnson Controls
Johnson Controls ha ampliato il suo portfolio York con il lancio di due pompe di calore industriali di nuova generazione, YMAE e YCPB, progettate per consolidare l’offerta nel settore del riscaldamento in un momento in cui, in...
-
Efficienza energetica, a Baxi la certificazione ISO 50001
Ridurre il consumo dell’energia, aumentare l’efficienza energetica e rendere il business profittevole sono 3 obiettivi fondamentali che ogni azienda moderna si deve porre per continuare ad essere competitiva in un mercato altamente sfidante. Testimoniare l’impegno costante per...
-
Decarbonizzazione: imparare ad essere sostenibili già nei consumi domestici
di Matteo Birindelli, Country Manager di Qundis in Italia Riscaldamento globale, climate change, qualità dell’aria. Si tratta solo di alcune delle tante emergenze a livello ambientale a cui è necessario porre rimedio. D’altronde, come è stato ribadito...
-
Phoenix Contact in collaborazione con 3Bee dà vita alla sua Oasi della Biodiversità
Lo scorso 17 novembre, Phoenix Contact ha dato vita alla sua Oasi della Biodiversità insieme a 3Bee, la climate tech company esperta nella tutela della biodiversità tramite la tecnologia. I primi alberi nettariferi sono stati messi a dimora in...
-
Energie rinnovabili ed efficienza energetica nel parco-demo di Phoenix Contact
Lungo la strada di accesso a Phoenix Contact presso il sito di Blomberg è stata creata una nuova area di ingresso su una superficie di circa 7.600 m². Il fulcro è un parco liberamente accessibile che rende...
-
Contatori di calore e refrigerazione Qundis con tecnologia radio integrata
Qundis introduce i contatori compatti con tecnologia radio integrata Q heat 5.5 R e quelli ad ultrasuoni con tecnologia radio integrata Q heat 5.5 US R. Per una vasta gamma di situazioni di assemblaggio e scenari applicativi,...