Conferenza internazionale sul clima

Pubblicato il 27 maggio 2009

Che aria tira in montagna? Non molto buona, a quanto pare. In montagna come in città, sono state rilevate le stesse quantità d’inquinanti. Sul tema montagna, si confronteranno ricercatori provenienti da tutto il mondo.

“Si tratta di un progetto di valenza scientifica straordinaria – ha affermato il Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca Maria Stella Gelmini alla conferenza stampa di presentazione dell’evento al quale ha partecipato anche il sindaco di Milano Letizia Moratti, che ha sottolineato come “le tematiche affrontate da questo convegno sono in piena sintonia con i temi che saranno trattati dall’Expo 2015”.

Nell’ambito del progetto, le stazioni “O. Vittori” a Monte Cimone e il Nepal Climate Observatory – Pyramid, sorvegliano dall’alto la pianura padana e il versante meridionale della catena himalayana in prossimità dell’Everest, con l’obiettivo di osservare e studiare quanto l’aria di montagna sia influenzata da fenomeni di trasporto di inquinanti che possono poi influenzare notevolmente il clima e l’ambiente.

“Dalle osservazioni effettuate – spiega Paolo Bonasoni, responsabile del Progetto Share – si sono sorprendentemente riscontrate elevate concentrazioni di Black Carbon e altri inquinanti che possono favorire un riscaldamento dell’atmosfera analogamente a quello prodotto dai gas serra, giocando, tra l’altro, un ruolo importante anche nello scioglimento dei ghiacciai. La presenza di questi inquinanti – prosegue Bonasoni – è aggravata dal fatto che non solo l’uomo contribuisce direttamente a questi fenomeni. Infatti, come abbiamo appurato in Himalaya durante la missione appena conclusa ad oltre 5.000 m di quota, sono state registrate presso il NCO-P elevatissime concentrazioni di aerosol carbonioso, ozono e altri inquinanti, frutto di centinaia di incendi che hanno devastato il Nepal nel periodo di fine Aprile 2009”.

“È indispensabile provvedere alla riduzione delle emissioni – ha detto Gaetano Leone, vice
direttore Unep Europa – e ad attivare azioni mirate per preservare questi ecosistemi da cui dipendono le risorse idriche di 4 miliardi di persone. Per riuscirci sono indispensabili il coordinamento fra i governi e il supporto della ricerca scientifica, perché il mercato non è sempre lungimirante”.

“Il Comitato EvK2Cnr è attualmente impegnato – annuncia Agostino Da Polenza, presidente del Comitato EVK2Cnr – nello studio di fattibilità per l’installazione di una nuova stazione in Pakistan nell’ambito del progetto ABC-UNEP nell’area del Karakorum e di una stazione sulle Alpi lombarde a Nord della pianura padana, nel Parco Nazionale dello Stelvio. Queste due stazioni, complementari rispettivamente al Nepal Climate Observatory – Pyramid e alla stazione CNR “O. Vittori” a Monte Cimone, permetteranno di meglio quantificare l’impatto climatico del trasporto di inquinanti dalle pianure verso le alte montagne e la libera troposfera”.



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