DALL’IMEM-CNR
IL FOTOVOLTAICO
LOW COST
ATTUALITÀ
10
n.8 novembre 2012
Le tecnologie per i sistemi di produzione su scala industriale
nel settore solare-fotovoltaico sono al centro di importanti in-
teressi economici nei paesi a maggior consumo di energia. In
quest’ambito, il lavoro dell’Istituto dei materiali per l’elettronica ed il magneti-
smo del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Parma (Imem-Cnr) rappresen-
ta un sostanziale passo avanti verso la produzione a basso costo di moduli
fotovoltaici innovativi, a base di film sottili di diseleniuro di rame, indio e gallio.
Il lavoro è stato pubblicato su
Applied Physics Letters
.
Questo materiale policristallino, noto con l’acronimo di Cigs, è ideale per ap-
plicazioni fotovoltaiche soprattutto perché assorbe la luce in modo molto effi-
ciente”, spiega Massimo Mazzer dell’Imem-CNR. “È però complesso da sin-
tetizzare sotto forma di film sottile mantenendo le necessarie caratteristiche di
composizione chimica e di struttura cristallina. Finora per la deposizione dei
film si è ricorsi a processi di sintesi complessi, che richiedono numerosi pas-
saggi in condizioni anche molto diverse di temperatura e pressione: la produ-
zione su scala industriale di moduli fotovoltaici a base di Cigs non è pertanto
decollata a causa degli alti costi”. Il gruppo di ricerca ha sviluppato invece un
processo che consente di depositare film sottili di Cigs, con un unico passag-
gio a temperature di circa 270 °C, molto più basse dell’attuale limite inferiore
di circa 400 °C dichiarato da altri centri di ricerca e industriali in tutto il mondo.
Questo importante risultato è stato ottenuto grazie ad una tecnica che utilizza
delle scariche elettriche controllate per vaporizzare istantaneamente il Cigs
dalla superficie di un lingotto e trasferirlo sul substrato della cella solare. “Nei
laboratori dell’Imem siamo riusciti a controllare le proprietà termodinamiche di
queste nuvole di atomi generate dagli impulsi elettronici fino a ottimizzare la
formazione e la crescita del film sottile” spiega il coordinatore della ricerca. In
termini di efficienza il 15% ottenuto col nuovo processo è in linea con i migliori
risultati raggiunti finora su scala industriale “ma ci aspettiamo di riuscire a
colmare ulteriormente il gap con l’attuale record mondiale del 20,3% ottenuto
in laboratorio dai ricercatori dello Zsw di Stoccarda”, conclude Mazzer. Uno
dei principali vantaggi che derivano dall’abbattimento delle temperature è la
possibilità di produrre celle solari a film sottile di Cigs su un’ampia gamma di
substrati, tra cui nastri metallici o materiali plastici flessibili, realizzando per
esempio prodotti fotovoltaici da integrare nell’edilizia, dove si consumano i
due terzi circa di tutta l’energia elet-
trica distribuita dalla rete. La
ricerca ha avuto il supporto
del ministero dello Sviluppo
Economico nell’ambito del
programma Industria 2015.
CAPRARI PRONTA
PER IL FUTURO
Il Regolamento dell’Unione Europea 547/2012 specifico
per le pompe per acqua prevede per alcuni tipi di pompe
un indice minimo di efficienza (MEI = minimum efficiency
index), parametro diverso e da non confondersi con il rendimento
del prodotto.
L’applicazione della direttiva permetterà la vendita dei soli prodotti
che hanno: MEI maggiore o uguale a 0,10 dal gennaio 2013; MEI
maggiore o uguale a 0,40 dal gennaio 2015. Lo stesso Regolamento
definisce come “migliore tecnologia disponibile sul mercato” quelle
pompe che hanno MEI maggiore o uguale a 0,70 ÷ 0,80.
Il regolamento definisce un metodo analitico per ricavare/verificare
il MEI di una pompa. Tutti i prodotti Caprari interessati sono già
conformi al Regolamento UE: “ErP Ready”.
Molti prodotti Caprari rientrano poi tra quelli che il Regolamento
definisce come “riferimento per la migliore tecnologia disponibile sul
mercato” avendo MEI 0,70 ÷ 0,80. Caprari li definisce “Best in Class”.
Inoltre Caprari, in linea con le direttive europee (ErP, in particolare),
già da alcuni anni ha messo in gamma e promuove motori ad alto
rendimento.
Abiti, case, giocattoli: la plastica si trova praticamente
ovunque. In Europa, la produzione totale ha raggiunto
i 57 milioni di tonnellate, mentre i rifiuti post-consumo
sono oltre 24 milioni di tonnellate. Di questi, 10,4 milioni di
tonnellate sono stati smaltiti e 14,3 milioni di tonnellate sono stati
recuperati. Il progetto Bioclean, che ha ufficialmente preso il via
all’inizio di ottobre, selezionerà nuovi e robusti microrganismi
in grado di degradare diversi tipi di polimeri sintetici (polietileni,
polistirolo, polieteri e polivinilcloruro e/o poliesteri) a partire
da plastiche di scarto ottenute da discariche e da siti marini e
terrestri. Coordinato da Fabio Fava, professore di Biotecnologia
Industriale ed ambientale presso il Dipartimento di Ingegneria
Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di
Bologna, il progetto riunisce 19 partner di 9 paesi europei e vede
anche la partecipazione della cinese Nanjing University.
Bioclean, finanziato dall’Unione Europea (Programma FP7
cooperation) con 3 milioni di euro, coinvolge anche 7 piccole-
medie imprese, di cui una bolognese, e l’associazione europea
delle industrie dei polimeri (PlasticsEurope) che avrà il compito
di promuovere ed implementare i risultati ottenuti in Europa.
Per selezionare i microrganismi mangia-plastica più efficienti si
attingerà da plastiche provenenti da discariche e dal fondo del
mare ma anche da collezioni dedicate.
Bioclean: funghi
e batteri mangia-plastica
A cura di Antonella Rampichini