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n.7 settembre 2012
passati dai 14 ai 12 moduli, riducendo di conseguenza l’area oc-
cupata dall’impianto e con essa l’impatto visivo. Altre soluzioni,
su base organica o polimerica, sono ancora premature per le
applicazioni commerciali e si dovrà attendere fino al 2020 per
vederne un reale dispiegamento sul mercato.
Per Canadian Solar la rivoluzione sta nel considerare l’impianto
fotovoltaico non più come un’aggiunta alla normale copertura
del tetto, ma come la copertura stessa. In quest’ottica l’azienda
propone una linea di moduli Bipv che hanno molteplici caratte-
ristiche: sono realizzati in sostituzione di strutture architettoni-
che, hanno caratteristiche simili di impermeabilità, di resistenza
meccanica, di trasmittanza termica, permettono il risparmio del
costo di realizzazione e conferiscono agli impianti fotovoltaici un
aspetto architettonico molto accattivante. Idonei anche per cen-
tri storici o in aree di particolare pregio paesaggistico.
Contraria alle altre e molto più netta la posizione di Centrosolar
Italia. “Le soluzioni oggi esistenti hanno ancora un costo proibiti-
vo - afferma
Angelo Bussi
- e il fotovoltaico non si sposa bene
con palazzi storici o beni architettonici che non devono essere
alterati esteticamente”.
Il futuro delle tecnologie fotovoltaiche sembra prospettare una
sempre più stretta integrazione con la componente edilizia,
non solo per impianti sulle coperture ma anche per impianti
nelle superfici verticali, nelle tamponature, nelle strutture di
ombreggiamento: a che punto sono le tecnologie in questo
campo e quali le iniziative per promuoverle presso gli architetti
e i progettisti?
Le tecnologie già ci sono, l’importante è la collaborazione nella
fase iniziale tra gli esperti di fotovoltaico, come Solarcentury, e
gli architetti che seguono il progetto edile. Ad esempio ci sono
casi di successo già realizzati, quali Derby, Mancat, Graylingwell
Park, la copertura del ponte di Blackfriars sul Tamigi, il progetto
Eden, per non parlare della collaborazione con scuole e altre
istituzioni pubbliche che da tempo investono nel fotovoltaico
realizzando edifici totalmente autonomi per ciò che riguarda
l’energia. Tuttavia, mentre nel mondo anglosassone gli studi di
architettura sono molto grandi, con almeno due/trecento pro-
fessionisti, in Italia le dimensioni minori rendono più difficile la
promozione delle tecnologie. La cosa che funziona di più è la
realizzazione di un caso pilota da presentare presso studi e ar-
chitetti. Il problema di questo tipo di promozione è che i piloti che si
riescono a realizzare sono piccoli in quanto spesso devono essere
a fondo perduto per le aziende partner.
Per Suntech molto dipende dal punto di vista con cui si considera il
valore aggiunto di un’integrazione fotovoltaica su facciata o su altri
elementi architettonici. Per sua natura la luce incidente sulle faccia-
te degli edifici è fortemente inferiore rispetto a quella sul tetto, con
un ritorno economico dell’investimento fotovoltaico su facciata che
è quindi nettamente inferiore.
Perciò, se l’idea è di arricchire la casa con elementi fotovoltaici
che portino un valore aggiunto anche in termini estetici pur con un
ritorno economico molto più contenuto, va bene; però ad oggi, con
le attuali tecnologie, non si può parlare di vera convenienza ener-
getica/economica in questo tipo di operazioni.
Silfab crede nell’integrazione architettonica ed è per questo che
durante l’edizione 2012 di Solarexpo ha presentato ben 4 soluzioni
che vanno a integrare il fotovoltaico nell’involucro dell’edificio, sia
esso un tetto, una copertura metallica, una facciata o un frangisole:
- 4roof, soluzione fotovoltaica integrata e innovativa che risponde
ai requisiti del Quarto Conto Energia; Silux, il modulo semitraspa-
rente perfetto per essere installato in facciata; vetro fotovoltaico,
soluzione che combina l’esigenza di un vetro di sicurezza ad alta
resistenza alla produzione di energia elettrica; Silclack, il modulo in
vetro semiflessibile e superleggero, per coperture curve.
Secondo Canadian Solar la chiave è investire in Ricerca e Svilup-
po affinché vengano realizzati prodotti in grado di rispondere alle
esigenze del comparto edilizio per facilitare l’implementazione di
progetti di nuovi edifici o per la ristrutturazione in termini di eco
sostenibilità di precedenti costruzioni. “In questo senso – spiega
Shawn Qu
- la nostra azienda si sta concentrando sul migliora-
mento dell’assorbimento della luce da parte delle celle così da assi-
curare una maggiore produzione di energia rispetto ai moduli stan-
dard. La linea di moduli dotati di questa innovativa tecnologia, Elps,
garantisce un’efficienza per celle monocristalline (P-Type) fino al
21,1%. Inoltre, Canadian Solar è impegnata per offrire prodotti più
idonei in termini di peso, spessore e resistenza. Per quanto riguar-
da la promozione, invece, stiamo attuando un intenso piano di co-
municazione verso questi target e stiamo programmando la nostra
presenza all’interno di quei contesti, come eventi, fiere e manife-
stazioni, dedicati a progettisti e architetti per presentare e illustrare
dal vivo le caratteristiche dei moduli Canadian Solar per l’edilizia”.
Centrosolar è molto attento all’integrazione edilizia verticale: già of-
fre due soluzioni per l’integrazione del fotovoltaico con i sistemi S-
Class Integration Deluxe e il nuovo S-Class Vision. Centrosolar ha