Pagina 22 - Energie & Ambiente n. 7

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n.7 settembre 2012
locale si impegna a fissare e a raggiungere
attraverso azioni del proprio territorio obiettivi
- di efficienza energetica, di riduzione dei
gas serra e di promozione delle energie da
fonti rinnovabili - più ambiziosi degli obiettivi
adottati dagli stati membri per il livello
nazionale. Il percorso per il raggiungimento
degli obiettivi locali di sostenibilità energetica
prevede l’impegno da parte del Comune a
redigere alcuni strumenti di analisi, stima
e monitoraggio delle emissioni a livello
territoriale. Entro un anno dalla firma, i
comuni devono compilare un inventario dei
consumi energetici locali e delle emissioni
di gas serra (Baseline Emissions Inventory,
BEI), e sviluppare un Piano d’Azione per
l’Energia Sostenibile (Paes) che definisca
- di concerto con gli attori del territorio - le
misure, le azioni e i progetti che il comune
intende realizzare per rispettare gli obiettivi
scelti. La Commissione Europea, con la
collaborazione del Joint Research Centre,
procede in seguito all’analisi e approvazione
dei piani secondo alcuni criteri di valutazione.
Ad oggi sono quasi 4.000 gli enti locali che
hanno aderito al Patto, distribuiti in tutta
Europa e corrispondenti a una popolazione
di poco più di 162 milioni di persone (1).
Recentemente l’iniziativa si è diffusa anche
fuori dall’Europa, con l’ingresso nel network
di città dell’Argentina, Nuova Zelanda,
Marocco, Turchia e alcuni stati dell’ex-URSS.
L’iniziativa si è diffusa rapidamente, come
emerge dal numero di adesioni avvenute nel
2009, quintuplicato rispetto all’anno di avvio
dell’iniziativa e mantenutosi stabile anche
nel 2010 e 2011. La distribuzione geografica
delle adesioni vede una partecipazione
elevatissima di comuni italiani e spagnoli,
che insieme rappresentano il 76% del totale
dei comuni firmatari. La maggior parte
dei comuni aderenti (quasi il 90%) ha una
popolazione inferiore ai 50.000 abitanti. Per
quanto riguarda i progressi fatti in termini di
pianificazione e monitoraggio, circa il 34% dei
comuni aderenti ha inviato alla Commissione
Europea il proprio Piano d’Azione per
l’Energia Sostenibile e poco più di 200 piani
sono già stati esaminati e approvati. I Paes
approvati fissano in media una riduzione delle
emissioni di CO
2
del 25% al 2020; in alcuni
casi l’obiettivo di riduzione è stato fissato al
60%-70%. Il Patto dei Sindaci fornisce alcune
raccomandazioni per la redazione dei Paes e
dei BEI, ma al tempo stesso garantisce una
certa flessibilità ai comuni partecipanti per
quanto riguarda la scelta degli approcci da
adottare per la stima delle emissioni e per la
scelta di eventuali strumenti di valutazione
(per esempio linee guida, software ecc.)
(3). Dal momento che la scelta di sviluppare
strategie locali di riduzione delle emissioni è
nata come iniziativa prettamente volontaria
da parte degli enti locali, col tempo si sono
diffuse diverse metodologie, molte delle quali
in uso anche da parte di città europee, che
possono presentare differenze sostanziali. È
possibile distinguere tra approcci “top-down”,
che ricavano le emissioni locali a partire da
stime regionali o nazionali tramite un processo
di “downscaling” del dato, e approcci “bottom-
up” che stimano le emissioni a partire da dati
locali di attività e fattori di emissione. Come
è intuibile, gli approcci bottom-up sono più
rappresentativi del contesto locale e forniscono
una base conoscitiva particolarmente adatta
a sviluppare strategie e misure di riduzione
delle emissioni. Gli approcci in uso attualmente
da parte delle città sono nella maggior parte
dei casi di tipo bottom-up. I principali punti di
divergenza tra gli approcci in uso riguardano
i gas serra considerati, i settori inclusi
nell’inventario, la scelta di includere o meno le
emissioni indirette nell’inventario e le tipologie
di emissioni indirette incluse.
L’analisi dello Iefe sui dati Paes e BEI
Nell’ambito della propria attività di ricerca sulle
politiche urbane di riduzione delle emissioni,
lo Iefe – Università Bocconi – ha analizzato
i dati stimati da una ventina di città europee
all’interno dei propri BEI e Paes ai fini degli
adempimenti previsti dal Patto dei Sindaci. Il
campione è composto da città europee che
hanno preso parte alla raccolta di dati avviata
dall’Eurostat per la compilazione dello Urban
Audit, indagine pluriennale sulla qualità della
vita nelle città europee (2). Il Grafico 1 mostra
Grafico 1 - Emissioni annuali da trasporto pro capite, suddivise in trasporto
pubblico e privato (tCO
2
/ab anno)
Grafico 2 - Emissioni annuali da trasporto pro capite, suddivise in trasporto pubblico
e privato (tCO
2
/ab anno)
ARIA
RASSEGNA
(3) Le emissioni del settore edifici sono state normalizzate utilizzando il numero di “Heating Degree Days” (gradi giorno di riscaldamento, GG)
dello stesso anno di riferimento delle emissioni, relativo all’area geografica in cui è localizzata la città (fonte dati sugli HDD: Eurostat). I gradi
giorno di riscaldamento esprimono il fabbisogno termico invernale dovuto alle condizioni climatiche locali, che condizionano la domanda di
energia per riscaldamento, e sono definiti come la somma delle differenze tra la temperatura di riferimento dell’ambiente interno in un edificio
(per Eurostat: 18°C) e delle temperature medie esterne (sopra una certa soglia: per Eurostat 15°C) per un dato periodo di tempo: in questo caso
un anno solare.