17
n.7 settembre 2012
DI GAS
CITTÀ
Le città sono il fulcro della vita sociale ed
economica contemporanea. In un mondo
sempre più globalizzato e connesso
dalle tecnologie dell’informazione, le
città costituiscono i nodi e luoghi fisici
in cui si concentra la maggior parte della
popolazione mondiale e delle attività
economiche. Per la prima volta nella storia
vi sono più abitanti nelle aree urbane che in
quelle rurali e, secondo stime delle Nazioni
Unite, la maggior parte della crescita
demografica attesa nei prossimi 30 anni
avrà luogo nelle città (1).
Per l’elevata concentrazione di persone,
attività, edifici e infrastrutture, le città sono
direttamente e indirettamente responsabili
di importanti consumi energetici e, di
conseguenza, anche dell’emissione di
gas a effetto serra. Secondo l’UN-Habitat
(2), le aree urbane, incluse le piccole città
e insediamenti urbani di varia natura,
contribuirebbero per il 40%-70% alle
emissioni antropogeniche globali di
gas serra. Dal momento che non esiste
un’unica metodologia standardizzata per
la stima delle emissioni urbane, il dato
è piuttosto incerto e può variare sia a
seconda della metodologia che della stessa
definizione di città adottata.
Sin dagli anni ’90 molti amministratori
locali, in Europa e non solo, hanno intuito
la potenzialità degli enti locali di incidere
sui consumi energetici e sulle emissioni
prodotte a causa delle attività urbane.
Anche se sussistono differenze tra
ordinamenti amministrativi che dipendono
dallo specifico contesto nazionale,
generalmente gli enti locali hanno
competenze in diversi settori – mobilità,
pianificazione territoriale e urbanistica,
gestione dei servizi pubblici locali – che
influenzano direttamente e indirettamente
i consumi energetici sia negli edifici che
nei trasporti, i due settori chiave per le
emissioni di gas serra a livello urbano.
Un ente locale che decida di farsi
promotore di una politica energetica
sostenibile e attuare una strategia di
riduzione delle emissioni sul proprio
territorio può ricoprire diversi “ruoli”:
regolatore, incorporando criteri di
efficienza energetica e di riduzione di gas
serra nei propri strumenti pianificatori
e regolatori (es. piano regolatore, piano
della mobilità, regolamento edilizio, piano
di gestione dei rifiuti ecc.); fornitore,
gestendo o offrendo servizi caratterizzati
dall’impiego di tecnologie “low-carbon”
oppure orientando le strategie e gli
investimenti delle aziende municipalizzate
in tal senso; sensibilizzatore,
attuando campagne di informazione e
sensibilizzazione dei cittadini e degli attori
del territorio, coinvolgendoli nello sviluppo
e nell’attuazione di piani locali per l’energia
sostenibile; e infine un ruolo di esempio
per la comunità e di “attore” di misure per
il clima, agendo in senso low carbon sul
patrimonio di proprietà o gestione pubblica
(es. tramite la riqualificazione energetica
degli edifici pubblici; rinnovando o
sostituendo la flotta di veicoli comunali con
mezzi a basse o zero emissioni).
Il Patto dei Sindaci
Riconoscendo questi ruoli e il rilevante
potenziale degli enti locali in termini di
attuazione di misure e di comportamenti
virtuosi da un punto di vista energetico,
la Commissione Europea ha avviato nel
2008 il “Patto dei Sindaci”, un’ampia
iniziativa di promozione di strategie
energetiche sostenibili alla scala locale
e di definizione di obiettivi locali di
sostenibilità energetica. Ferme restando
le specificità che caratterizzano le
singole città, vi sono diverse misure per
promuovere l’efficienza energetica ed
evitare la produzione di gas serra nei
settori urbani “chiave”, che possiedono
un elevato potenziale di replicabilità. La
Commissione Europea, e non solo, ritiene
che gli amministratori locali possano
trarre benefici dall’esistenza e dalle
attività di un movimento transnazionale di
enti locali, che crei momenti di confronto
e condivisione di esperienze e buone
pratiche, a fronte di obiettivi comuni
di contrasto ai cambiamenti climatici.
Firmando il Patto dei Sindaci, l’ente
CITTÀ EUROPEE
(1) Le elaborazioni si basano su dati riportati nel sito del Patto dei Sindaci, aggiornati al 22 maggio 2012.
(2) Lo “Urban Audit” è un processo di raccolta dati curato dall’Eurostat, finalizzato a sviluppare una base conoscitiva comparativa sulle
aree urbane europee. La raccolta dati viene effettuata su diverse dimensioni relative alla qualità alla vita: aspetti demografici, sociali,
economici, partecipazione, educazione, ambiente, trasporti, società dell’informazione, cultura. Per maggiori informazioni:
ec.europa.eu/portal/page/portal/region_cities/city_urban/urban_audit_data_collections
.