Pagina 23 - Energie & Ambiente n. 7

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n.7 settembre 2012
per le città incluse nell’analisi le emissioni
pro-capite dovute ai trasporti, limitatamente al
trasporto su strada (privato passeggeri, privato
merci, trasporto pubblico). I valori del campione
mostrano differenze significative: la produzione
di CO
2
delle città a basse emissioni (Orebro,
Svezia, 0,63 tCO
2
pro capite) sono pari a
un quarto rispetto alle città ad alte emissioni
(Francoforte, Germania, 2,44 tCO
2
pro capite).
Il trasporto pubblico contribuisce per una parte
piuttosto ridotta alle emissioni totali da trasporto
su strada nelle città considerate. Le emissioni
dovute al trasporto pubblico pesano infatti in
media l’8% del totale, anche se il contributo
può variare tra città in maniera decisamente
significativa (da poco più dello 0,1% di
Birmingham al 24% della stessa Orebro).
Per quanto riguarda le emissioni relative agli
edifici residenziali e terziari, corrispondenti
ai consumi di combustibili ed elettricità
dovuti principalmente al riscaldamento,
raffrescamento, utilizzo di apparecchiature
elettriche ed elettroniche (Grafico 2), le
emissioni pro capite variano da un minimo di
circa 0,52 (ktCO
2
/grado giorno) di Barcellona a
circa 2,24 (ktCO
2
/grado giorno) di Dublino (3). Il
contributo del settore residenziale e del settore
terziario al totale delle emissioni del settore
edifici è piuttosto simile, a conferma dello
spiccato carattere orientato ai servizi delle città
rappresentate nel campione.
Nell’analisi effettuata sui dati riportati dai BEI
e dai Paes sono emerse alcune differenze
di metodo e di reporting che possono
incidere sulla comparabilità dei valori e sulla
comprensione del dato da parte del pubblico.
Le principali differenze riguardano: (i) la
scelta dei settori inclusi nell’inventario (per
esempio tipologie di edifici o di veicoli di cui
vengono considerati i consumi energetici);
(ii) l’aggregazione dei sotto-settori all’interno
delle diverse componenti dell’inventario (per
esempio, tipicamente, le emissioni del trasporto
pubblico sono riportate in alcuni casi insieme
alle emissioni del trasporto privato passeggeri
e in altri al trasporto privato merci; nel settore
edifici, le emissioni del patrimonio pubblico a
volte sono riportate separatamente, a volte
insieme agli edifici terziari); (iii) la scelta
di includere per alcuni settori le emissioni
cosidette “upstream”, dovute alla lavorazione
dei combustibili utilizzati; (iv) la correzione
climatica apportata in alcuni inventari alle
emissioni dovute al riscaldamento degli edifici;
la correzione consente di svolgere confronti
tra consumi energetici eliminando la variabilità
dovuta a diverse condizioni di temperatura
e altro, ma influisce sulla comparabilità del
dato rispetto a inventari nei quali la correzione
climatica non viene adottata.
Importante adottare degli indicatori
comuni di performance
Le discrepanze di metodo sono sicuramente
dovute al carattere spontaneo, volontario e
diversificato delle esperienze di pianificazione
energetica sostenibile da parte dei comuni,
che si sono sviluppate con tempi e modalità
diverse. L’inventario delle emissioni
costituisce uno strumento di supporto allo
sviluppo del Piano d’Azione per l’Energia
Sostenibile: nel redigerlo l’ente locale deve
quindi necessariamente soppesare le
risorse tecniche, finanziarie, umane e i dati
a sua disposizione; non è sempre possibile
compilare un inventario delle emissioni con
il dettaglio desiderato. In ogni caso potrebbe
essere utile, nell’ambito di un’iniziativa
ampia e partecipata come quella del Patto
dei Sindaci, se su alcuni dati, essenziali
e rilevanti per l’ente e per la comunità, si
definissero pratiche comuni maggiormente
standardizzate. La Commissione Europea sta
già andando in questa direzione, definendo
indicatori comuni di performance in vista
dell’ingresso di molti comuni firmatari nella
fase di monitoraggio dei Paes. È prevista infatti
per il 2013 la pubblicazione di linee guida
per il monitoraggio dei Paes che forniranno
indicazioni pratiche sugli indicatori da utilizzare
e il loro aggiornamento, in un’ottica di sempre
maggiore confronto e sprone a “far meglio”
tra i comuni aderenti al Patto rispetto ai propri
obiettivi di sostenibilità energetica.
BIBLIOGRAFIA
[1] UN-Habitat, “State of the World’s
Cities 2010/11 – Bridging the urban
divide”, 2010.
[2] UN-Habitat, “Global report on
human settlements 2011. Cities and
climate change”, United Nations Human
Settlement Programme, 2011.
[3] P. Bertoldi et al., “Existing
Methodologies and Tools for the
Development and Implementation
of Sustainable Energy Action Plans
(Seap)”, JRC Scientific and Technical
Reports series, 2010.