Pagina 15 - Energie & Ambiente n. 7

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n.7 settembre 2012
Le città europee detengono un ruolo guida nella gestione del
cambiamento climatico, inclusa la definizione degli obiettivi di emissione.
È
È quanto emerge dal report diffuso da Carbon Disclosure Project (CDP) e
da Accenture.
“Seven Climate Change Lessons from the Cities of Europe”, questo il titolo del report
nel quale 22 città europee e governi locali hanno trasmesso a CPD informazioni su
emissioni, strategie, rischi e opportunità riguardanti il cambiamento climatico. Di
queste, l’86% ha fissato un target di riduzione delle emissioni a livello dell’intera
area cittadina, contro una media mondiale che si attesta al 70%. Due terzi delle
città europee citate nel report hanno coinvolto i propri fornitori nella gestione del
cambiamento climatico, contro il 47% di tutti i raggruppamenti regionali di città che
hanno comunicato i dati a CDP nel 2012. Oltre ad aver definito un obiettivo per le
emissioni, il report identifica e prende in esame sei aree chiave in cui le città europee
stanno utilizzando best practice per gestire il cambiamento climatico.
- Misurazione annuale delle emissioni: il 50% sostiene di misurare ogni anno le
emissioni in tutta la città. Le città europee si stanno muovendo verso la misurazione
e il reporting delle emissioni, prendendo spunto dalle best practice annuali adottate
dalle grandi aziende di tutto il
mondo.
- Riduzione delle emissioni dei
gas a effetto serra: uno degli
obiettivi chiave dell’azione delle
città contro il cambiamento
climatico consiste nel
dimostrare la riduzione delle
emissioni anno su anno a
livello dell’intera città. Londra e
Copenhagen si segnalano per la
riduzione dei gas a effetto serra
rispetto all’ultimo report CDP.
- Completamento delle
valutazioni dei rischi: la valutazione dei rischi associati al cambiamento climatico
è diventata comune in Europa. Diciassette città (77%) hanno completato o sono in
procinto di completare queste procedure per comprendere in che modo il fenomeno
influenzerà le giurisdizioni locali. Da queste iniziative emerge che 18 città europee
su 22 stanno affrontando rischi significativi derivanti dal cambiamento climatico e il
54% di loro classifica questi rischi come gravi o molto gravi. Inoltre, come ha rilevato
il Global Cities Report CDP nel mese di giugno, 16 delle 22 città europee dichiarano
di dover affrontare rischi correlati a precipitazioni frequenti o intense e la stessa
proporzione riferisce aumenti delle temperature o ondate di calore.
- Sviluppo di un piano di adattamento: dopo aver identificato i rischi, le città stanno
mettendo a punto piani d’azione di adattamento. Quattordici città (64%) riferiscono di
avere un piano di questo tipo e altre due di essere in fase di sviluppo.
- Modello sostenibile per favorire la competitività: le città europee mostrano una
crescente conoscenza dell’opportunità economica rappresentata dal cambiamento
climatico. Tredici città (59%) prevedono che il cambiamento climatico porterà allo
sviluppo di nuovi settori di business.
- Estensione della portata della città attraverso accordi volontari con il settore
privato: un piccolo numero di città leader, tra le quali Berlino e Helsinki, si avvale di
accordi volontari con le aziende locali per potenziare gli obiettivi di protezione del
clima cittadino.
Città europee in testa
nella gestione
del cambiamento climatico
Soddisfazione
per la nuova
direttiva Raee
Il 24 luglio è stata
pubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale dell’Unione
Europea la nuova direttiva 2012/19/UE
del Parlamento europeo e del Consiglio
sui Rifiuti da Apparecchiature Elettriche
ed Elettroniche.
La direttiva, che è entrata in vigore dopo
20 giorni, introduce nuove disposizioni
per il miglioramento della raccolta, del
riutilizzo e del riciclaggio dei Raee e
pone nuovi ambiziosi obiettivi per i Paesi
Membri.
Tra le novità principali:
- l’estensione del campo di applicazione
della normativa, che prevede da subito
l’introduzione dei pannelli fotovoltaici e
successivamente l’allargamento a tutte le
apparecchiature elettriche ed elettroniche
(campo di applicazione aperto);
- l’ampliamento dei target di raccolta
annui;
- il contrasto alle esportazioni illegali di
Raee dall’Unione Europea;
- il miglioramento delle prestazioni
ambientali di tutti gli operatori coinvolti
nel ciclo di vita delle apparecchiature
elettriche ed elettroniche;
- l’impulso alla progettazione e
produzione di AEE che potranno facilitare
la riparazione, l’aggiornamento, il
reimpiego e il riciclo;
- la semplificazione delle procedure di
gestione per i produttori e i soggetti della
filiera.
L’aumento dei target di raccolta di Raee
è uno dei punti di maggior rilievo: tra
quattro anni gli stati membri dovranno
raccogliere il 45% delle apparecchiature
immesse sul mercato per passare al 65%
dei tre anni precedenti.
ReMedia ha sviluppato uno studio sulle
potenzialità e prospettive del sistema
Raee alla luce della nuova Direttiva
Europea, che verrà presentato il 2 ottobre
al seminario di Symbola.