Pagina 13 - Energie & Ambiente n. 7

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incastona la sagoma di un rotolo d’acciaio e soprattutto l’utilizzo
dell’acronimo Ricrea (che sta per Consorzio Nazionale Riciclo e Re-
cupero Imballaggi Acciaio) al posto del vecchio, semplice CNA, il
Consorzio sarà più facilmente identificabile e riuscirà a evocare, fin
dal primo impatto, lo scopo ambientale della sua esistenza: ricreare
materia prima dai contenitori d’acciaio sottratti a cave e discariche
e avviati a nuova vita.
Un nuovo logo e un nuovo acronimo
Un logo e un acronimo nuovi di zecca. Addio CNA. Benvenuto
Ricrea (che sta per Consorzio Nazionale Riciclo e Recupero Im-
ballaggi Acciaio), un acronimo che mette fine ad anni di equivoci e
confusioni con sigle contenenti la stessa disposizione dei caratteri.
L’acronimo Ricrea sposa in pieno, anche nell’utilizzo delle lettere, la
mission storica del Consorzio che, raccogliendo gli imballaggi d’ac-
ciaio, fornisce alle acciaierie la possibilità di “ricreare”, appunto, ma-
teria prima. Emblematico anche il design del nuovo logo: un foglio
d’acciaio, ovvero il semilavorato da cui nasce la maggior parte degli
imballaggi d’acciaio, con due angoli arrotondati per farlo assomiglia-
re a una foglia attraversata da un cerchio aperto. La foglia rappre-
senta l’ecocompatibilità, la vicinanza, l’attenzione all’ambiente e alla
natura da parte della più nobile delle leghe metalliche. Il tratto del
cerchio aperto, oltre a indicare la “a di acciaio”, è anche la rappre-
sentazione grafica di tre concetti chiave: le forme dei laminati avvolti
in bobine, il richiamo al nostro imballaggio visto dalla prospettiva
della sua chiusura e infine la circolarità del recupero e del riciclo.
In alcune versioni del logo (e anche in quelle successive) è stato
riproposto il blu istituzionale del Consorzio per avere, anche nell’a-
spetto cromatico, un elemento di continuità rispetto al precedente
acronimo. Inoltre, le nuove versioni del logo sono state associate
a uno studio dei caratteri del naming “Ricrea” con l’utilizzo di un
lettering che è sì simile al precedente logo, ma è anche più spesso,
in modo da trasmettere il concetto di solidità che è tipico dell’acciaio,
insieme con l’autorevolezza del Consorzio e il valore dell’accoppiata
acciaio-consorzio.
Quando il riciclo indossa i panni del sociale. Ricrea ha
promosso una convenzione finalizzata al recupero e al
riciclo di barattoli, lattine, bombolette, tappi corona, fusti e
scatolette in acciaio, con la cooperativa sociale “Rebibbia
Recicla”, realtà che opera all’interno della casa circondariale
della capitale per conto del Consorzio Rolando Innocenti,
azienda specializzata nel settore della raccolta, trasporto e
recupero di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, nel
bacino Est della regione Lazio.
Grazie a uno speciale impianto di selezione e cernita
installato all’interno del penitenziario romano, i dipendenti
della cooperativa - formata da un gruppo di undici detenuti
coordinati da un tecnico esterno - si occupano di separare
manualmente gli imballaggi in acciaio, alluminio e plastica,
estraendoli dal materiale multileggero raccolto da più
Comuni della provincia di Roma e quindi trasferito nella
struttura. Tra i rifiuti trattati figurano anche quelli prodotti
direttamente nella casa circondariale: scatole, scatolette,
contenitori. Imballaggi cosiddetti a “chilometro zero”. Che
non escono, cioè, dal carcere. Ma restano lì dove sono stati
prodotti. Messi in riserva e quindi selezionati. Una volta
recuperato, l’acciaio viene assemblato, pressato e inviato in
acciaieria dove viene fuso e riconsegnato a nuova vita.
Ricrea riconosce un contributo alla cooperativa “Rebibbia
Recicla” e alla Innocenti Srl per il tipo di lavoro svolto e
il quantitativo di imballaggi raccolto. L’esperimento nel
carcere di Rebibbia prosegue con lusinghieri successi
- anche grazie alla convenzione stipulata di recente con
Ricrea - non solo in ambito ambientale, ma anche in ottica
sociale ai fini del reinserimento occupazionale dei detenuti.
Così facendo, infatti, il lavoro sbarca direttamente all’interno
di un penitenziario come quello di Rebibbia. È qui che i
lavoratori vengono assunti e possono svolgere la propria
attività percependo un regolare stipendio, ma soprattutto
acquisendo una formazione sul campo che poi possono
spendere sul mercato del lavoro una volta finito di scontare
la pena.
“I contenitori in acciaio recuperati all’interno della casa
circondariale della capitale - spiega Federico Fusari,
direttore di Ricrea - vanno, così, ad aggiungersi all’enorme
mole di imballaggi strappati alle discariche e avviati al riciclo
grazie all’azione del Consorzio”. Nel 2011, per capirci, sono
state immesse al consumo 465 mila tonnellate di imballaggi
in acciaio, un ottimo risultato che il Consorzio ha conseguito
grazie all’attività dei comuni italiani - a oggi 5.233 (il 65% del
totale) - coinvolti nella raccolta differenziata degli imballaggi
in acciaio.
QUANDO IL RISCATTO
PASSA DAL RICICLO
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n.7 settembre 2012