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n.6 maggio 2012
Diverso l’approccio scelto da UniAcque, società totalmente pub-
blica per la gestione in house del servizio idrico integrato. “La
società - spiega
Andrea Casnati
- persegue un programma
di efficientamento delle elettropompe con diverse modalità. Nel
caso di necessità di sostituzione delle pompe, viene analizzando
in primo luogo il corretto dimensionamento delle stesse in modo
da ottimizzarne il funzionamento. In alternativa, viene effettuata
una valutazione dell’efficienza globale individuando le criticità
sia sulla componente elettrica, sia su quella idraulica. Le azioni
correttive possono limitarsi a piccoli interventi (come la modifica
dell’innesto della pompa sulla tubazione di mandata), mentre in
altri casi prevedono l’installazione di strumentazioni di controllo
quali inverter, softstarter, PLC per ottimizzare il consumo ener-
getico e l’attività di manutenzione programmata delle apparec-
chiature. Da non trascurare infine le possibilità di ottimizzare le
reti attraverso l’interconnessione delle reti comunali eliminando
o limitando l’utilizzo, quando possibile, degli impianti di pompag-
gio”.
Come vi confrontate, invece, con il problema della gestione
delle perdite (Water Leakege Management)?
“La gestione delle perdite è una delle attività fondamentali del ge-
store del servizio idrico integrato - sottolinea
Daniele Bressan
di UniAcque - sia al fine di preservare la risorsa, che dal punto
di vista del risparmio energetico. “Di fondamentale importanza
sono i bilanci di portata e il conseguente controllo delle utenze
sprovviste di contatori. La gestione delle perdite viene sviluppata
con due distinte metodologie: la prima riguarda la ricerca perdite di
tipo “classico” tramite ricerche puntuali in alcuni tratti della rete e
ricerche a tappeto su tutta la rete di un determinato comune. Parti-
colare importanza riveste in tale contesto la riparazione immediata
delle perdite riscontrate durante la campagna di ricerca unitamente
a quelle segnalate dai cittadini e dalle amministrazioni. La seconda
metodologia, denominata district metering, viene attuata su comu-
ni specifici e riguarda un’analisi della rete volta alla distrettualiz-
zazione della stessa al fine di poter monitorare costantemente le
portate in ingresso e le pressioni sulla rete. Tale attività permette
di determinare i valori di portata caratteristici (in particolare i valo-
ri di portata minima notturna), individuare le aree da sottoporre a
futuri controlli, individuare con efficacia eventuali prelievi abusivi
e/o anomali sulla rete con conseguente elaborazione di un piano di
manovre sulla rete (step test) e permettere infine di condurre uno
studio sulle pressioni della rete analizzata, riducendo l’impatto delle
rotture sulle reti e sugli allacciamenti.”
“Control Techniques non affronta direttamente il problema” precisa
Paolo Norse, “ma fornisce a chi deve effettuare queste verifiche
strumenti atti a confrontare dati e trarne opportune conclusioni.
Restando sul pratico: se si misura la portata in un certo punto ri-
sultante da più pompe e se si conosce almeno la portata teorica
delle pompe modulate presenti in rete, si deve avere un flusso con-
gruente sul punto di misura. Con gli inverter Control Techniques è
possibile definire la curva pressione/portata della pompa e fornire
al controllo la portata ipotetica calcolata dalla pompa in ogni istante
(senza mettere un misuratore di portata in loco). Se ogni pompa
ha il suo inverter, la sommatoria delle singole informazioni dovrà
essere un valore molto vicino alla misura di portata reale rilevata a
valle di tutte le pompe in rete. Se così non è, abbiamo una perdita”.
“Le perdite delle reti di distribuzioni devono per prima cosa essere
monitorate per poterle individuare e quantificare” aggiunge Gian-
carlo Giacomini di Endress+Hauser. “In questa direzione abbiamo
opportuni strumenti di misura della portata clamp-on da installare
esternamente alle tubazioni anche di grossi diametri che permetto-
no di intervenire con i dovuti mezzi a risanare le situazioni”.
Risparmio energetico significa anche affrontare il problema
dell’efficienza dell’unità operativa di pretrattamento e del trat-
tamento primario.
“Sicuramente” conferma Alessandro Monti di GE Water & Process
Technologies, “l’efficienza dell’unità operativa è la chiave innovati-
va della nostra più recente tecnologia LEAPmbr per il trattamento
delle acque, con la quale siamo in grado di ridurre i consumi di aria,
ottenendo così una riduzione dei costi energetici del 30% e un mi-
glioramento del 15% della produttività del sistema di filtrazione, ri-
spetto alla tecnologia MBR precedente di GE. Frutto di quattro anni
di sviluppo, LEAPmbr si basa su un reattore biologico di membrane
a fibra ZeeWeed, ovvero fibre cave rinforzate in ultrafiltrazione ad
alte prestazioni che permettono la separazione solido-liquida. Ci
sono poi altre tecnologie che possono giovare alla causa, e mi rife-
risco ai dispositivi a osmosi inversa, applicati negli impianti di dis-
salazione dell’acqua di mare, che prevedono sistemi per il recupero
dell’energia residua”.
“Da molto tempo opero anche in questo settore e devo dire che nel
nord Europa si utilizzano inverter e misuratori di portata e livello in
ogni punto energeticamente interessante, ovvero ovunque dal sol-
levamento al chiarificatore primario” spiega Paolo Norse di Control