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n.6 maggio 2012
Monitoraggio
delle emissioni
Esistono i seguenti metodi di
monitoraggio delle emissioni:
- misure dirette in continuo
o discontinue (periodiche e
sistematiche);
- calcoli sulla base di parametri
operativi o fattori di emissione;
- metodi predittivi.
Le misure relative alle emissioni
diffuse e fuggitive normalmente
vengono basate su calcoli,
mentre per le emissioni
convogliate si possono effettuare
misure dirette in continuo o
discontinue sulla base anche
delle indicazioni riportate nel
Bref comunitario e sulla base
dei valori limite di emissione,
associati a una determinata
categoria di impianto e di
sorgente, come eventualmente
autorizzati.
Misure dirette in continuo o
discontinue
Le tecniche di monitoraggio e
controllo per le misure dirette
variano secondo le applicazioni
e possono essere suddivise
in due tipologie: continue e
discontinue.
Le tecniche di monitoraggio
continue o Cems (Continuous
Emission Monitoring System)
consistono nell’utilizzo di
strumenti di lettura continua
fissati in situ (o durante l’attività)
o nell’utilizzo di strumenti di
lettura continua fissati online (o
estrattivi). Il vantaggio principale
derivante dall’applicazione di
questa metodologia risiede nel
fatto che vengono acquisiti in
modo continuo dati puntuali.
D’altro canto la metodologia
presenta degli svantaggi, poiché
comporta costi più elevati
rispetto ai metodi discontinui.
Per quanto riguarda le misure
discontinue, queste vengono
effettuate mediante l’utilizzo
di strumenti o analizzatori
portatili installati nel luogo
della misura oppure mediante
analisi di laboratorio effettuate
su campioni prelevati da
strumenti fissi, in situ e online.
Gli analizzatori utilizzati devono
essere certificati, tarati, validati
e verificati periodicamente. Gli
strumenti per il monitoraggio
delle emissioni, oltre a
differenziarsi sulla base della
tipologia di monitoraggio
(continua o discontinua), si
differenziano anche a seconda
dell’inquinante monitorato.
Per esempio, per il particolato
atmosferico vengono utilizzate
stazioni di misura per la raccolta
e successiva determinazione
gravimetrica, mediante
campionamento su membrana
in fibra di quarzo con specifica
pompa di prelievo dotata di
sistema autoregolante di portata
volumetrica. Il sistema è dotato
di un preselettore che garantisce
l’integrità del campione raccolto
ed è in grado di separare
la frazione di particolato di
interesse (PM2.5, PM10 ecc.).
La determinazione degli ossidi
di azoto, invece, può avvenire
tramite fotometria misurando la
radiazione chemiluminescente
emessa per reazione fra
l’ossido di azoto (NO) e
l’ozono (O
3
) prodotto all’interno
dello strumento stesso. La
determinazione degli ossidi
di azoto totali (NO
x
) avviene
quindi previo passaggio dell’aria
da analizzare attraverso un
convertitore posto prima della
camera di misura che trasforma
il biossido di azoto in monossido
di azoto. Per semplice differenza
l’analizzatore calcola il tenore
di NO
2
. La misurazione del
monossido di carbonio,
invece, può avvenire tramite
misura spettrofotometrica
infrarossa del monossido. Le
interferenze vengono eliminate
mediante apposito filtro interno
di correlazione. La Tabella 1
riporta i principali inquinanti
generalmente monitorati sulla
base della tipologia di impianto,
il principio di misura e il campo di
misura a essi associati.
Calcoli sulla base di parametri
operativi e fattori di emissione
Con le tecniche di monitoraggio
indiretto che si basano sul
calcolo di parametri operativi o di
fattori di emissione, le emissioni
convogliate sono calcolate come
prodotto del volume dei fumi
emessi per la concentrazione
media dell’inquinante nel
periodo di riferimento. Nello
specifico possono essere
individuati quattro gruppi di
metodologie di tipo indiretto.
Il primo gruppo riguarda
l’utilizzo di parametri sostitutivi,
ovvero di quantità misurabili o
calcolabili che possono essere
strettamente rapportate a misure
convenzionali di inquinante.
Le emissioni di anidride
solforosa possono in alternativa,
per esempio, essere valutate
mediante metodo stechiometrico
diretto, sulla base del consumo
annuo di combustibile e del
quantitativo di zolfo contenuto
in esso. Il secondo gruppo
riguarda l’utilizzo di bilanci
di massa che possono
essere usati per la stima
delle emissioni nell’ambiente
Tabella 1 - Principali inquinanti monitorati e principio di misura ad essi associato [3]
Inquinanti
Identificazione
Principi di misura per il
monitoraggio in continuo Campo di misura
Ossigeno (O
2
)
Paramagnetico
0-10/25 %vol.
Ossido di zirconio
0-10/25 %vol.
Monossido di Carbonio (CO) Totale
Ndir
0-75 mg/m
3
Ftir
0-75 mg/m
3
Ossidi di Azoto (NOx)
Somma di NO e NO
2
espressi come NO
2
NO (Ndir)
0-200 mg/m
3
NO
2
(Ndir)
0-80 mg/m
3
NO (Ftir)
0-200 mg/m
3
NO
2
(Ftir)
0-40 mg/m
3
NO (Nduv)
0-50 mg/m
3
NO (CLA)
0-20 mg/m
3
Ossido di zolfo (SO
x
)
Somma di SO
2
e SO
2
espressi come SO
2
Ndir
0-75 mg/m
3
Ftir
0-75 mg/m
3
Nduv
0-75 mg/m
3
Polveri
Totale
Diffrazione luce
0-0,5 mg/m
3
Estinzione luce
0-20 mg/m
3
Raggi Beta
0-0,15 mg/m
3
Triboelettrico
0-15 mg/m
3
Process-Photomer
0-0,2 mg/m
3
Vapor Acqueo (H
2
O)
Totale
Ndir
0-40% vol.
Ftir
0-40% vol.
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