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n.5 marzo 2012
Il Piano sottolinea la necessità di attuare modi per ridurre il
consumo finale di energia nel settore edilizio, dal momento che
questo settore rappresenta quasi il 40% del consumo finale di
energia in Europa. A questo scopo sono stati studiati una serie
di strumenti utili a incentivare il processo di ristrutturazione di
edifici pubblici e privati e a migliorare il rendimento energetico
dei componenti e degli apparecchi in essi utilizzati. È necessa-
rio anche adeguare la formazione di professionisti quali archi-
tetti, ingegneri o tecnici. Infine, è prevista la possibilità per le
società di servizi energetici (Esco) di aiutare finanziariamente
le autorità pubbliche ad ammodernare gli edifici in modo da
renderli più efficienti sul piano energetico. Il settore dei tra-
sporti rappresenta il 32% del consumo finale di energia. La
Commissione intende sviluppare una strategia per migliorare
l’efficienza di questo settore, ad esempio con l’introduzione di
una gestione del traffico in tutti i modi di trasporto.
Efficienza energetica nell’industria
L’efficienza energetica nel settore dell’industria sarà potenzia-
ta stabilendo requisiti per le apparecchiature industriali, mi-
gliorando le informazioni fornite alle PMI e adottando misure
per l’introduzione di audit energetici e di sistemi di gestione
dell’energia. Sono inoltre proposti miglioramenti all’efficienza
della generazione di elettricità e di calore. Circa il 30% del con-
sumo di energia primaria nell’UE è assorbito dal settore ener-
getico, principalmente per trasformare l’energia in elettricità e
calore e per la relativa distribuzione. È necessario disporre di
nuova capacità di generazione e di nuove infrastrutture per so-
stituire gli impianti obsoleti e soddisfare la domanda. È impor-
tante assicurare che si tenga conto dell’efficienza energetica e
che la nuova capacità rispecchi le Migliori Tecniche Disponibili
(MTD). Il sistema per lo scambio delle quote di emissioni e la
nuova direttiva relativa alle emissioni industriali promuoveran-
no questo orientamento. La Commissione verificherà in quale
misura questi provvedimenti miglioreranno l’efficienza della
nuova produzione e, in base ai risultati, potrà introdurre una
disposizione giuridica per garantire che gli impianti esistenti
siano adeguati per raggiungere i livelli delle MTD applicabili
alla capacità esistente ai fini del rinnovo dei relativi permes-
si. Un altro compito importante della Commissione consiste-
rà nello studiare modalità di recupero efficace delle perdite di
calore derivanti dai processi di produzione dell’elettricità e di
produzione industriale, in quanto il potenziale inutilizzato di
risparmio energetico potrebbe coprire una parte significativa
delle esigenze di energia termica europee, sostituendo in mol-
ti casi l’energia importata. Per canalizzare questo potenziale,
occorre un approccio integrato e trasversale che tenga conto
delle esigenze attuali di energia termica. Un maggiore ricorso
alla cogenerazione (ad alto rendimento), proveniente anche da
impianti di trattamento dei rifiuti urbani, e al teleriscaldamento
e teleraffreddamento può contribuire notevolmente all’efficien-
za energetica. La Commissione proporrà pertanto che, ove la
domanda potenziale sia sufficiente, l’autorizzazione per nuo-
va generazione di energia termica debba essere subordinata
alla sua combinazione con sistemi che consentano l’utilizzo
del calore e che i sistemi di teleriscaldamento siano associati,
per quanto possibile, alla generazione di elettricità. Ai gestori
delle reti di distribuzione dell’elettricità verrà chiesto di fornire
accesso prioritario all’elettricità di cogenerazione e verranno
Il Piano dell’Italia
Il 27 luglio 2011 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il Piano
d’Azione per l’Efficienza Energetica (Paee) dell’Italia, un documento
previsto dalla Direttiva 2006/32/CE e presentato per la prima volta nel
2007. L’aggiornamento del 2011 ha fissato al 9,6% l’obiettivo nazio-
nale di efficienza energetica da conseguire entro il 2016 (contro il 9%
previsto dalla Direttiva) alla luce dei risultati conseguiti fino al 2010
(il target di ridurre i consumi energetici di 35.658 GWh/anno entro il
2010 è stato superato del 33,8%) e in raccordo al ruolo dell’efficienza
energetica nel raggiungimento degli obiettivi al 2020.
Il nuovo Piano pone le basi per una pianificazione strategica delle
misure, della valutazione quali-quantitativa dei loro effetti e di repor-
ting per tutti i risparmi energetici e punta in quattro direzioni princi-
pali: i risparmi energetici in edilizia, lo sviluppo del meccanismo dei
certificati bianchi, interventi tecnologici e organizzativi nel settore
dei trasporti, l’efficientamento energetico nell’industria e nei servizi.
In particolare, per quanto riguarda il settore industria si è riscontrato
un risultato negativo della misura relativa alla compressione mec-
canica del vapore e si è pertanto deciso di dare maggiore spazio,
nell’ambito del meccanismo dei Certificati Bianchi, a interventi per il
recupero termico nei processi produttivi.
Una novità di grande rilievo del Paee 2011, rispetto al Piano prece-
dente, è costituita dall’indicazione delle misure che si prevede di
attivare per soddisfare il requisito previsto dalla Direttiva 2006/32/EC
con riferimento al ruolo esemplare del Settore Pubblico.
In particolare le misure considerate, includono:
- l’istituzione di un Osservatorio che avrà come obiettivo la costru-
zione di un quadro di riferimento sullo stato di implementazione a
livello territoriale dei programmi di efficienza energetica e sulla loro
efficacia, di supporto al processo di definizione delle politiche e di
individuazione delle misure attuative, in un ottica di sistema e di
condivisione tra istituzioni e stakeholders, sia di livello pubblico,
che privato. Aver inserito la conoscenza e la rendicontazione delle
politiche locali in tema di risparmio ed efficienza energetica risponde
a criteri di completezza, e alla valorizzazione delle stesse ai fini del
raggiungimento degli obblighi che il Paese ha in ambito comunitario;
- la valorizzazione dei risultati nazionali dell’iniziativa europea “Patto
dei Sindaci”, che hanno portato all’approvazione di circa 30 Paes
(Piani D’Azione per l’Energia Sostenibile) approvati dai Comuni ita-
liani. Analizzandoli si scopre ad esempio che i margini di risparmio
energetico nell’ambito della sola illuminazione pubblica sono dell’or-
dine del 35%; del 10% quelli relativi al riscaldamento, duplicabili con
interventi specifici di efficientamento;
- la valutazione degli effetti derivanti dall’adozione nel 2008 del “Pia-
no d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore
della pubblica amministrazione (Piano d’azione nazionale sul “green
public procurement - Pan Gpp)”, approvato con Decreto interministe-
riale n. 135 del 11 aprile 2008 (GU n.107 del 8 maggio 2008). Il Piano
fornisce indicazioni operative alle stazioni appaltanti pubbliche per
l’acquisto di prodotti, servizi o lavori con impatti ambientali ridotti
lungo l’intero ciclo di vita e più efficienti sotto il profilo energetico. I
benefici ambientali saranno tanto maggiori quanto più diffusa sarà
l’integrazione dei criteri ambientali minimi nelle gare d’appalto della
pubblica amministrazione, che tuttavia dipende dalla volontà delle
singole amministrazioni essendo ancora a oggi il Gpp uno strumen-
to a carattere volontario . Si prevede che i primi dati sugli appalti
“verdi” e quindi le prime stime sui loro effetti ambientali saranno
disponibili a metà 2012.