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n.4 novembre 2011
tra costi e benefici dell’investimento, in vista di un rapido raggiungi-
mento del Return On Investment.
Settori più a rischio
I settori industriali potenzialmente interessati da questa evenienza
sono svariati, ma quelli nei quali si registra una maggiore frequenza
e un maggiore livello di pericolosità degli sversamenti sono l’indu-
stria galvanica, l’agricoltura, la zootecnia, l’industria chimica e l’in-
dustria alimentare, che producono reflui con carichi inquinanti molto
elevati, a causa del contenuto di metalli pesanti, ioni ammonio, clo-
ruri, sostanze organiche aromatiche e alifatiche, solventi, fitofarma-
ci, antiparassitari e sostanze chimiche.
La maggior parte delle contaminazioni risale ad attività industria-
li svolte alcune decine di anni fa, quando non vi era ancora una
normativa che regolamentava i limiti di scarico; quelle più recenti
hanno solitamente origini dolose. Uno dei casi più eclatanti riportati
dalla cronaca è quello di un’azienda galvanica vicentina condan-
nata dopo anni di indagini per aver inquinato i terreni e le falde ac-
quifere della zona – un territorio ad elevata permeabilità – a causa
di sversamenti protratti per decenni nel terreno di sua proprietà di
reflui contenenti cromo esavalente (uno tra gli elementi più dannosi
per l’ambiente e la salute umana) e trivalente, nichel ed altri metalli
pesanti, che hanno provocato danni ambientali stimati in decine di
milioni di euro. Il cromo esavalente, infatti, a causa del suo basso
peso molecolare e atomico, disciolto dall’acqua di processo o da
quella piovana, si infiltra nel terreno senza incontrare resistenza,
raggiungendo rapidamente le falde, mentre il cromo trivalente o il
nichel bivalente si infiltrano più lentamente, inquinando la parte so-
lida del sottosuolo.
Procedure e trattamenti di bonifica
Le procedure di bonifica di un terreno contaminato sono determina-
te dai tecnici delle ditte specializzate (e approvate dagli enti pubblici
preposti) sulla base di vari fattori, tra i quali il tipo di inquinanti, il limi-
te di concentrazione previsto dalla normativa per ciascuno di essi, il
loro livello di infiltrazione nel sottosuolo, l’estensione dell’area con-
taminata e la sua densità abitativa.
Talora la bonifica può avvenire tramite l’applicazione diretta del trat-
tamento al terreno, come nel caso, ad esempio, di terreni inquinati
da sversamenti di sostanze facilmente biodegradabili di origine ali-
mentare o chimica (alcoli, proteine, zuccheri), che vengono decon-
taminati tramite l’inserimento di sonde contenenti batteri in grado di
convertire, attraverso la digestione aerobica, gli inquinanti in anidri-
de carbonica e vapore acqueo.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, i trattamenti di bonifica non
sono applicabili direttamente al terreno, ma richiedono l’aspirazione
dei liquidi inquinanti dal terreno e il loro conseguente trattamento
oppure l’asportazione dei terreni (o delle sabbie dei fondali, nel
caso di scarico di reflui contaminati nei fiumi) e il loro lavaggio in ap-
positi impianti installati presso ditte specializzate (un processo di la-
vaggio analogo si applica anche per la bonifica delle ceneri prodotte
dagli inceneritori). In entrambi i casi è necessario un successivo
trattamento delle acque reflue. In base alla tipologia di trattamento
dei terreni effettuata, gli impianti di trattamento delle acque reflue
devono essere installati direttamente in sito o presso le ditte spe-
cializzate. Nel primo caso, una volta aspirate dai terreni, le acque
contaminate vengono stoccate in serbatoi dai quali vengono suc-
cessivamente prelevate per il trattamento; nel secondo, le acque
da trattare sono quelle uscenti dagli impianti di lavaggio dei terreni,
IN PRIMO
PIANO
L’ambiente, termometro
del mercato
Tecam, fondata nel 1989, appartiene ad un gruppo di società
operanti nel settore del trattamento dei reflui industriali e della
consulenza ambientale, che ha chiuso il 2010 con 20 milioni di
fatturato, il 50% del quale proveniente dalle esportazioni, ed è
socia di un consorzio, Viax Consorzio Export, che raggruppa
una dozzina di aziende del settore dei trattamenti superficiali. Il
presidente di Tecam, Vincenzo Longo, parla delle peculiarità del
mercato ambientale e delle strategie aziendali della società.
Quali sono le caratteristiche del mercato delle tecnologie
ambientali?
“Il settore delle tecnologie per l’ambiente è uno dei più
complessi del mercato, soprattutto per una società che come
Tecam opera in molti settori produttivi ed è fortemente orientata
ai mercati esteri. Nel settore ambientale la “drawing force” –
ovvero ciò che decide gli sviluppi tecnologici, gli investimenti,
le risorse umane necessarie – è la normativa. Requisito
indispensabile per chi vi opera è dunque la conoscenza della
legge nazionale (in Italia le norme in materia ambientale sono
contenute nel decreto legislativo 152/06, una legge molto
corposa e sottoposta a continue modifiche) e di quelle dei
paesi nei quali esporta. Oltre all’ovvia competenza tecnica,
è necessaria anche una preparazione di tipo economico per
una precisa pianificazione del ritorno sugli investimenti nella
redazione degli studi di fattibilità, vista l’incidenza dei costi di
gestione delle installazioni ambientali”.
La varietà dei settori industriali con cui Tecam è
in contatto le dà un punto di vista privilegiato sugli
andamenti del mercato. In Italia, quali sono i settori in
crisi e quali quelli in ripresa?
“I settori maggiormente in crisi sono la metalmeccanica,
la galvanica, la macellazione e la conceria. Tra quelli che
registrano un trend positivo, l’industria chimica e farmaceutica,
aerospaziale e dei circuiti stampati. Quello ambientale è il primo
settore ad avvertire la crisi, poiché gli investimenti ambientali
sono procrastinabili, e in questo senso esso costituisce un
indicatore dello stato del mercato globale. Tecam tuttavia non
ne ha risentito, grazie alla sua impostazione commerciale
aperta a più settori produttivi, a più mercati territoriali e a più
tecnologie”.
Tecam appartiene ad un gruppo di società che operano
nell’impiantistica per il trattamento delle acque reflue e
nella consulenza ambientale e fa parte di un consorzio.
Perché è importante fare rete?