Tre tecnologie aiutano i produttori contro l’aumento dei prezzi dell’energia

Pubblicato il 15 giugno 2022

L’aumento dell’inflazione e le turbolenze sociopolitiche su scala internazionale hanno portato a un improvviso aumento del prezzo dei combustibili fossili. Ciò ha causato un picco delle bollette energetiche per i produttori di tutti i settori, con gravi ripercussioni sulla loro capacità di mantenere la produzione senza ricaricare i costi aggiuntivi sui loro clienti.

Come possono i produttori affrontare gli aumenti dei prezzi? La tecnologia può offrire un aiuto?

Dall’inizio della pandemia di Covid-19, il settore manifatturiero ha mostrato una notevole capacità di affrontare gli imprevisti e adattarsi rapidamente a nuove modalità di lavoro. Ora i produttori devono affrontare un’altra sfida: un improvviso aumento dei costi energetici.

Numerosi enti commerciali hanno recentemente avvertito che questa situazione si rivelerà estremamente difficile per le aziende che operano in settori ad alta intensità energetica. Ad esempio, un portavoce della British Ceramic Confederation ha dichiarato alla BBC che alcuni membri saranno costretti a interrompere la produzione.

Fortunatamente, investire nelle tecnologie giuste può aiutare i produttori a ridurre al minimo la loro dipendenza dai prezzi volatili dei combustibili fossili, mettendo al sicuro le aziende nel lungo periodo. Ma quali sono le tecnologie che offrono il più rapido ritorno sugli investimenti (ROI)?

Microreti a basse emissioni di carbonio
Una microrete è formata da un punto di accoppiamento comune (PCC), una fonte di approvvigionamento energetico e un sistema di accumulo a cicli di carica/scarica come le batterie. Le microreti tradizionali si affidano ai combustibili fossili, ma quelle a basse emissioni di carbonio utilizzano fonti rinnovabili come pannelli solari o turbine eoliche.

Dato che il prezzo delle energie rinnovabili e delle moderne soluzioni di accumulo è in calo, le microreti a basse emissioni di carbonio possono offrire risparmi significativi riducendo al contempo l’impronta ecologica di un’azienda e quindi le tasse ambientali.

Inoltre, le microreti offrono energia affidabile in modo indipendente rispetto alla rete principale, proteggendo le aziende da interruzioni che potrebbero derivare da attacchi informatici o sconvolgimenti politici. Ciò è particolarmente utile nei settori in cui la sicurezza è fondamentale, come i data center e le basi militari.

Dai rifiuti all’energia
Trasformare gli scarti di produzione in energia utilizzabile è un ottimo esempio di economia circolare. L’energia può essere recuperata dai rifiuti utilizzando diverse tecniche per trasformare i sottoprodotti dei processi di produzione in energia, calore e persino carburante per il trasporto.

Il metodo più comune per convertire i rifiuti in energia è l’incenerimento, ma questa tecnica non è ecocompatibile. Le nuove tecnologie consentono di produrre energia dai rifiuti senza combustione diretta come la gassificazione, la pirolisi e la depolimerizzazione termica. Tuttavia, si tratta di metodi che richiedono comunque temperature elevate.

Le tecnologie non termiche, invece, sono completamente rispettose dell’ambiente. Tra queste, la digestione anaerobica è una delle più note, soprattutto negli impianti di trasformazione alimentare. Questo metodo consente di riutilizzare qualsiasi tipo di rifiuto organico decomponendolo in un serbatoio privo di ossigeno e trasformandolo in biogas e biofertilizzante.

Di conseguenza, è ideale per le aziende che producono grandi quantità di rifiuti organici come gli impianti di trasformazione alimentare, le birrerie e le distillerie. Il costo iniziale di questa tecnologia verde può essere generalmente ammortizzato in meno di cinque anni.

Recupero del calore
Secondo il CORDIS (Servizio comunitario di informazione in materia di ricerca e sviluppo) della Commissione Europea, tra il 20 e il 50% dell’energia utilizzata nei processi industriali viene semplicemente rilasciato nell’atmosfera.

Tuttavia, il calore generato dai processi industriali può essere catturato e riutilizzato, vendendo il calore in eccesso. Il processo è relativamente semplice e si basa sull’estrazione di calore residuo da gas di scarico, fluidi o aria calda, con l’aiuto di una tecnologia dedicata come gli scambiatori o le pompe di calore. Gli scambiatori di calore sono particolarmente utili e offrono eccellenti capacità di recupero energetico, aumentando la produzione di calore di una caldaia di oltre il 20% in alcuni casi.

Ciò è fondamentale in settori che operano regolarmente a temperature molto elevate come gli impianti chimici, di lavorazione dei metalli, della ceramica e del vetro. Il calore recuperato può essere utilizzato in ulteriori fasi del processo di produzione, come i forni di preriscaldamento e le fornaci, o destinato al riscaldamento degli ambienti.

Di fronte agli eventi globali che influenzano i prezzi del combustibile, i produttori potrebbero sentirsi impotenti, ma investire nelle tecnologie giuste è il primo passo per riprendere il controllo della situazione.

 

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di Neil Ballinger, direttore EMEA presso il fornitore di parti per l'automazione EU Automation



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