Ascensori e accessibilità: lo studio Anie AsccoAscensori evidenzia come ci sia ancora molto da fare
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Inclusione sociale, accessibilità e ruolo degli impianti elevatori per l’abbattimento delle barriere architettoniche al centro del convegno recentemente “Patrimonio edilizio, ascensori, accessibilità e caratteri demografici: come affrontare il futuro” promosso da Anie AssoAscensori in collaborazione con Cresme che ha presentato lo studio “Rapporto sul mercato di ascensori e piattaforme elevatrici”. L’evento è stato occasione per fare luce sullo stato del patrimonio immobiliare italiano dal punto di vista dell’accessibilità e si è posto come primo passo per riunire tutti gli attori della filiera e le istituzioni con l’obiettivo di sviluppare un piano di interventi di adeguamento degli edifici per garantire inclusività e fruibilità dell’ambiente urbano ed edilizio.
L’Italia è il secondo Paese al mondo per numero di ascensori, con circa un milione di impianti installati, ma – secondo quanto rilevato dallo studio Cresme per Anie AssoAscensori – solo nel 4,9% degli edifici residenziali è installato un impianto di sollevamento. Ascensore o piattaforma elevatrice che sia, sono infatti 617 mila gli edifici che ne sono provvisti, su uno stock immobiliare complessivo di 12,54 milioni di edifici residenziali censiti.
Il patrimonio edilizio italiano, inoltre, è complessivamente vetusto: meno del 10% di edifici sono stati costruiti negli ultimi 20 anni, mentre oltre il 70% è stato costruito prima del 1980. Se si considera che la prima legislazione sull’abbattimento delle barriere architettoniche risale al 1989 (Legge 13/89, DM236/89 ), questo fa capire il gap del costruito rispetto all’accessibilità degli edifici.
“L’Italia è uno dei Paesi al mondo con più ascensori – sottolinea il Presidente di Anie AssoAscensori Angelo Fumagalli –, moltissimi edifici pluripiano, però, ne sono tuttora privi. Eppure, sono fondamentali per garantire adeguati livelli di comfort e fruibilità degli edifici e assicurare a tutti uguali opportunità di partecipazione alla vita sociale ed economica. Calo della natalità e ampliamento della speranza di vita portano a un rapido e intenso invecchiamento della popolazione, che ha come conseguenza un altrettanto significativo aumento del numero di persone con problemi di mobilità. Per queste persone, vivere in un edificio senza elevatore, significa vedere limitata, se non compromessa, la propria autonomia e la propria qualità della vita. Diventa quindi essenziale un piano di adeguamento degli edifici e degli impianti esistenti, e un programma di nuova installazione di ascensori negli edifici che ne siano privi, per rendere le nostre città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili. Tale piano non può prescindere da una politica di sostegno di lungo periodo alle fasce di popolazione più fragili”.
Essenziali per il raggiungimento di tali obiettivi una cultura della progettazione, formazione, informazione e più facile accesso a bonus e agevolazioni fiscali, anche per gli interventi di abbattimento parziale delle barriere architettoniche.
In Italia, rileva lo studio Cresme – AssoAscensori, la tipologia degli edifici è principalmente orientata verso stabili mono o bi-familiari in cui la presenza di ascensori è molto ridotta e statisticamente meno tracciabile, mentre gli edifici a più piani, spesso con più corpi scala, sono spesso dotati di più di un ascensore. Lo stock edilizio al 2022 vede 12,54 mln di edifici residenziali, 470 mila quelli terziari non residenziali; per un totale di 13,01 mln.
Il 75% degli edifici residenziali – 9,4 milioni – è costituito da edifici con 1-2 unità abitative, con un numero di impianti relativamente modesto. Altri 2,5 mln (20%) ha da 3 a 8 unità abitative, con una crescente presenza di impianti anche legata all’evoluzione delle normative di accessibilità. Limitata, ma comunque consistente la quota di edifici con più di 9 unità abitative, 600 mila (5%).
Dai dati Cresme per AssoAscensori, incrociati con i risultati delle indagini Istat sulla disabilità in Italia, è stato possibile estrapolare una stima del numero di persone che, già oggi, si trova in una potenziale situazione di disagio a causa dell’assenza di impianti elevatori a servizio del proprio alloggio. L’Istat rileva le condizioni di salute delle persone che vivono in famiglia e i motivi che eventualmente impediscono o limitano le attività quotidiane dei membri del nucleo familiare. Annualmente, vengono intervistate circa 10 mila famiglie pari a circa 24 mila individui. Dall’analisi risulta che in Italia esistono 4,25 milioni di edifici con tre o più piani fuori terra; di questi, solo 537 mila sono dotati di ascensore; i rimanenti 3,7 milioni ne sono privi. In questi edifici senza ascensore si stima abitino quasi 11,3 milioni di famiglie pari a quasi 25,9 milioni di persone. Le persone che vivono in abitazioni dal secondo piano in su sono circa 20,7 milioni e di queste oltre 3,1 milioni (15,2%) hanno difficoltà motorie di cui oltre 1,7 milioni di persone (8,4%) hanno difficoltà motorie gravi.
Angelo Fumagalli, Presidente Anie AssoAscensori, a conclusione dell’evento ha sottolineato l’importanza sociale degli investimenti nell’abbattimento delle barriere architettoniche e, sottolineando il primato dell’ascensore come “mezzo di trasporto più sicuro”, ha ribadito l’impegno dell’Associazione nel mantenere alta l’attenzione su questo tema attraverso un costante e proficuo dialogo con le istituzioni.
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