Amministrazioni regionali e spesa ambientale

Pubblicato il 26 gennaio 2015

L’Istat presenta i dati relativi alla spesa ambientale delle amministrazioni regionali per l’anno 2012 e la nuova serie 2010-2011 coerente con i risultati della revisione completa dei conti nazionali programmata in occasione dell’introduzione del nuovo Sistema europeo dei conti SEC2010.

La spesa ambientale erogata complessivamente dalle amministrazioni regionali italiane nel 2012 ammonta a 3.825 milioni di euro, pari a 64,2 euro per abitante, con un’incidenza sul Pil dello 0,23%.

Nel 2012, 2.491 milioni di euro, sono destinati ad interventi di “protezione dell’ambiente” finalizzati a salvaguardare l’ambiente da fenomeni di inquinamento (emissioni atmosferiche, inquinamento del suolo ecc.) e degrado (perdita di biodiversità, erosione del suolo ecc.). Gli altri 1.334 milioni di euro sono destinati ad interventi di “uso e gestione delle risorse naturali” per la salvaguardia dell’ambiente da fenomeni di esaurimento dello stock di risorse naturali (foreste, risorse energetiche, risorse idriche ecc.).

Le amministrazioni regionali del Nord-ovest e del Nord-est destinano la quota maggiore delle proprie spese ambientali alla tutela della biodiversità e del paesaggio. Il 21% della spesa ambientale delle amministrazioni regionali del Centro è destinata ad interventi di protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie. Nel Mezzogiorno il 41% del totale della spesa ambientale si ripartisce pressoché in ugual misura tra interventi di protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie e interventi di gestione delle risorse idriche.

Più della metà della spesa ambientale delle amministrazioni regionali è destinata a finanziare interventi di tutela ambientale realizzati da altri operatori (amministrazioni pubbliche, imprese, famiglie e istituzioni sociali private); i trasferimenti rappresentano il 60% del totale nel 2010 e nel 2011 e il 55% nel 2012.

In termini pro capite la spesa ambientale delle amministrazioni regionali ammonta a 64,2 euro per abitante nel 2012, a fronte di 69,7 euro per abitante nel 2011 e di 74,1 euro nel 2010. Valori inferiori alla media nazionale si registrano per le amministrazioni regionali del Nord-ovest, Nord-est e Centro, mentre le amministrazioni regionali del Mezzogiorno presentano una spesa molto più elevata. Al risultato di questa ripartizione territoriale continuano a contribuire le spese realizzate a valere su fondi strutturali, nonché quelle connesse ad accordi di programma quadro in materia di servizi e infrastrutture ambientali. Nel 2012 tale componente rappresenta circa il 30% della spesa in conto capitale destinata al potenziamento e all’aumento dell’efficienza delle opere infrastrutturali di gestione delle risorse idriche, delle acque reflue nonché di difesa del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie.

I dati per ripartizione geografica della spesa erogata dalle amministrazioni regionali indicano un più forte calo rispetto al 2011 nel Nord-ovest rispetto al Centro e al Nord-est, a fronte di un lieve aumento della spesa nel Mezzogiorno. Nel confronto con il livello del 2010, la spesa ambientale segna una diminuzione molto marcata nel Nord-ovest, Centro e Nord-est e un calo contenuto anche nell’insieme delle amministrazioni regionali del Mezzogiorno.

A livello di singola amministrazione regionale, a fronte di una generale riduzione della spesa ambientale, solo Umbria e Campania fanno registrare nel 2012 una spesa in aumento sia rispetto al 2011. L’incremento è determinato quasi esclusivamente dalla componente in conto capitale, comprensiva di investimenti e trasferimenti per il finanziamento di analoghe spese realizzate da altri operatori economici (altri enti pubblici, istituzioni sociali private senza scopo di lucro ecc.). La maggiore spesa erogata dall’Umbria è destinata prevalentemente al finanziamento di interventi di efficienza energetica e di produzione di energia da fonti rinnovabili, nonché di gestione delle risorse idriche. L’incremento di spesa della Campania è determinato dagli investimenti realizzati per manutenzione e tenuta in efficienza di acquedotti e di impianti per depurazione.

Incrementi contenuti della spesa ambientale si registrano tra il 2011 e il 2012 per le amministrazioni regionali delle Marche, Basilicata e Calabria, mentre per la Sardegna il livello del 2012 risulta superiore a quello del 2010.

Attività e interventi finalizzati a salvaguardare l’ambiente da fenomeni di inquinamento (emissioni atmosferiche, scarichi idrici, rifiuti, inquinamento del suol, ecc.) e di degrado (perdita di biodiversità, erosione del suolo, salinizzazione ecc.) assorbono la quota prevalente della spesa ambientale erogata nel triennio 2010-2012. In particolare, nel 2012 alla “protezione dell’ambiente” sono destinati il 71,2% della spesa corrente e il 59,5% della spesa in conto capitale per un totale di 2.491 milioni di euro (pari al 65% del totale della spesa ambientale). Ad interventi di “uso e gestione delle risorse naturali” sono destinati 1.334 milioni di euro (35% del totale), volti a tutelare l’ambiente da fenomeni di esaurimento dello stock delle risorse naturali (foreste, risorse energetiche, risorse idriche ecc.).

I settori ambientali nei quali si registrano le spese più elevate sono quelli della protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e di superficie, dell’uso e gestione delle risorse idriche, della protezione della biodiversità e del paesaggio e della gestione delle acque reflue. Questi quattro settori coprono i due terzi della spesa complessiva.

Le amministrazioni regionali del Nord-ovest e del Nord-est riservano la quota maggiore della spesa ambientale a interventi per la protezione della biodiversità e del paesaggio. La quota più elevata si registra nella provincia autonoma di Trento, seguono Piemonte, Liguria e Lombardia. Una quota rilevante della spesa delle amministrazioni regionali del Nord-est è destinata alla protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e di superficie. In particolare tale componente risulta prevalente per Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e provincia autonoma di Bolzano.

Alcune specificità nella destinazione della spesa per settore ambientale emergono a livello di singola amministrazione regionale. La Valle d’Aosta destina nel 2012 una quota pari al 18,3% della propria spesa ambientale alla gestione delle risorse forestali, principalmente per interventi di incremento e conservazione del patrimonio forestale e di prevenzione e lotta agli incendi boschivi. L’amministrazione regionale della Lombardia e la provincia autonoma di Bolzano destinano rispettivamente il 17,6% e il 17,3% della spesa ambientale ad interventi di gestione delle risorse energetiche, con trasferimenti per il finanziamento di iniziative per la riduzione dei consumi energetici, il miglioramento dell’efficienza energetica e la produzione da fonti rinnovabili.

Nel Centro una parte significativa della spesa ambientale è destinata a interventi di protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie. La quota relativa a tale componente è particolarmente elevata in Toscana, dove è destinata soprattutto a trasferimenti per interventi di messa in sicurezza di bacini idrografici e tutela della costa da fenomeni di erosione. Le amministrazioni regionali di Lazio, Marche ed Umbria spendono, per interventi in tale settore, il 19,7%, 18,4% e 14,1% della rispettiva spesa ambientale. Nel Lazio sono gli interventi legati al ciclo di gestione dei rifiuti a far registrare la quota di spesa più elevata nel 2012; quasi la metà consiste in finanziamenti di misure di intervento per l’incentivazione e la promozione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani. In Umbria sono le spese per la gestione delle risorse idriche, quali investimenti nel settore dell’approvvigionamento idrico e trasferimenti per interventi nel settore dell’irrigazione, a risultare prevalenti.

Nel Mezzogiorno il 41,4% del totale della spesa ambientale si ripartisce quasi in uguale misura tra interventi di protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie e interventi di gestione delle risorse idriche. La Calabria presenta la quota di spesa più elevata per interventi di risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie. La quota di spesa destinata a tale settore ambientale, seppure molto inferiore, risulta significativa anche in Abruzzo, Puglia e Sardegna. Per il settore della gestione delle risorse idriche è la Basilicata a registrare l’incidenza di spesa più alta, seguita dalla Puglia. Si tratta prevalentemente di trasferimenti per interventi volti al potenziamento del sistema di approvvigionamento e distribuzione idrica e all’uso sostenibile delle risorse idriche.

In Campania, nel 2012, prevalgono le spese per la gestione delle acque reflue, destinate soprattutto alla gestione e manutenzione – ordinaria e straordinaria – di impianti di depurazione regionali; a tale settore è altresì destinata la quota prevalente della spesa ambientale del Molise. Abruzzo e Sicilia spendono di più nel settore della protezione della biodiversità e del paesaggio. Non molto differente è la quota destinata dall’amministrazione regionale della Sicilia alla tutela delle risorse forestali, mentre l’incidenza più elevata per tale settore si registra, nel 2012, in Calabria.

Nell’ultimo biennio, quasi tutti i settori ambientali sono interessati da una contrazione della spesa ambientale. Più della metà della spesa ambientale delle amministrazioni regionali è destinata a finanziare interventi di tutela ambientale realizzati da altri operatori (amministrazioni pubbliche, imprese, famiglie e istituzioni sociali private).

Nel triennio in esame sono le amministrazioni pubbliche i principali destinatari dei trasferimenti operati dalle amministrazioni regionali, con una incidenza superiore all’80%. Considerando i soli trasferimenti correnti si raggiunge una quota pari o superiore al 90%.

Nel 2012 i trasferimenti coprono gran parte della spesa in quasi tutti i settori ambientali. Le quote più elevate si registrano nei settori della ricerca e sviluppo per l’uso e la gestione delle risorse naturali.

 

Istat: http://www.istat.it



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