Agricoltura: impatto del cambiamento climatico e produzione alimentare

Pubblicato il 29 aprile 2014

“I Paesi devono passare a sistemi alimentari più sostenibili, intensificando l’azione per mitigare e adattarsi agli effetti del cambiamento climatico”, ha affermato il Direttore Generale della Fao, José Graziano da Silva, intervenendo al settimo Forum dell’Agricoltura in Marocco. “Tutti i nostri interventi devono tenere in considerazione il cambiamento climatico”, ha sottolineato. “E bisogna farlo adesso, non possiamo permetterci di aspettare. Il cambiamento climatico potrebbe far riconfigurare l’intero scenario della produzione alimentare del pianeta”, ha detto Graziano da Silva, aggiungendo che esso ha reintrodotto “un elemento d’incertezza”, dopo decenni in cui la fame era causata più da una mancanza di accesso ai mezzi produttivi o alla possibilità di acquistare cibo, che da forniture insufficienti a livello globale.

“Le popolazioni più povere sono particolarmente vulnerabili”, ha proseguito. “Non solo hanno meno mezzi per reagire, ma tendono anche a vivere in zone di produzione già marginali”, dove l’impatto del cambiamento climatico nella produzione agricola si sente in misura ancora maggiore.

Il Direttore Generale ha fatto riferimento alle recenti conclusioni del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, che segnalava queste preoccupazioni e chiedeva un intervento urgente. Graziano da Silva ha parlato anche di agricoltura familiare come strumento per lo sviluppo rurale e per la stabilità, ricordando che le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2014 l’Anno Internazionale dell’agricoltura familiare.

Tra i partecipanti all’evento ad alto livello Alpha Condé, Presidente della Repubblica di Guinea; Ibrahim Keita, Presidente del Mali; Aziz Akhannouch, Ministro dell’Agricoltura e della Pesca del Marocco; e ministri che si occupano di agricoltura da una dozzina di altri Paesi.

Nel suo intervento Graziano da Silva ha sottolineato che il cambiamento climatico è una sfida che sia le grandi aziende a conduzione familiare modernizzate sia quelle su piccola scala dovranno affrontare. Il cambiamento climatico è una questione che coinvolge una vasta gamma di priorità dello sviluppo: porre fine alla fame, promuovere una produzione sostenibile, ridurre la povertà rurale, migliorare i mercati alimentari e costruire la resilienza. Ha poi fatto notare che i circa 500 milioni di aziende a conduzione familiare rappresentano quasi l’80% di tutte le aziende agricole del mondo, ma molte di esse sono anche le famiglie più vulnerabili del mondo. Le famiglie dedite ad agricoltura rappresentano circa il 70% delle popolazioni che soffrono la fame nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo.

“Fornendo un adeguato sostegno alla gestione di agricoltura in ambito familiare possiamo lottare contro l’insicurezza alimentare raggiungendo un gruppo di per sé vulnerabile, e aumentando la produzione alimentare dove ve n’è più bisogno”, ha affermato il Direttore Generale della Fao che ha aggiunto che collegando il sostegno alla produzione a misure di protezione sociale si riuscirebbe ad avviare uno sviluppo locale sostenibile e inclusivo.

Graziano da Silva ha espresso il suo apprezzamento al governo del Marocco per il Plan Maroc Vert, Piano per un Marocco verde, per lo sviluppo agricolo del Paese che ha riconosciuto le esigenze sia dei piccoli agricoltori sia delle grandi aziende a conduzione familiare. Ha inoltre lodato il Marocco per aver ridotto la denutrizione della sua popolazione a meno del 5%, in linea con il primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio di ridurre la fame e la povertà entro il 2015.

“Non possiamo sottovalutare l’importanza che agricoltura e produzione su piccola scala hanno nella creazione di posti di lavoro e nel generare reddito”, ha detto il Direttore Generale. Questo è fondamentale in Africa, dove metà della popolazione è sotto i 25 anni.

Il Direttore Generale e i ministri marocchini di Agricoltura,  Pesca marittima ed Economia e Finanze hanno firmato un accordo per sostenere progetti di sicurezza alimentare in altri Paesi africani attraverso il programma Fao di Cooperazione Sud-Sud (Ssc). L’innovativo accordo è il primo nell’ambito dell’iniziativa Ssc della Fao che unisce in questo modo fondi governativi e del settore privato.

 

Fao: http://www.fao.org



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