Italia: l’impegno e i primi risultati dopo l’Accordo di Parigi
A Sud e il CDCA – Centro di documentazione sui conflitti ambientali hanno presentato il dossier “L’Italia vista da Parigi – Impegni internazionali e politiche nazionali per la lotta ai cambianti climatici”. Il dossier è l’occasione per fare il punto sulle ultime evidenze scientifiche, sul futuro dell’Accordo e sull’adeguatezza delle politiche messe in campo dall’Italia rispetto agli impegni assunti in sede internazionale.
Secondo Marica di Pierri, presidente del CDCA e curatrice del Rapporto: “L’Italia ha ratificato l’Accordo soltanto lo scorso 27 ottobre, in ritardo rispetto ai principali Paesi europei e questo incomprensibile ritardo non permetterà al nostro governo di avere diritto di voto durante la Prima Conferenza delle parti firmatarie dell’Accordo di Parigi (CMA1) che si svolgerà a Marrakech dal 15 al 18 novembre, ma solo di partecipare come osservatore. Il dossier presentato in Conferenza Stampa alla Camera dei Deputati analizza alcuni dei principali provvedimenti del governo in materia, tra cui il decreto Sblocca Italia, il decreto Spalma Incentivi, il decreto Inceneritori e spiega perché le politiche infrastrutturali, energetiche e di gestione dei rifiuti varate da Renzi sono in assoluta contraddizione con gli impegni di riduzione (pari per l’Italia a -33% delle emissioni nazionali entro il 2030) assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi“.
Tosca Ballerini, ricercatrice del CDCA, dichiara: “La rivoluzione energetica in corso non basterà a contrastare la febbre del Pianeta, sono necessari interventi più decisi da parte dei governi. Lo dice la stessa Banca Mondiale.”
Tra i rappresentanti delle realtà sociali, Francesca Rocchi della Coalizione Clima, rete di associazioni impegnate sulle questioni climatiche che sarà presente a Marrakech e di cui anche A Sud è parte, afferma: “La COP22 si celebra nel continente caratterizzato dal maggior grado di ingiustizia climatica: è il continente che meno ha contribuito ai cambiamenti climatici in termini di emissioni ma quello che più conseguenze paga in termini ambientali, sociali ed economici. L’Italia sarà a Marrakech con una folta delegazione che seguirà i lavori del vertice Onu, consapevole dell’importanza della pressione della società civile per l’implementazione corretta dei contenuti dell’Accordo.”
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