ELEMENTI – Platino, viale del Sesto Periodo, 78

Pubblicato il 17 ottobre 2011

Quando ho cominciato a studiare chimica si raccontava la leggenda che i bidelli, si chiamavano così allora, in modo affettuoso anche se politicamente poco corretto, si erano portati a casa i crogioli di platino del laboratorio, quelli che agli studenti era permesso di usare solo un paio di volte all’anno, per sottrarli al pericolo di furto da parte dei tedeschi. Dopo la Liberazione i crogioli sono tornati tutti al loro posto ma per noi studenti hanno continuato a rappresentare il simbolo di qualcosa di costosissimo.

Il platino, simbolo Pt, peso atomico 195, è un metallo di colore bianco argenteo, ad alta massa volumica; un centimetro cubo pesa 21,4 grammi, mentre la massa volumica dell’oro è 19,3 grammi per centimetro cubo. Il platino si trova allo stato nativo in granuli e noduli (pepite), estremamente malleabili e duttili, in rocce eruttive e nei depositi alluvionali da esse derivati. I più importanti depositi sono quelli russi degli Urali, quelli del Sudafrica, quelli degli Urali e quelli di altri paesi africani; i giacimenti canadesi e dell’Alaska sono stati abbandonati. Il platino si ricava anche come sottoprodotto dalla raffinazione di altri metalli (nichelio, rame, oro), generalmente associato agli altri metalli della sua famiglia: rutenio, rodio, palladio, osmio e iridio.

Il platino è largamente usato per contatti elettrici, in odontoiatria e in gioielleria, ma soprattutto come catalizzatore di ossidazione, allo stato finemente suddiviso e poroso (spugna di platino), usato nell’industria chimica e petrolifera. Il platino ha avuto in questi anni notevole popolarità perché è il catalizzatore impiegato nelle marmitte catalitiche applicate ai tubi di scappamento degli autoveicoli; tali dispositivi consentono di ossidare l’ossido di carbonio (CO), il gas velenoso contenuto nei gas di combustione dei motori a scoppio, ad anidride carbonica (CO2), non nociva.

La comprensione del meccanismo di questa ossidazione ha fruttato il premio Nobel per la chimica 2007 a Gerhard Ertl. Il catalizzatore di platino può però essere “avvelenato”, reso meno efficace, se nei gas di combustione sono presenti particelle carboniose e tracce di metalli, come il piombo. La diffusione delle marmitte catalitiche ha contribuito all’eliminazione del piombo tetraetile dalle benzine, fonte per molti decenni da immissione nell’atmosfera di composti di piombo velenosi.

La produzione mondiale di platino da miniera si aggira intorno a 180-190 tonnellate all’anno. Il principale produttore è il Sud Africa seguito dalla Russia e dallo Zimbabwe. Il prezzo del platino ci circa 36 euro al grammo in questa metà del 2011, è molto sensibile alle turbolenze del mercato. Nei periodi di espansione economica raggiunge un valore anche doppio di quello dell’oro; in periodi di crisi, come l’attuale, il suo prezzo scende al di sotto di quello dell’oro. Questa situazione spinge ad aumentare il recupero del platino dai rottami che lo contengono anche in piccola concentrazione.

di Giorgio Nebbia



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