Second Life: il valore delle stoviglie monouso in plastica
Valutate in uno scenario che, in conformità alle direttive UE, ne escluda il conferimento in discarica, le stoviglie monouso in plastica risultano essere al secondo posto nel ranking che le classifica per impatto ambientale e capacità di riciclo
Second Life – La doppia vita delle stoviglie monouso in plastica – è il titolo del convegno presentato a Milano, promosso da Pro.mo, il Gruppo Produttori Stoviglie Monouso in Plastica di Unionplast, per coinvolgere i principali interlocutori del settore a confrontarsi sul tema della vita e soprattutto del fine-vita di piatti e bicchieri realizzati in diversi materiali.
Il focus del convegno Second Life è la presentazione dei risultati della ricerca condotta dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento. La ricerca analizza l’impatto ambientale di stoviglie realizzate con diverse materie prime, tra cui plastica, (ovvero un dato medio tra due materie prime, polistirolo e polipropilene), polpa di cellulosa e polilattide, e stoviglie tradizionali riutilizzabili, in porcellana o vetro. Lo studio è basato sull’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment), ovvero il metodo di valutazione dei carichi energetici e ambientali potenziali associati a un prodotto nel suo intero ciclo di vita, metodologia regolamentata dalle norme ISO della serie 14040.
Fra gli scenari che la ricerca ha preso in considerazione, di interesse i risultati scaturiti dallo scenario definito Best o Zero Landfill, coerente con le raccomandazioni UE, che prevede per le stoviglie in plastica il 50% di termovalorizzazione e il 50% di riciclo meccanico; per le stoviglie monouso compostabili in PLA e polpa di cellulosa il 50% di termovalorizzazione e il 50% di compostaggio; e infine il 100% discariche per le stoviglie riutilizzabili, che ad oggi non possono contare su alcuna forma praticabile e utile di recupero.
In breve, lo studio dell’Università di Trento sfata alcuni luoghi comuni sulla maggiore ecososteniblità di prodotti compostabili e/o biodegradabili e dimostra che l’impatto ambientale delle stoviglie ‘tradizionali’ riutilizzabili non è così distante da quello delle stoviglie monouso in plastica.
Spiega Flavio Deflorian del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento: “I risultati dello studio comparato, condotto dalla nostra Università, sul ciclo di vita delle stoviglie per usi alimentari rivelano che molti luoghi comuni non trovano riscontro scientifico, soprattutto per quei prodotti comunemente ritenuti a basso impatto ambientale.”
A corredo dell’analisi scientifica dell’Università di Trento, l’intervento di Corepla, supportato dai dati registrati dopo la data del 1 maggio 2012, che ha sancito l’estensione della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica anche a piatti e bicchieri monouso. “Da quasi un anno le stoviglie monouso in plastica possono finalmente essere conferite nella normale raccolta differenziata degli imballaggi in plastica. Si tratta – ha detto Gianluca Bertazzoli, Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne del Consorzio Corepla – di un’esperienza di successo, che ha reso più semplice e immediato per i cittadini il lavoro di separazione in casa e i rifiuti da differenziare e che, seppure lentamente, influisce positivamente sul trend ascensionale della raccolta differenziata. In questo modo, piatti e bicchieri non finiscono in discarica ma vengono sicuramente recuperati, sia con il riciclo meccanico delle plastiche miste che con il loro recupero energetico in sostituzione di combustibili fossili non rinnovabili”.
Di particolare interesse le due esperienze internazionali a testimonianza del successo delle politiche anti-littering a favore della cultura del riciclo rinvenute in Olanda, con il contributo di Kors van der Wolf, Project Manager della Fondazione Olandese Nederland Schoon (Olanda Pulita e Ordinata) e in Irlanda, con il contributo di Michael John O’Mahony, Assistant Director e COO della Environmental Education Unit (EEU – Unità di educazione ambientale dell’Associazione An Taisce. Due contesti e due realtà territoriali differenti, ma unico il messaggio: guidare il cittadino verso un comportamento consapevole, responsabile ed ecologicamente corretto.
Per citare un dato: in Irlanda 38 città su 53 risultano pulite secondo le norme europee, ma 10 anni fa solo 2 città erano a norma.
“Non è quindi corretto etichettare le stoviglie monouso in plastica come prodotti buoni o cattivi, ma è l’uso che se ne fa, a renderli un problema o un’opportunità”. Conclude Marco Omboni Presidente Pro.mo: “Incentivando la cultura del riciclo potremo generare benefici ambientali ed economici allo stesso tempo: le stoviglie monouso sono risorse troppo preziose per restare dei semplici rifiuti”.
Contenuti correlati
-
La tecnologia Blockchain a sostegno del riciclo: il caso di Relicyc
Relicyc, azienda improntata alla gestione del pallet a fine utilizzo ed esempio di realtà promotrice dell’economia circolare, è stata tra i primi player del settore a investire nei valori della trasparenza e della sostenibilità aderendo al programma...
-
Grecia, Lettonia, Bulgaria: dove vanno a finire i rifiuti italiani
Grecia, Lettonia, Bulgaria: sono le nuove mete di esportazione dei rifiuti italiani. Paesi nei quali si registrano sempre più frequentemente casi di trattamenti non in linea con le direttive. Lo scenario più frequente nel quale ci si...
-
Pallet in plastica Relicyc per la massima igiene e durata nel settore farmaceutico
Massimo livello di igiene, durata nel tempo, facilità di pulizia, resistenza ad agenti esterni come l’acqua, l’umidità e gli sbalzi di temperatura sono qualità imprescindibili quando si tratta di industria farmaceutica, un settore che – ancor prima...
-
Packaging sostenibile: impianto firmato Angelini per la spagnola BlueSun
Angelini Technologies-Fameccanica, azienda di Angelini Industries, gruppo industriale italiano attivo nei settori salute, tecnologia industriale e largo consumo, ha progettato e commercializzato la sua prima macchina per la produzione automatizzata di confezioni eco-sostenibili, realizzate interamente in cartone...
-
GME Recycling realizza il primo impianto automatizzato di riciclo alluminio in Africa
GME Recycling ha annunciato la realizzazione del primo impianto italiano completamente automatizzato di riciclaggio scarti di alluminio dell’intero continente Africano, in Nigeria. La nuova struttura rappresenta un esempio di eccellenza nel campo della tecnologia, dell’innovazione, della sicurezza,...
-
Riciclo automatizzato delle batterie con Bosch Rexroth
Aumenta a livello globale la presenza, e non solo sulle strade, di veicoli elettrici. In quest’ottica un ruolo di primo piano lo gioca sempre di più il riciclaggio delle batterie giunte a fine vita, e ciò in...
-
Tecnologia Bausano per il recupero di scarti misti a base di PE e alluminio
La recente revisione della policy europea in materia di imballaggi apre a una decisa svolta per un packaging più sostenibile. Secondo la direttiva PPWD (Packaging and Packaging Waste Directive), entro il 2030 tutti gli imballaggi immessi nel...
-
Relicyc, pallet in plastica veramente sostenibili
Prosegue la generalizzata promozione di prodotti definiti sostenibili ma nella realtà non facilmente riciclabili, frutto di una filosofia di pensiero che nel medio termine non paga ma al contrario posticipa, complicandolo, il problema. In una parola, aleggia...
-
Sensori e connettività per dare nuova vita alla plastica
Utilizzando i sensori e la tecnologia di ifm, il Gruppo austriaco Erema è in grado di riciclare la plastica con la massima efficienza e con un uso attento delle risorse, gestendo i dati in modo efficace e...
-
Controllo distribuito per il recupero dei rifiuti
La digitalizzazione e la scalabilità si rivelano fondamentali per un innovativo progetto di sostenibilità. Il DCS digitale è alla base del controllo di precisione dei processi nell’80% della tecnologia per il recupero dei rifiuti. Leggi l’articolo