Filiere del recupero: on line il Dossier.Hera

Per supportare l’ulteriore crescita della raccolta differenziata è importante una filiera del recupero in grado di trattare e re-immettere in produzione l’offerta di materie prime seconde. In Europa il settore produce già valore aggiunto per 7 miliardi di euro e ha già tagliato 38 milioni di tonnellate di CO2. Ma c’è ancora tanto da fare.

Pubblicato il 4 dicembre 2013

Il 2013 dei Dossier di Hera si chiude con un numero dedicato all’ambiente, in particolare aIle filiere del recupero dei rifiuti, settore-chiave della green economy. Fare la raccolta differenziata in modo virtuoso, infatti, non basta e anche le ultime Direttive Ue lo mostrano chiaramente: i veri obiettivi da seguire sono legati al riciclo dei rifiuti a e alla loro trasformazione in risorse economiche e ambientali. Per valorizzare gli sforzi di cittadini e amministrazioni pubbliche è importante, quindi, dotarsi di un indotto strutturato e di una solida rete impiantistica e di aziende manifatturiere in grado di assorbire l’offerta di materie prime seconde.

Sulle filiere del recupero l’Ue a 27 si sta già muovendo: l’industria del riciclo vanta 18.000 imprese, più di 174.000 dipendenti e sette miliardi di valore aggiunto nel 2009 (dati Commissione Ue). E negli ultimi 10 anni ha già contribuito a tagliare oltre 38 milioni di tonnellate di CO2 negli ultimi 10 anni.

Le filiere del recupero europee riportano nel ciclo produttivo in media il 42% dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato. Ma ci sono ancora molte disparità fra nazione e nazione e le quantità riciclate, soprattutto in relazione alle alte percentuali di differenziata di alcune nazioni, sono ancora modeste. Inoltre, l’export dei materiali da avviare a recupero pesa ancora parecchio: gli alti livelli di raccolta di carta, plastica e rottami in Inghilterra, Svezia o Stati Uniti trovano sbocco presso Paesi compratori come Cina o India, centri di produzione globale assetati di materie prime a basso costo. Ma nel lungo periodo questo flusso verso l’esterno non sarà più sostenibile, perché anche quei Paesi cominceranno a gestire e recuperare i propri rifiuti. Ecco perché è fondamentale investire ulteriormente sullo sviluppo di una filiera del riciclo interna, in grado di assorbire l’offerta dei materiali recuperati.

Nonostante percentuali di raccolta differenziata e recupero ancora basse, l’Italia presenta alcune specificità che ne fanno un caso unico in Europa. Il Paese è primo per quanto riguarda il recupero industriale di metalli, carta, plastica, vetro, legno, tessili, gomma. Questo primato si fonda su due fattori: una carenza strutturale di materie prime, che ha incentivato il riutilizzo di materiali, e un sistema di Consorzi tra i più grandi in Europa, con sistemi di incentivi ai Comuni virtuosi.

Nel 2012 il 93,5% dei rifiuti urbani raccolti separatamente sul territorio Hera è stato avviato a recupero. Il dato emerge dal report “Sulle tracce dei Rifiuti”, che informa i cittadini anche sulla loro destinazione finale. Oltre al Report, Hera è impegnata sulla filiera a 360 gradi. Attraverso Herambiente, la società del Gruppo dedicata al trattamento e smaltimento dei rifiuti, sono stati investiti 50 milioni di euro in impianti a lettori ottici per la separazione dei rifiuti secchi (carta e plastica) e in biodigestori anaerobici, che ricavano compost dai rifiuti organici e, attraverso il biogas prodotto, energia elettrica. Grande attenzione è inoltre dedicata ai rifiuti industriali, che in Italia rappresentano l’80% dei rifiuti totali prodotti. È il caso del Disidrat, un impianto situato a Ravenna per il trattamento dei fanghi industriali, da cui si ricava materiale utile a ricoprire le discariche o a riempire le cavità delle miniere lasciate dagli scavi. C’è infine la termovalorizzazione, per produrre energia (in parte rinnovabile) dai rifiuti: nel 2012 i sei termovalorizzatori di Hera hanno prodotto 705,2 GWh di energia elettrica e 207,6 GWh di energia termica. È stato recuperato anche il 55% delle scorie, riutilizzate nella produzione di calcestruzzo e laterizi.

Il Dossier.Hera è inoltre arricchito da una videointervista a Filippo Brandolini, Presidente Herambiente e Vice Presidente Federambiente, che fa il punto della situazione italiana del recupero di rifiuti urbani e speciali. Nella pagina del sito dedicata al dossier, sono inoltre disponibili tutti i Dossier.Hera pubblicati da inizio 2012 ad oggi, con approfondimenti ogni volta diversi su idrico, energia e ambiente.

 

Gruppo Hera: http://www.gruppohera.it



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