Risparmiare acqua ed energia grazie al know-how Mewa
Basati sul principio del multiuso, i sistemi Mewa favoriscono la durata dei tessili e contribuiscono al risparmio delle risorse e alla riduzione dei rifiuti.
Essere migliori di quanto richiesto dal legislatore. Questa la filosofia alla base della gestione ambientale Mewa, società di servizi tessili che si occupa della fornitura e della cura di tessili per l’industria, il commercio, l’artigianato e la piccola industria. I fatti lo dimostrano: nel 1997 Mewa è stata la prima azienda del settore ad aver ottenuto la certificazione ambientale Iso 14001e nel 2013 si è candidata ed è risultata tra le prime tre aziende della categoria “Prodotti/Servizi tedeschi più sostenibile” nell’ambito del “Premio Tedesco per la sostenibilità”.
I sistemi Mewa si basano sul principio del multiuso, favorendo la durata dei tessili e contribuendo al risparmio delle risorse e alla riduzione dei rifiuti. I panni tecnici Mewa, infatti, possono essere lavati e riutilizzati più volte e le sostanze di scarico prodotte nel lavaggio vengono ridotte al minimo grazie alla successiva depurazione dell’acqua. In sostanza il sistema di panni Mewa, utilizzato in sostituzione dei prodotti monouso, fa risparmiare 60.000 t di rifiuti all’anno.
Lo stesso sistema si applica ovviamente anche all’abbigliamento da lavoro. Anche qui l’attenzione per l’ambiente inizia già dalla scelta delle fibre, dalla composizione dei tessili, affinché abbiano una lunga durata. Il processo di lavaggio e il pretrattamento delle acque di scarico con tecnologie ambientali avanzate si contrappone al tradizionale lavaggio casalingo, inadatto per il trattamento dei capi da lavoro producendo un grado di pulizia troppo basso, un’elevata usura dei tessili e, allo stesso tempo, consumando troppa acqua, detergenti ed energia. Per ogni kg di biancheria i lavaggi Mewa utilizzano circa 12 l di acqua a fronte dei 35 l usati in ambiente domestico.
Poca acqua e pochi detersivi. Mewa riesce a risparmiare fino al 50% di acqua rispetto ai sistemi convenzionali. Attraverso una tecnica a cascata recupera l’acqua proveniente dalle fasi di lavaggio e di risciacquo e, adeguatamente trattata, viene nuovamente immessa nel processo di lavaggio. Si realizza così un vero e proprio riciclo interno gestito in relazione alla qualità di acqua richiesta nelle diverse fasi di lavaggio e all’effettivo grado di sporcizia dell’acqua da riciclare. Un lavaggio che permette di utilizzare piccole dosi di detersivi biodegradabili, riducendo l’inquinamento rispetto ad altre procedure dell’85%. Le acque di scarico dei panni subiscono poi un pretrattamento chimico-fisico in cui si separano le sostanze impure e quelle nocive. Le restanti sostanze impure organiche sono decomposte tramite batteri in una fase di depurazione biologica. Per il trattamento delle acque di scarico provenienti dagli abiti da lavoro, Mewa ha adottato un sistema di microfiltraggio a membrana che depura e riduce drasticamente la quantità di rifiuti pericolosi. Riutilizzando gran parte dell’acqua nei processi aziendali, solo lo 0,5% dell’acqua impiegata per il lavaggio resta come concentrato da eliminare in qualità di rifiuto.
Per comprendere a fondo la portata ecologica del sistema Mewa può essere d’aiuto il sondaggio svolto da Etsa .European Textile Services Association – nel 2012, che ha preso in esame circa 100 lavanderie di indumenti di lavoro in tutta Europa. Secondo questo studio, l’impatto ambientale diminuisce grazie all’utilizzo delle tecnologie pulite che consentono di ridurre il consumo delle risorse chiave. Inoltre il settore dei servizi tessili – che include il ritiro, la cura, la consegna e la manutenzione industriale professionale – fornisce un’alternativa più sostenibile rispetto ai prodotti monouso e al lavaggio in casa. Le nuove tecnologie hanno permesso alle lavanderie di ridurre, tra il 2007 e il 2011, il consumo di gas e petrolio del 13% e il consumo di energia elettrica del 5%. Nello stesso arco temporale le emissioni medie di CO2 sono calate di circa il 7%.
Mewa: http://www.mewa.it
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