Gli smart meters non inquinano

Più informazione per permettere al consumatore di sfruttare a pieno le potenzialità degli smart meters: l’impegno di Anie per fare chiarezza e creare una cultura del contatore intelligente.

Pubblicato il 3 settembre 2015

È fondamentale che si comprenda l’importanza degli smart meters e che anche nel nostro Paese si diffonda una vera e propria cultura di questi strumenti, come auspicato anche dall’Unione europea, secondo cui entro il 2020 almeno il 40% dei consumatori europei sarà dotato di uno smart meter per il gas. Tanti invece i falsi miti che emergono dal confronto tra le Associazioni dei consumatori e il Gruppo GS2M (Gas Static Smart Meters), che fa parte dell’Associazione Componenti e Sistemi per Impianti aderente ad Anie Confindustria.

Per sgombrare il campo da fraintendimenti e paure collegate all’uso di questa tecnologia e affinché il consumatore arrivi finalmente a ricoprire un ruolo centrale all’interno del mercato dell’energia, risulta prioritaria la consapevolezza in merito a consumi e risparmio presso i clienti finali.

Una delle preoccupazioni su cui è urgente far luce, poiché legata alla salute degli utenti, riguarda l’inquinamento elettromagnetico indoor collegato alla trasmissione radio che gli smart meters utilizzano per comunicare. In rete e sugli organi di informazione vengono infatti riportate notizie contrastanti, che generano allerta sui possibili pericoli derivanti dalla comunicazione in radiofrequenza prodotta dall’apparecchio.

Come dimostrano i dati Anie, lo smart meters non inquinano e come anche ribadito dai produttori stessi di questa tecnologia, uno smart meter per la maggior parte del tempo “misura e contabilizza” senza produrre nessuna emissione radio. Solo durante la limitata fase di trasmissione, lo smart meter emette un segnale radio con potenze peraltro molto contenute, inferiori a quelle del GPRS. Telefoni cellulari e smartphone ad esempio trasmettono a 0,7 watt, tra 700 e 1.000 milliwatt, mentre il contatore smart trasmette a 1/10 della potenza (o al massimo 1/5). Inoltre lo smart meter trasmette per soli 3 secondi al giorno a distanze notevoli dall’utente (a differenza di uno smartphone, sempre acceso e a stretto contatto) e, a dimostrazione di ciò, la sua batteria dura 15 anni (contro i soli 2 giorni di un cellulare).

Il Gruppo GS2M è impegnato nella promozione dello sviluppo delle cosiddette tecnologie “statiche” di misura del gas, che persegue tramite la divulgazione degli aspetti tecnico-scientifici, operativi e normativi. “È fondamentale condurre una campagna divulgativa adeguata”, dichiara Diego Gajani, Capogruppo Gas Static Smart Meters. “Lo smart meter senza un coinvolgimento attivo dei consumatori ed un utilizzo consapevole dei dati a disposizione, rimarrebbe uno strumento innovativo, ma sottoutilizzato. Tramite la diffusione di informazioni volte a favorire un utilizzo consapevole dello strumento si riduce la domanda di energia e si possono raggiungere obiettivi di risparmio energetico e di risparmio sul costo della fornitura. Solo sgombrando il campo da fraintendimenti si può fare dello smart meter un fattore abilitante per innovare”.

Molteplici infatti sono i vantaggi e le potenzialità offerte da questa tecnologia che consente di ottimizzare la gestione dei consumi. Tra gli altri vantaggi: bollette/fatture basate sul consumo effettivo (senza fatture in acconto e conguagli) e quindi maggior consapevolezza dei propri consumi; riduzione dei conteziosi; liberalizzazione della vendita di energia; migliore qualità del servizio. Un contatore gas elettronico statico è esente da usura, e dal decadimento prestazionale. Rappresenta quindi un esempio di innovazione tecnologica che può portare un miglioramento complessivo alla filiera del gas e ai vari attori coinvolti.

 

Foto modificata: VIA Gallery



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