A Key Energy le bioraffinerie come chiave di sviluppo per le piccole imprese
La filiera della chimica verde, sostenuta anche dall’Unione europea offre opportunità per la crescita economica e di green jobs anche a livello locale, creando un tessuto di imprese in grado di cogliere e alimentare l’innovazione. Il punto è stato fatto in un incontro a Key Energy.
Le bioraffinerie dovranno essere un motore di sviluppo per i territori di appartenenza a patto che si parta dalla valorizzazione della fase agricola e dalla valutazione ambientale per pianificarle correttamente. È il tema centrale del convegno che si è svoltosi nell’ultima giornata di Key Energy.
Dall’incontro, dal titolo “Bioraffinerie per il futuro: strategie di sostenibilità per la produzione di energia e chimica”, emerge la necessità di dare una corretta definizione delle bioraffinerie. Questa tipologia di impianti debbono essere – secondo Chimica Verde Bionet che ha curato il dibattito – sistemi che, a partire da diverse materie prime rinnovabili, integrano processi di conversione della biomassa di natura chimica, fisica o microbiologica per ottenere materiali ad alto valore aggiunto ed eventualmente prodotti energetici.
L’Unione europea ha già indicato le bioraffinerie come modello di innovazione sostenibile. La filiera della chimica verde offre in effetti numerose opportunità per l’economia e l’occupazione in chiave di sostenibilità anche a livello locale, poiché può generare un tessuto di piccole e medie imprese (trasformatori, formulatori e indotto) in grado di cogliere e alimentare l’innovazione. Questo processo coivolge anche l’agricoltura con l’utilizzo di nuove colture in grado di accrescere la biodiversità. Le strategie da porre in atto a questo proposito possono essere diverse a seconda che si tratti di biomassa indifferenziata (come ad esempio i rifiuti organici o i sottoprodotti) o prodotti agricoli da cui estrarre molecole attive o elementi funzionali.
Per l’occasione è stato anche lanciato il Manifesto per la chimica verde che prevede un percorso partecipato che culminerà alla prossima Fieragricola di Verona. “Rispetto al decreto sulle bioraffinerie di recente pubblicazione”, ha rilevato Lorenzo D’Avino, vice presidente di Chimica Verde Bionet, “più legata ai grandi gruppi la nostra impostazione è un po’ diversa perché punta maggiormente al coinvolgimento delle piccole imprese nell’obiettivo di creare un rete che preveda il coinvolgimento del territorio a partire dall’agricoltura ma in una chiave più generale di biodiversità e non di ricorso massivo delle colture”.
Key Energy: http://www.keyenergy.it
Chimica Verde Bionet: http://www.chimicaverde.it
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