Un’industria con un futuro

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Pubblicato il 31 ottobre 2001

Nel documento approvato nel mese di marzo dello scorso anno al Forum Mondiale dell’Aja si dice al primo punto: “L’acqua è un bene fondamentale per la vita; l’accesso alle risorse d’acqua deve essere garantito a tutti i popoli”.

Questo principio richiama il dodicesimo punto della “Carta dell’acqua”, emessa nel lontano 5 maggio 1968 dal Consiglio d’Europa che dice: “L’acqua non ha frontiere; essa è una risorsa comune la cui tutela richiede la cooperazione internazionale”.

Secondo i dati della Banca Mondiale, 1 miliardo e 200 milioni di persone non hanno accesso diretto a fonti igienicamente sicure di acqua dolce e questa cifra è destinata a raddoppiare entro i prossimi 20 anni.Inoltre in 80 Paesi c’è un’acuta scarsità d’acqua.

L’Acqua, bene prezioso

Solo coloro che vivono in zone aride o coloro che hanno sofferto o soffrono periodicamente il tormento dell’arsura e della lunga siccità possono veramente comprendere quanto l’uomo dipenda dall’acqua, quanto la sua vita e le sue forze siano condizionate dall’acqua e come la desolazione e la morte, anche morale, siano ben delineate dalla comparazione dell’assenza di acqua.

“quando sarete come
una quercia
cui cadono le foglie
e come
un giardino senz’acqua”
(Isaia 3.30)

È di 2,5 litri al giorno il consumo di acqua per l’uomo, che può salire fino a 4 litri, compresa l’acqua apportata dal cibo.

Per questi due litri e mezzo di acqua al giorno l’uomo è disposto a pagare qualsiasi cosa.

Gli esperti sono unanimi nell’affermare che la scarsità d’acqua intensificherà le tensioni ed i conflitti politici.

I segni premonitori di questa crisi sono visibili quasi in ogni Paese del mondo.

Dal Medio-Oriente, all’Asia, all’Africa, ma anche in USA e in Canada.

Il conflitto per l’acqua dei fiumi Tigri ed Eufrate è antico quanto i confini tra Turchia, Siria ed Iraq.

Questo problema è ancora più assillante nella regione occupata da Israele, Siria, Libano e Giordania: qui 35 milioni di persone dipendono dalle stesse risorse idriche insufficienti.

Gli stati del Golfo, ricchi di petrolio, puntano invece su costosi impianti di dissalazione dell’acqua marina, che però altri stati non possono permettersi.

Questi sono solo alcuni esempi di conflitti di uso che, esasperati in caso di siccità o di inondazioni, possono degenerare in una guerra.

Priorità strategiche

Per prevenire questi conflitti e per ripartire adeguatamente le risorse idriche, la Comunità Internazionale si organizza e si prepara ad un “nuovo ordine mondiale dell’acqua”.

Alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo di Rio del 1992 è stato dichiarato che l’acqua è “un bene sociale ed economico che gioca un ruolo vitale per soddisfare i fabbisogni elementari dell’uomo, le riserve dell’alimentazione, la riduzione della povertà e la protezione degli ecosistemi”.

Sull’acqua come bene economico sono sorte numerose polemiche.

Ma come applicare praticamente questo concetto?
L’acqua non sarà più gratuita e nel terzo millennio sarà venduta e scambiata come qualsiasi altra materia prima; sarà quotata in Borsa e verranno fatti contratti tra stato e stato scambiando l’acqua potabile contro gas naturale o petrolio.

I paesi che appartengono ad un unico bacino idrografico saranno obbligati a darsi regole molto strette per l’uso comune di questa risorsa.

Nello stesso tempo le aziende che gestiscono l’acqua avranno domani un peso “geopolitico” pari a quello delle compagnie petrolifere.

Solamente una legislazione chiara, che permetta di distinguere i diritti di usare l’acqua da quelli finanziari, eviterà monopoli e assicurerà misure di salvaguardia sociali ed ambientali.

Gestione comune della risorsa

I profondi cambiamenti in tutti i settori dell’attività pubblica e privata hanno portato, a scala mondiale, uno sviluppo generalizzato delle aziende industriali, delle società e delle imprese di servizio, comprese quelle legate all’acqua.

La gestione delle risorse idriche rappresenta un campo importante e complesso dell’attività pubblica che si occupa di risorse e ambiente.

Essa coinvolge la gestione della qualità e della quantità d’acqua utilizzata per i differenti usi: potabile, industriale, irriguo, tempo libero, nonché le diverse fonti di approvvigionamento, ad esempio le acque superficiali e quelle sotterranee.

È importante conciliare le politiche di gestione delle risorse con quelle ambientali, ma anche economiche, comprese quelle agricole, allo scopo di avere un’efficienza economica globale.

Si tratta di intervenire a livello istituzionale per correggere gli errori e le lacune nella gestione, frammentaria, conflittuale e non coordinata, dei differenti aspetti delle risorse, o intervenire per correggere il mercato, che si manifesta senza una vera gestione della richiesta d’acqua, od ancora di correggere la mancanza di gestione nell’uso o nella protezione della risorsa in acqua sotterranea.