L’Unione Europea, nell’ambito del suo programma di finanziamenti Horizon 2020, affida a ReMedia – fra i principali Sistemi Collettivi italiani no-profit per la gestione eco-sostenibile dei Raee, dei rifiuti da pile e accumulatori esausti – il coordinamento di un progetto di cooperazione tra Europa e Africa del valore di oltre 1,6 milioni di euro e al quale partecipano 24 prestigiosi partner internazionali, appartenenti al mondo della ricerca accademica, delle istituzioni locali e dell’industria.
Ewit, che sintetizza ‘e-waste implementation toolkit’ è iniziato a febbraio 2015 e si concluderà a fine gennaio 2017. Il progetto realizza il gemellaggio di quattro aree metropolitane africane con quattro europee, e si propone di condividere le best practices di queste ultime per sviluppare sistemi efficaci di gestione e di valorizzazione dei Raee nella corrispondenti africane. Firenze (Italia), Anversa (Belgio), Oporto (Portogallo) e Vienna (Austria) sono le realtà europee che porteranno la propria esperienza nella gestione dei rifiuti tecnologici nelle aree metropolitane africane di Choma (Zambia), Abidjan (Costa d’Avorio), Johannesburg (Sud Africa) e Kisii (Kenya).
Le esperienze maturate nei contesti di eccellenza europei nel campo dell’e-waste management saranno raccolte in un innovativo portale on-line dove saranno fruibili da enti territoriali e altri stakeholder potenzialmente interessati alla governance dei Raee su scala urbana in contesti di forte sviluppo. Grazie all’implementazione di tale portale, destinato ad evolversi e arricchirsi di contenuti anche dopo la fine del progetto, Ewit punta ad offrire benefici concreti in termini sia ambientali sia di tutela della salute dei lavoratori impiegati nel settore.s
“Il progetto Ewit è stato scelto dalla Commissione Europea come iniziativa di eccellenza sulla gestione dei Raee e rappresenta un’importante opportunità per valorizzare l’esperienza sviluppata negli ultimi 10 anni nel nostro continente, adattandola alle necessità delle grandi aree metropolitane africane”, dichiara Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia. “Consorzio ReMedia è orgoglioso di coordinare questo progetto e di poter così testimoniare la capacità italiana di guidare un’iniziativa strategica di alto livello, che coinvolge stakeholder di primo piano, pubblici e privati, nei due continenti”.
Il piano di lavoro comprende diverse fasi, che vanno dalla mappatura dei dati a disposizione e della capacità delle aree africane coinvolte nella gestione dei rifiuti tecnologici, alla raccolta e analisi dei casi di eccellenza, di processi e strumenti in grado di generare valore, fino alla realizzazione del portale informativo a guida e supporto dell’implementazione di un sistema efficace e sostenibile di riciclo.
Il toolkit aiuterà i Comuni africani sia a sviluppare dieci e-waste management systems sia a definire obiettivi a medio termine legati all’incremento delle opportunità di riciclo e capaci di portare benefici economici rilevanti e misurabili.
Il cambiamento degli stili di vita e dei pattern di consumo della classe media in Africa sta incrementando la composizione e il flusso di rifiuti nel continente. Secondo le previsioni, entro il 2020 la quantità di rifiuti tecnologici generati in Africa raggiungerà 4 milioni di tonnellate all’anno, contro i 2 milioni di tonnellate attuali (2 kg/abitante). Di queste, solo 200.000 vengono gestite correttamente da un punto di vista ambientale, della salute e del recupero di materie prime.
Il progetto coordinato da ReMedia si propone di migliorare questo dato almeno del 30%. Considerando il ritmo di crescita dell’e-waste nel continente africano, significherebbe portare in prospettiva la quantità di rifiuti tecnologici da avviare a un corretto riciclo a 1 milione di tonnellate, con un potenziale economico di almeno 300 milioni di euro. Ad esempio, la disponibilità di oltre 30.000 tonnellate di Raee all’anno può portare a un recupero di 25.000 tonnellate di materie prime seconde da reinserire nel ciclo produttivo.
Un altro degli obiettivi di Ewit è quello di contrastare export illegale, riconvertendo i flussi provenienti dall’Europa in business legali. Secondo recenti studi il 3-5% dei rifiuti tecnologici generati nel continente europeo viene esportato illegalmente nel continente africano. Si tratta di 300.000 tonnellate che, quando ricondotte all’interno di un sistema di gestione ambientalmente e socialmente sostenibile, potrebbero generare almeno 1.500 nuove opportunità lavorative.