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Ue: ridurre le borse in plasticaERT

Con l’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 6 maggio 2015 della direttiva sulla riduzione dell’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero (< 50 micron) l’Europa impegna ciascun stato membro a dotarsi entro il 2016 di una legislazione che sia conforme ai dettami dell’Unione in materia di riduzione della produzione di rifiuto plastico.

Marco Versari, Presidente di Assobioplastiche, commenta così questo evento: “Con l’emanazione di questa direttiva noi italiani abbiamo diversi primati di cui andare orgogliosi. Siamo stati i primi, ben 9 anni fa, ad introdurre una normativa finalizzata a ridurre l’impatto dei sacchetti in plastica sull’ambiente; questa normativa è entrata definitivamente in vigore nel 2011 ed è stata implementata nel 2012, dettando le basi di un provvedimento legislativo europeo che non esito a definire epocale perché ha subordinato il mantra della libera circolazione delle merci ad ogni costo a quello della necessità di proteggere l’ambiente, riducendo in maniera drastica la produzione di rifiuto plastico. Ma non solo”.

“Questa direttiva”, prosegue Versari, “rappresenta un grande passo in avanti anche per l’attuazione dell’economia circolare e per la ripresa dell’industria chimica europea, di cui le bioplastiche rappresentano uno tra i settori a più alto tasso di innovazione, in grado di creare nuova occupazione e di disegnare modelli di sviluppo che mettano fine alla ‘società del rifiuto’ e della dissipazione delle risorse naturali, i cui limiti sono ormai sotto gli occhi di tutti”.

“Contrariamente alle cassandre che hanno cercato di bloccare il provvedimento prefigurando il collasso di interi sistemi produttivi e la perdita di migliaia di posti di lavoro”, conclude Versari, “ora salutiamo questa direttiva come un grande risultato del nostro Paese, dei cittadini che hanno compreso le ragioni della legge rispettandola in pieno e di quegli operatori della Gdo e del piccolo commercio che si sono adeguati alle nuove norme. Ora rimaniamo in attesa degli esiti delle indagini predisposte dalla Ue sulla plastica additivata di cui auspichiamo la messa al bando anche su tutti gli altri mercati europei così come già attuato in Italia”.