Sviluppo locale e qualità della vita: se il Pil da solo non basta

Pubblicato il 11 dicembre 2006

L’occasione per rispondere è stata la presentazione del Primo Rapporto di Benessere Economico Sostenibile (ISEW), inserita all’interno di due giorni di confronto tra studiosi e attori pubblici intitolati “Per uno sviluppo sostenibile della Provincia di Modena” che si sono svolti a ottobre.

Il dibattito, aperto dai saluti del presidente della Provincia di Modena, Emilio Sabattini, e dal presidente del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, Emilio D’Alessio, è stato introdotto da Alberto Caldana, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena e si è articolato in tre sessioni di lavoro.

La sessione Ambiente ha visto il contributo del prof. Tiezzi, dell’Università di Siena, che a partire dalla constatazione che “non esiste crescita infinita in un pianeta finito” ha presentato l’indagine eMegetica che la Provincia di Modena, prima in Italia, ha svolto sul proprio territorio. Il dibattito, al quale ha partecipato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF, ha dimostrato il valore degli studi di sostenibilità ambientale, non solo per rilevare le risorse spese per alimentare i flussi di energia del territorio, ma per pianificarne l’utilizzo in un’ottica sostenibile, soprattutto nell’attuale scenario globale dove l’utilizzo delle risorse non è equidistribuito.

La sessione Welfare si è aperta con la presentazione dei risultati del Primo Rapporto ISEW svolto sulla Provincia. L’Index of Sustainable Economic Welfare, è l’indicatore che nasce proprio con lo scopo di integrare l’informazione che deriva dal Pil, cercando di mettere in luce, al di là della crescita economica, la qualità dello sviluppo, ponderando i consumi privati sulla base di fattori di diseguaglianza distributiva e tenendo conto dei costi correlati alle ricadute sociali e ambientali dello sviluppo. Una visione che si è integrata con quella di studiosi di rilievo nazionale sulle tematiche del welfare, quali Luca Beltrametti, dell’Università di Genova, Costanzo Ranci, del Politecnico di Milano, Paolo Bosi, dell’Università di Modena.

La sessione Economia, aperta dal vice presidente della Provincia di Modena, Maurizio Maletti, si è concentrata sugli scenari di competitività post-industriali, che pongono nuove sfide per i territori: da una parte l’investimento in fattori immateriali, quindi la capacità di attivare conoscenze, competenze, relazioni, come illustrato dagli interventi di Pier Luigi Sacco, dell’Università IUAV di Venezia e di Carlo Trigilia, dell’Università di Firenze dall’altra, la sua capacità di costruire nuovi modelli di urbainizzazione a basso consumo energetico, come illustrato dall’intervento di Federico M. Butera, del Politecnico di Milano.

A conclusione dei lavori, Alberto Caldana, Assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, ha sottolineato l’importanza di proseguire in un percorso che consenta di trovare momenti di i sintesi tra prospettive ambientali, sociali ed economiche. “Occorre mettere in campo politiche che possono governare il territorio non in maniera settoriale”, ha sostenuto l’Assessore, attraverso la lettura degli scenari di cambiamento del territorio e la costruzioni si strumenti come pianificazione strategica del suo sviluppo, nella costante “ricerca di un equilibro – come ha sintetizzato il prof. Tiezzi – tra il capitale naturale, vera risorsa e bene, e il capitale prodotto dall’uomo”.