Studio UE su coesistenza tra Ogm e coltivazioni

Pubblicato il 25 marzo 2006

Senza grandi modifiche nelle pratiche agricole, è possibile la coesistenza tra Ogm e coltivazioni tradizionali rispettando la soglia di contaminazione dello 0,9% fissata dall’Unione Europea, se la presenza fortuita di materiale geneticamente modificato nelle sementi non supera lo 0,5%. È quanto evidenzia uno studio reso noto dalla Commissione europea.

Lo studio è uno degli approfondimenti del Centro comune di ricerca della Commissione che sta pubblicando una serie di ricerche sul modo in cui gli agricoltori possono ridurre la presenza fortuita di materiale Ogm in raccolti non geneticamente modificati. La relazione, spiega Bruxelles in una nota, intende fornire una base scientifica per la futura concezione e applicazione di misure di coesistenza nell’UE.

I casi studiati riguardano la produzione di piante e di sementi di granturco, di barbabietola da zucchero e di cotone.

La problematica è stata trattata su scala regionale con simulazioni che utilizzano dati relativi ai paesaggi agricoli europei, alle condizioni meteorologiche e alle pratiche agricole, anziché accontentarsi delle analisi dei trasferimenti da campo a campo effettuate finora.

Il quadro normativo dell’UE per la tracciabilità e l’etichettatura degli Ogm e dei prodotti derivati fissa una soglia dello 0,9% per la presenza accidentale di materiale geneticamente modificato nei mangimi e nei prodotti alimentari non geneticamente modificati e fornisce un parametro di riferimento per definire le misure di coesistenza in agricoltura.

Basandosi su simulazioni e pareri di esperti, la relazione conclude che è possibile garantire la coesistenza dei raccolti nel rispetto della soglia dello 0,9% senza che siano necessari grandi cambiamenti nelle pratiche agricole. Per il granturco, secondo l’analisi degli esperti UE, dovrebbero essere adottate misure complementari per alcuni campi particolarmente esposti all’impollinazione incrociata a causa della loro forma, dimensione e della posizione rispetto alla direzione dei venti e ai campi di colture geneticamente modificate situati nelle vicinanze.