Soluzioni biomassa: tecnologie innovative per le bioenergie

Sono proprio i Paesi in via di sviluppo e i Paesi emergenti a beneficiare della cooperazione tra gli Stati del Sud del Mondo (Ssc). Siemens India e Siemens Kenya insieme per costruire una centrale di potenza a biomasse in Uganda.

Pubblicato il 30 ottobre 2013

La sostenibilità è per Siemens un obiettivo primario da cui deriva la crescita profittevole di lungo periodo e la creazione di valore sostenibile. In particolare alla base del programma di sostenibilità di Siemens c’è lo sviluppo del portfolio ambientale che, tra i più ampi e significativi al mondo, vale 33 miliardi di euro e comprende prodotti e soluzioni che danno un contributo diretto e quantificabile alla protezione di clima e ambiente, oltre a soluzioni e prodotti che permettono la generazione da fonte rinnovabile nei settori eolico, idrico e biomasse.

Per quest’ultimo settore, Siemens è in grado di offrire, in Italia e nel mondo, la maggior parte dei componenti tecnologici di un impianto di generazione a biomasse: dall’ampia gamma di turbine a vapore flessibili e affidabili che si estende da 45 kW a 1.900 MW, protezioni e sistemi di controllo della parte elettrica all’avanguardia, apparecchiature e quadri completi per applicazioni nel campo della media tensione e dell’alta tensione, oltre a sistemi di potenza di bassa tensione e soluzioni chiavi in mano per la connessione alla rete, garantendo la massima sicurezza operativa, una facile gestione dell’impianto e costi di esercizio particolarmente ridotti.

Kakira Sugar Works near Jinja.

Un esempio dell’approccio sostenibile di Siemens è facilmente riscontrabile anche nell’impegno a favore dei Paesi in via di sviluppo. Impegno che si traduce, nel seguente caso, nella realizzazione di un impianto a biomasse.

La quiete del mattino è rotta, il sole caldo abbraccia le montagne boscose, e i bambini scalzi raccolgono legna da ardere tra le capanne di legno. L’inno nazionale dell’Uganda, “Oh Uganda, Terra di Bellezze” non è esagerato se si pensa al fascino del monte Elgon, un vulcano spento al confine tra l’Uganda e il Kenya. Ma quando cala la notte, la bellezza viene coperta da una profonda oscurità. Il motivo: la ‘perla verde’ dell’Africa soffre di una grave carenza di elettricità.

Secondo l’Uganda’s National Environment Management Authority, più del 90% della popolazione del Paese non ha accesso all’elettricità. L’attuale richiesta è di circa 400 MW. Il Canada, con una popolazione molto simile in dimensione a quella dell’Uganda, ha una richiesta che è 250 volte superiore. Più di tre quarti della produzione totale di energia dell’Uganda proviene dall’energia idroelettrica. Questo ha creato gravi problemi nel 2006, quando il livello dell’acqua del Lago Vittoria, il più grande lago d’acqua dolce dell’Africa, ha raggiunto il minimo storico in 50 anni. Questo non solo ha minacciato i pescatori, ma ha anche colpito gravemente l’industria dell’Uganda.

Date queste circostanze, il governo ugandese ha deciso di sviluppare una strategia energetica che includesse gli impianti di cogenerazione basati sulle biomasse e in grado di generare simultaneamente energia elettrica, nonché vapore per le attività di fabbrica. Ne è un esempio il Kakira Sugar Works (Ksw), la società produttrice di zucchero leader in Uganda. Ksw è situata a 15 km da Jinja, una città con circa 90.000 abitanti, sulle rive del Lago Vittoria. “Ksw produceva 3.500 tonnellate di zucchero di canna al giorno (Tcd), ma aveva la necessità di espandere la propria produzione a 6.000 Tcd”, ha affermato Rani Sodhi, Project Manager di Siemens India. Per raggiungere questo obiettivo, i residui di canna, noti come bagassa, avrebbero dovuto essere bruciati in caldaie che producono vapore ad alta pressione il quale a sua volta avrebbe dovuto essere utilizzato per azionare mulini per la produzione di zucchero di canna e per la produzione di elettricità.

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“Per aumentare la produzione, abbiamo lavorato con gli esperti di Siemens India e Siemens Kenya”, ha affermato Ganeson Sundararaman, Electrical Engineering Manager di Ksw. “Abbiamo riposto molta fiducia nella gestione di questi progetti perché Siemens India ha realizzato svariati progetti di questo genere in Uganda. Per molti versi è più facile per noi collaborare con aziende che hanno già affrontato simili sfide. I Paesi con uno sviluppo paragonabile al nostro capiscono i nostri problemi e ci ispirano. Ad esempio l’India, 30 anni fa era basata su un’economia agricola, negli ultimi due decenni ha vissuto una crescita straordinaria”.

Non a caso, l’India è diventata uno dei principali attori nel mercato Africano. Al Summit India- Africa del 2011, il governo Indiano ha annunciato diverse iniziative, tra le quali un programma per la concessione di borse di studio a 22.000 studenti africani, un programma per lo sviluppo delle infrastrutture in Africa, e un piano di investimento di 700 milioni di dollari per la costruzione di Istituti, quali ad esempio l’Istituto India – Africa di Information Technology in Ghana.

Tutto questo è un vivido esempio di cooperazione tra il Sud del Mondo. Il termine coniato per questo tipo di collaborazione è South-South Cooperation (Ssc) e dagli anni ‘60 indica un gruppo di 77 Paesi in via di sviluppo che ha formato una coalizione che condivide i medesimi interessi economici e ha lo scopo di incrementare l’influenza politica collettiva del gruppo. Oggi Ssc è un colorato mosaico di iniziative, tra cui la riduzione del debito e gli accordi commerciali, nonché lo scambio di know-how e competenze.

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“Kakira partnership” combina le competenze di Siemens India e di Siemens Kenya. “Il nostro obiettivo era quello di progettare l’intero impianto di cogenerazione e di supervisionarne l’esecuzione”, ha detto Sodhi. “Siemens Kenya era responsabile per l’installazione dell’impianto e per il coordinamento in loco. Cinque membri del team Indiano invece erano in costante contatto con i nostri colleghi del Kenya e si muovevano molto spesso verso Kakira”.

L’impianto di cogenerazione ha contribuito a rendere Ksw autosufficiente nel fornire i 14 MW alla rete nazionale dell’Uganda attraverso una linea di alimentazione di nuova costruzione. Ksw ora sta progettando di raddoppiare la sua capacità produttiva a 12.000 Tcd e aumentare la portata della propria rete di energia elettrica a 32 MW. Oltre a questi benefici, l’espansione di Kakira ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di carbone generando così elettricità da fonti rinnovabili e di aumentare la coltivazione della canna da parte degli agricoltori, creando così occupazione in aree remote del Paese. Comunque la si guardi, la cooperazione Siemens South-South è stata davvero un ‘dolce’ successo – e un modello per il futuro, oltre che un’ulteriore dimostrazione dell’impegno di Siemens a favore della sostenibilità e della diffusione del proprio know-how nei Paesi in via di sviluppo.

 

Siemens: http://www.siemens.com



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