Save the Waste: da un fagiolo nasce un pack
Save the Waste è il nuovo ambizioso progetto etico di Pedon, avviato in concomitanza, e in perfetta coerenza, con il tema dell’Esposizione Universale di Milano:- “Nutrire il pianeta – Energia per la vita”. Un progetto ad ampio respiro che coinvolge e sostiene le comunità agricole, riutilizza gli scarti vegetali, produce nel rispetto dell’ambiente e destina risorse a sostegno di progetti etici e sociali.
È da Save the Waste che nasce la prima carta per il packaging eco-sostenibile, 100% riciclabile, ottenuta dagli scarti di lavorazione dei fagioli, unica ad essere certificata per il contatto diretto con gli alimenti.
Save the Waste promuove l’attività integrata di filiera, creando e distribuendo valore a tutti i suoi attori e contribuendo alla cultura della responsabilità d’impresa, dal produttore fino al consumatore. Il processo inizia con la selezione delle sementi garantite no ogm coltivate da migliaia di famiglie di agricoltori all’interno di programmi per lo sviluppo economico e agricolo, come l’accordo di coltivazione siglato nel 2013 da Acos Ethiopia Plc, società del Gruppo Pedon, con due Unions, le cooperative agricole che lavorano nello Stato di Oromia della Repubblica Federale di Etiopia.
Un accordo che rientra nel progetto “Filiere agricole in Oromia”, realizzato in collaborazione con la Cooperazione Italiana allo Sviluppo, con l’obiettivo di promuovere filiere etiche e sostenibili, permettendo agli agricoltori etiopi di partecipare in modo attivo al miglioramento della qualità dei loro prodotti, nel rispetto degli standard internazionali di produzione, di un rigoroso approccio di filiera, e di contribuire alla loro commercializzazione.
Ed è dalla coltivazione alla lavorazione che gli scarti dei processi sono stati recuperati e impiegati nella produzione di una nuova carta chiamata carta Crush Fagiolo che riduce del 15% l’impiego di cellulosa vergine proveniente da alberi e diminuisce del 20% l’emissione di gas effetto serra. Il risultato è un astuccio certificato Fsc e Ogm Free, che può stare a contatto diretto con il prodotto, eliminando così la busta interna al pack, e che racchiude il 30% di fibra riciclata post-consumo.
Gli inchiostri ecologici e la finestra trasparente in Pla ottenuta sempre da scarti vegetali rendono il packaging eco-sostenibile e al 100% riciclabile. Inoltre, l’energia utilizzata lungo l’intero processo, dalla produzione della carta al confezionamento, proviene da fonte rinnovabile.
Da segnalare anche la sinergica collaborazione all’interno del progetto con due aziende vicentine, Favini e LucaPrint, che hanno condiviso conoscenze e ricerca, generando così innovazione. Carta Crush Fagiolo è stata realizzata da Favini, azienda specializzata nella produzione di carte ecologiche e in particolare di Crush contenente sottoprodotti della filiera agro-industriale, che ha dato vita a questa nuova carta perfetta per il packaging Pedon. Di LucaPrint invece lo sviluppo della soluzione cartotecnica, un astuccio eco-sostenibile presentato oggi a Expo Milano 2015, in occasione del Convegno “Facciamo luce sul ruolo del packaging nella lotta agli sprechi alimentari”.
Il nuovo packaging vestirà già da quest’anno la nota e apprezzata Lenticchia Pedina, la lenticchia etica di Pedon, che da oltre dieci anni sostiene campagne umanitarie in difesa dei diritti e della salute dei bambini, destinando quindici centesimi per ogni confezione venduta al progetto Every One, la campagna globale lanciata nel 2009 da Save The Children per combattere la mortalità infantile e garantire salute e assistenza a mamme e bambini in trentotto Paesi del mondo.
“Siamo orgogliosi di questo progetto che segna il passaggio da un modello lineare ad una economia circolare”, dichiara Remo Pedon, AD dell’omonimo Gruppo. “Save the Waste comporta enormi vantaggi con ricadute sull’ambiente, creando e distribuendo valore per la Comunità e coinvolgendo tutti gli attori della filiera”.
Con Save the Waste, l’impresa vicentina, oggi tra i big player mondiali del mercato dei cereali e legumi, conferma il proprio impegno non solo nel favorire lo sviluppo economico e sociale delle regioni in cui è presente, ma anche per il sostegno e la tutela della comunità e cultura locali attraverso iniziative etiche autonome, come la scuola all’interno dello stabilimento etiope di Nazreth.
Fondata nel 2005, la scuola oggi ospita 250 bambini dai 3 ai 13 anni che studiano e apprendono le materie in inglese e amarico, la lingua locale, grazie all’aiuto di 12 maestri. Ogni studente riceve gratuitamente libri, quaderni, uniformi scolastiche e può usufruire della mensa interna e di un servizio bus. Grazie a questo progetto, i bambini della comunità locale hanno accesso all’istruzione fin da piccoli e vengono sottratti al lavoro minorile che purtroppo è presente in altre realtà.
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