Responsible care, nonostante la crisi, cresce l’impegno della chimica per lo sviluppo sostenibile

Aumentano gli investimenti a favore della salute, sicurezza e tutela ambientale per le imprese “virtuose” del settore chimico

Pubblicato il 12 ottobre 2010

I dati del rapporto Responsible Care, presentati da Federchimica – Federazione nazionale dell’industria chimica – mostrano che le imprese aderenti a RC, a fronte di un calo della produzione del 16,2% nel 2009, hanno aumentato dello 0,5% le spese a favore della salute e sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente.

L’industria chimica nel suo complesso in Italia ha speso 1.300 Milioni di euro con un’incidenza del 2,8% sul fatturato (il 3,5% per le imprese aderenti a Responsible Care). In tempi di crisi una valutazione corretta degli sforzi profusi a favore della sostenibilità deve basarsi su indicatori stabili, non legati agli andamenti di produzione: anche in questo caso, le imprese di Responsible Care danno risposte convincenti.

“I sacrifici che le imprese aderenti a Responsible Care hanno dovuto affrontare per resistere alla crisi non hanno intaccato le risorse destinate alla sostenibilità. Non era scontato, ed è certamente un segnale di quanto la responsabilità socio–ambientale sia parte integrante dei valori e dei comportamenti del nostro settore” ha sottolineato Giorgio Squinzi, presidente di Federchimica.

Nel 2009, 123 siti delle imprese aderenti a RC hanno ottenuto la certificazione dei sistemi di gestione della sicurezza secondo lo standard OHSAS (Occupational Health and Safety Assessment Scheme) 18001. Si tratta del 91,1% di quelle ottenute dall’industria chimica, il 73% in più rispetto al 2008. È una dimostrazione del dato che da anni vede l’industria chimica al vertice della classifica dei settori manifatturieri nei quali è più sicuro lavorare, una performance che si conferma anche nel 2009.

“Non abbiamo commesso e certo non commetteremo l’errore di adagiarci su questi indicatori, positivi ormai da anni – ha proseguito Squinzi -. “L’obiettivo che continueremo a perseguire resta quello di ‘zero infortuni’. Per questo rinnoviamo la nostra disponibilità ad avviare con Inail, con cui già dal 2006 abbiamo sottoscritto un accordo, un lavoro congiunto per costruire e diffondere buone pratiche di gestione della sicurezza dei lavori in appalto negli stabilimenti chimici. Del resto da sempre Federchimica e le sue imprese hanno messo la sicurezza al centro delle nostre strategie, come dimostra il nostro Contratto Nazionale, che nell’ultimo rinnovo inserisce un capitolo specificamente dedicato alla Responsabilità Sociale d’Impresa. È la prima volta che questo accade in Italia”.

Non mancano le buone notizie anche sul fronte emissioni. L’industria chimica non solo ha ampiamente raggiunto gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, ma è anche già abbondantemente in linea con i livelli fissati dall’Unione Europea al 2020, con il noto obiettivo del 20-20-20.

“Rispetto al 1990, le nostre imprese hanno ridotto le emissioni di gas serra del 56,6%. È un dato straordinario – ha dichiarato Marco Macciò, presidente della Commissione Responsible Care – che conferma il nostro cammino virtuoso verso lo sviluppo sostenibile”.

Alla presentazione del 16esimo rapporto Responsible Care hanno partecipato tra gli altri Raffaello Vignali, Vice Presidente della Commissione Attività Produttive, Camera dei Deputati, e Alessandro Crisci, Dirigente Regionale Lombardia Inail.



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