Resa dell’impianto di depurazione aria in un’inesauribile fonte di energia

Pubblicato il 9 febbraio 2009

Al momento della nascita di una comune coscienza ecologica, agli impianti di depurazione aria veniva richiesto esclusivamente di rispettare le normative, per quanto riguarda il valore di inquinanti residui al camino. Già da subito si evidenziò però il problema di cercare di non appesantire i costi di produzione con ulteriori zavorre, legate alla gestione degli impianti di depurazione stessi. I “player” di tale mercato si impegnarono quindi a sviluppare ottimizzazioni delle esistenti tecnologie al fine di garantire il contenimento dei consumi. Negli ultimi venti anni, con gli impianti di combustione catalitica prima, con l’arrivo della combustione termica rigenerativa più avanti, con l’utilizzo di materiali ceramici speciali per il recupero calore, o con l’introduzione di nuovi processi di recupero degli inquinanti (tutti quanti assistiti dalla possibilità di installare anche degli impianti di concentrazione a monte) si sono aperte nuove frontiere e si è garantita a una vasta parte del mercato quello che viene chiamato l’ “auto-sostentamento” dell’impianto stesso.

Il concetto allargato di auto-sostentamento significa di fatto che: nei casi di trattamento per via termica, l’inquinante medesimo è l’unica o per lo meno la principale fonte energetica, utilizzata dal sistema per sostenere il processo di depurazione; nei casi di recupero, l’inquinante, grazie al suo riutilizzo in produzione, permette una riduzione di spesa (sull’acquisto del solvente fresco), che garantisce la completa copertura dei costi di depurazione e crea anche un pay back positivo, tale da ripagare l’investimento.

Tutto questo è stato sufficiente fino a ieri, ma oggi il mercato chiede ancora di più. L’esigenza globale di ridurre le emissioni di CO2, l’aumento dei costi energetici, la ricerca dell’indipendenza dalle fonti energetiche tradizionali, spingono tutte le aziende a ripensare a ogni processo produttivo, nell’intento di ottimizzare sia l’impatto sull’ambiente sia i costi di produzione.
Indipendentemente dalla qualità, vetustà e tipologia dell’impianto di depurazione, Brofind ha realizzato alcuni interventi (closed loop, produzione di frigorie, riscaldamento olio diatermico, steam back-recupero vapore, produzione valore) che le hanno permesso di ottenere lo scopo che la stessa si era prefissato al riguardo.



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