Trasporti di merci e persone, produzione di energia elettrica, costruzioni di strade e autostrade, telecomunicazioni, smaltimento rifiuti, gas, acqua: sono oltre 9.000 le imprese lombarde attive nei settori delle public utilities, +1,5% in un anno, circa una su sei in Italia. In particolare, più di 2.000 sono specializzate nei servizi di supporto ai trasporti (25% del totale nazionale) e quasi 1.500 quelle attive nella produzione di energia elettrica. E a crescere di più tra i primi settori delle public utilities lombarde sono proprio il commercio (+22,5%) e la produzione di energia elettrica (+4,9%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al III trimestre 2014 e 2013.
In generale, oltre la metà delle attività regionali, pari a quasi 5.000, si concentrano a Milano: seconda in Italia, quasi a pari merito con Roma (entrambe rappresentano oltre l’8% nazionale). Seguono Napoli, Torino, Venezia e Bari. Tra le prime venti province italiane anche Bergamo con circa 1.000 imprese e Brescia con 911. Crescono di più: Mantova (+5,3%) e Milano (+3%), Lecco e Pavia (+2%).
Per quanto riguarda i settori delle public utilities in Lombardia, a Milano, così come a Monza e Brianza, Como, Lecco e Lodi, prevalgono le attività di supporto ai trasporti. Bergamo, Brescia e Mantova si distinguono per numero di imprese di costruzione di strade e autostrade. Brescia, Bergamo, Cremona, Pavia e Sondrio per produzione di energia elettrica. Varese per servizi connessi ai trasporti terrestri.
In Camera di commercio di Milano sono state premiate le Top utilities italiane. In occasione della terza edizione di Top Utility Analysis, l’evento dedicato al settore dal titolo: “Le public utilities: un patrimonio italiano da valorizzare”. Nel corso della giornata sono stati presentati i risultati della III indagine sulle prime 100 utilities italiane.
“Si tratta di un settore importante della nostra economia”, ha dichiarato Alberto Meomartini, vice presidente della Camera di commercio di Milano. “Valorizzarne le eccellenze, come con questa iniziativa a cui la Camera di commercio partecipa, significa premiare imprese che si sono distinte a beneficio dei cittadini, del sistema produttivo e dell’ambiente. Ci vogliono regole chiare per promuovere lo sviluppo delle imprese in questo settore, determinante per l’attrattività degli investimenti”.
“L’analisi fotografa un settore ancora molto eterogeneo in Italia”, spiega Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys e coordinatore del gruppo di ricerca Top Utility. “Il nostro studio, che considera congiuntamente sia i profili economico-finanziari sia quelli di sostenibilità, comunicazione, tecnologia e di rapporto con i consumatori, evidenzia come accanto ai grandi gruppi, ormai di dimensioni sovra regionali o nazionali, vi è una molteplicità di realtà piccole e piccolissime, con differenze di business, solidità e risultati molto differenti. Ma la linea di tendenza è chiara: crescono le dimensioni e aumenta l’efficienza, sebbene ci sia ancora strada da fare perché il settore abbia una struttura simile a quella degli altri Paesi europei”.
Il piano del Governo Renzi per dare alle aziende di servizi pubblici locali più efficienza economica e un servizio migliore ai cittadini trova un settore in lieve crescita, con capacità di investire in impianti e in tecnologia, più vicino ai consumatori.
Il report esamina il quadro economico e la situazione finanziaria dell’ultimo triennio, la gestione operativa, la comunicazione, la sostenibilità sociale e ambientale, il rapporto con i consumatori e con il territorio, il patrimonio tecnologico e l’innovazione per valutare in un’ottica integrata di sostenibilità economica, finanziaria, sociale e ambientale le performance delle principali utilities attive sul territorio italiano, evidenziandone eccellenze, criticità e tendenze di fondo.
Il sistema dei servizi pubblici locali ha un ruolo fondamentale. Il fatturato sviluppato dalle 100 aziende più grandi rappresenta il 7,7% del Prodotto interno lordo italiano 2013. I loro servizi condizionano la competitività delle imprese e il benessere dei cittadini.
Fanno parte del settore utility imprese di grandi dimensioni a fianco di piccole e medie aziende locali (il 53% fattura meno di 100 milioni). L’insieme delle 100 più grandi utility italiane copre nel 2013 oltre il 52% dell’elettricità prodotta in Italia, il 66% dell’acqua potabile erogata e il 36% dei rifiuti.
Nel 2013 le 100 Top Utility hanno visto un calo leggero dei ricavi complessivi (125,1 miliardi di euro, -1,3%) e un aumento degli investimenti (5,7 miliardi, +6,8%).
Dal punto di vista dei risultati economici, sono sopra la media le aziende del comparto energetico, mentre le aziende di gestione dei rifiuti sono gravate soprattutto dai costi del personale. Le aziende idriche hanno il miglior rapporto tra Ebtida e ricavi (22,4%), seguite dalle multiutility (17,1%) e dalle energetiche (15,1%). Il calo del giro d’affari, dovuto alla crisi dei consumi, ha riguardato soprattutto i principali gruppi energetici e alcune grandi multiutility del Nord.
Nonostante la lieve flessione dei ricavi, nel 2013 gli investimenti tecnologici delle Top Utility sono aumentati del 6,8% rispetto al 2012, portandosi a un valore di circa 5,7 miliardi di euro. L’investimento totale nel comparto energetico è stato di 3,3 miliardi, mentre le multiutility hanno contribuito per il 27,2%. Il settore idrico e i rifiuti investono nel complesso 823 milioni.
La tendenza affianca alle grandi utility stabilmente in alto anche una serie di medie e piccole realtà, grazie a ottimi risultati della gestione operativa, a una particolare considerazione per la sostenibilità, all’attenzione ai clienti e al territorio. Ricavi stabili o in crescita per le aziende medio piccole dei comparti ambientali (servizio idrico integrato e rifiuti).
I risultati delle aziende di nettezza urbana sono superiori alla media, con una percentuale di raccolta differenziata che raggiunge il 49%. Il settore dell’acqua invece rileva perdite medie attorno al 35%, soprattutto al Sud (50%) mentre il Nord è vicino agli standard europei, indicando la necessità di investire di più sulle condutture, sebbene una parte consistente delle perdite sia di natura amministrativa. Ma il dato sulle perdite può essere anche condizionato dal maggior rigore nelle rilevazioni statistiche conseguente all’avvento dell’Aeegsi. Le perdite in Gran Bretagna sono il 19%, in Danimarca il 10% e in Germania il 7%.
Il livello di customer satisfaction (soddisfazione dei cittadini) è pari all’83,92% con un numero particolarmente ridotto di reclami. I tempi di attesa per la risposta dei call center, ad esempio, sono diminuiti da 89 a 75 secondi. A fianco a molti casi di eccellenza, vi sono però ancora aziende, soprattutto alcune di minori dimensioni, che mancano di trasparenza, non pubblicando adeguate informazioni sulle proprie attività e risultati e che necessitano ancora di uno sforzo nella comunicazione agli stakeholder.
Camera di Commercio di Milano: http://www.mi.camcom.it
Top Utility: http://www.toputility.it