Progetto Chimera, fertilizzante ed energia dal letame dei polli

Pubblicato il 30 maggio 2018

Si chiama Chimera, ed è un’idea destinata a rivoluzionare il settore dell’allevamento, in particolare quello avicolo. Il progetto è stato pensato dall’azienda 3P Engineering, di Chiaravalle, che ne ha presentato due prototipi in anteprima, uno nello stabilimento Fileni di Osimo, l’altro in quello Lorenzetti, a Castelfidardo, entrambi in provincia di Ancona. I prototipi sono stati installati anche grazie all’autorizzazione da parte della Regione Marche.

Il progetto è stato scelto dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Life, dedicato alle nuove iniziative per le politiche ambientali e climatiche di interesse comunitario. L’obiettivo principale di Chimera è quello di realizzare un impianto pilota per lo smaltimento totale della pollina, il letame dei polli. La biomassa può essere utilizzata per realizzare fertilizzante di ottima qualità, e allo stesso tempo generare energia, termica ed elettrica, per il sostentamento dell’azienda avicola stessa.

Lo smaltimento della pollina nei Paesi dell’Unione Europea, di fatto, impatta per 25 milioni di tonnellate all’anno di gas serra, 0,48 milioni di tonnellate di ammoniaca e 100mila tonnellate di metalli pesanti  – senza considerare il trasporto – con costi che vanno dai 10 ai 22 € a tonnellata (per un totale di circa 2 miliardi di euro l’anno per tutti e 152 milioni di tonnellate di letame prodotto).

“Siamo molto contenti di partecipare al progetto Chimera: abbiamo ottenuto risultati incoraggianti che speriamo possano confermarsi in futuro. – afferma Massimo Fileni del Gruppo Fileni – Da sempre la nostra azienda investe con decisione nella sostenibilità della propria filiera e questo progetto s’inserisce a pieno titolo nella nostra filosofia”.

“Quella della pollina è una questiona annosa per gli allevatori – prosegue Maurizio Lorenzetti, titolare dell’Azienda Agricola Fratelli Lorenzetti. – Chimera ridimensiona in modo importante i volumi di materiale di scarto prodotto, siamo quindi molto fiduciosi”.

Gli impianti pilota di Osimo e Castelfidardo sono per ora versioni prototipo, utili per testare i componenti in fase di progettazione esecutiva. 3P Engineering realizzerà, entro il 2019, un impianto pilota completo in Olanda, negli allevamenti Renders&Renders, partner di 3P Engineering nel progetto Europeo Chimera, capace di riutilizzare il 100% della pollina negli stessi stabilimenti in cui è prodotta, eliminando quindi anche il problema del trasporto e con la possibilità di produrre energia.

L’impianto Renders dovrà smaltire almeno 1.500 tonnellate all’anno di letame e dovrà essere in grado di funzionare almeno 6.053 ore l’anno. Questo preverrà la produzione annua di 60 tonnellate di ammoniaca, e una quantità di gas serra equivalente a più di 500 tonnellate di anidride carbonica. Inoltre è prevista la produzione di 4,5 GWh di energia elettrica e termica e la generazione di ceneri che, una volta reidratate, equivarranno a 260 – 320 tonnellate di fertilizzante di ottima qualità.

“Se Chimera diventasse uno standard negli allevamenti di polli, – spiega Rosalino Usci, co-amministratore delegato di 3P Engineering- l’inquinamento da letame verrebbe praticamente azzerato, così come gran parte dei problemi relativi ai costi di smaltimento e agli odori causati dalla pollina”.

“Gli allevamenti sarebbero autosufficienti dal punto di vista energetico – prosegue Michele Marcantoni, l’altro co-ad e fondatore di 3P Engineering – e il fertilizzante garantirebbe una produzione abbondante di cibo per i polli, secondo un modello di economia circolare. Inoltre, uno dei prossimi step di sviluppo del progetto riguarda lo studio della replicabilità della tecnologia di Chimera in altri contesti di produzione di rifiuti organici”.

La campagna di test già eseguiti comprende: test preliminari, che hanno riguardato l’avvio degli impianti; test nominali, con prove di combustione stabilizzate in condizioni nominali; test emissioni, volti a rilevare la qualità dei gas di scarico in condizioni nominali.



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