Produzione fotovoltaica aumentata del 10% sostituendo l’inverter
In base al rapporto Snapshot of Global PV Markets 2016, recentemente pubblicato dall’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia), l’Italia, dove il fotovoltaico copre l’8% della domanda di energia elettrica nazionale, vanta il primato nel contributo del solare al mix energetico nazionale, seguito da Grecia al 7,4% e Germania al 7,1%. Questo dato conferma l’importanza strategica del settore del revamping per i produttori di inverter fotovoltaici che sono rimasti sul mercato, e che devono potere intervenire su impianti dotati di inverter forniti da aziende che si sono ritirate dal mercato a seguito di fallimenti e/o acquisizioni. Fra le aziende che operano con successo nel revamping c’è Omron, il cui inverter, pur privo di trasformatore, grazie al circuito ZCC (Zig Zag Connecting Chopper Converter), può sostituire inverter con trasformatore in impianti con moduli a film sottile che richiedono la messa a terra del polo negativo.
Interessante l’esperienza raccontata da Filippo Agriman, responsabile tecnico-commerciale di Solarit, azienda che opera nel settore fotovoltaico dal 2001, che ha trovato una soluzione efficace per sostituire l’inverter centralizzato con trasformatore e polo negativo a terra di un impianto da 70,20 kW realizzato con moduli a film sottile. Si tratta di un impianto di proprietà di un’azienda agricola allacciato in rete nel 2011 in regime di Conto Energia e Scambio sul Posto. A rendere la situazione particolarmente critica il produttore di moduli a film sottile presenti sull’impianto è uscito dal mercato.
“Una delle peculiarità dei moduli a film sottile è che, a parità di potenza installata rispetto ai moduli mono e poli cristallini, hanno delle capacità parassite piuttosto elevate, che provocano una maggiore corrente di dispersione specialmente al crescere del grado di umidità ambientale, situazione che rischia di attivare il controllo di isolamento dell’inverter, il quale, per sicurezza, smette di produrre energia fino al ristabilirsi delle condizioni standard”, afferma Eleonora Denna, Product Marketing Manager di Omron, ”I test per la dichiarazione di compatibilità, svolti in collaborazione con il produttore di moduli, verificano che la capacità parassita prodotta abbia valori sufficientemente bassi da limitare questo fenomeno. Purtroppo in questo caso non è stato possibile eseguire i test a causa dell’impossibilità di dialogare col produttore di moduli, e quindi dichiarare la compatibilità”.
“Vista l’impossibilità di riparare convenientemente l’inverter è stato necessario procedere con la sostituzione.”, racconta Filippo Agriman. “I requisiti erano la messa a terra del polo negativo, e il mantenimento del numero di moduli per stringa: 26 stringhe da 10 moduli ciascuna. La scelta è andata subito sul KP100L prodotto da Omron: l’unico Inverter di questa taglia tuttora presente sul mercato che può sostituire inverter con trasformatori, pur non essendone dotato, in quanto il circuito ZCC garantisce la messa a terra del polo negativo, senza nemmeno richiedere l’aggiunta di un grounding kit o la rilavorazione in fabbrica del dispositivo. In mancanza dei presupposti necessari a rilasciare la dichiarazione di compatibilità da parte Omron, abbiamo deciso di procedere con una prova sul campo. Da stime eseguite in 30 giorni di attività possiamo affermare che la produzione della sezione di impianto servita dai tre inverter di stringa Omron è del 10% superiore rispetto a quella servita dal vecchio inverter centralizzato.”
“E’ stata un’esperienza interessante, afferma Eleonora Denna, Product Marketing Manager di Omron, e una prova che dimostra come il nostro inverter, pur senza trasformatore, possa essere utilizzato per sostituire inverter in installazioni che richiedono la messa a terra del polo negativo, situazione ricorrente in impianti con moduli a film sottile. E’ opportuno inoltre ricordare che l’inverter Omron, grazie ai 3 MPPT, è agevolmente configurabile via tastierino, e ha un ampio campo di tensione in ingresso per cui è adattabile a un vasto numero di installazioni senza richiedere modifiche architetturali degli impianti”.
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