PFU: in Italia elevato rischio abbandono

Pubblicato il 27 novembre 2015

Ecopneus annuncia il superamento del proprio target annuale di raccolta dei Pneumatici Fuori Uso. Si stimano però almeno altre 25.000 tonnellate di PFU “extra” rispetto al target complessivo nazionale da gestire e a rischio di abbandono se non raccolte o correttamente stoccate presso i “gommisti”, derivanti dalla vendita in nero di pneumatici e dal trasferimento nel mercato del ricambio di pneumatici staccati da veicoli in demolizione.

I pneumatici venduti irregolarmente, infatti, oltre ad evadere il contributo ambientale e l’Iva sul prezzo d’acquisto, costituiscono quantitativi “eccedenti” non contabilizzati nelle quote di responsabilità dei diversi soggetti preposti alla gestione dei PFU. Si tratta di PFU che “non esistono” per il circuito legale, ma che viceversa si trovano presso i punti di raccolta, se non già avviati verso un trattamento altrettanto irregolare.

Giovanni Corbetta, Direttore Generale di Ecopneus ha dichiarato: “Per il 5° anno consecutivo Ecopneus ha deciso di accollarsi una parte importante del problema, continuando per ora a raccogliere PFU e alleggerire quindi, con le proprie risorse economiche residuali, il potenziale grave problema nazionale. Lo facciamo perché lo riteniamo un comportamento responsabile, coerente con il mandato dei nostri Soci e con il modo di lavorare che abbiamo scelto di attuare, fin dall’inizio”.

Sin dal primo anno di avvio di attività, infatti, Ecopneus si è fatto carico del problema per quantitativi significativi: rispetto al milione di tonnellate di PFU gestite complessivamente nei primi 4 anni di vita, ben 67.000 tonnellate sono state raccolte e recuperate oltre l’obbligo di legge e senza contare gli interventi negli “stock storici”. Nel 2014 è stato toccato il picco del fenomeno con un +13% di raccolta extra-target per Ecopneus, pari a quasi 30.000 tonnellate.

Per legge, il target annuale di raccolta per i sistemi di gestione dei PFU è pari alla quantità di pneumatici immessi al consumo dai rispettivi Soci nell’anno precedente, al netto della quota di pertinenza dei pneumatici usati esportati per il mercato del riuso e della ricostruzione. Su tale quantitativo deve essere calcolato il valore dei contributi e così, raggiunto il target, i Consorzi non hanno più obbligo di raccolta dei Pneumatici Fuori Uso presso gommisti, officine, stazioni di servizio, né risorse economiche per le relative attività.

“Per fare fronte alla situazione descritta”, conclude Corbetta, “Ecopneus continua ancora per altre giornate la raccolta extra-target; una decisione che va a beneficio: dei ‘gommisti’, che evitano gli inconvenienti di dover provvedere individualmente al trattamento dei propri rifiuti, non gestiti dal sistema nazionale; del Paese, che vede ridotto il rischio di abbandono da parte di operatori poco corretti; delle Istituzioni, che dovranno però impegnarsi nell’affinamento della normativa vigente per far fronte a questo problema”.



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