Patto dei sindaci contro i cambiamenti climatici

Lanciato nel 2008, il Patto dei sindaci impegna i governi locali e regionali che vi aderiscono a raggiungere e superare gli obiettivi climatici ed energetici dell’Ue. Da allora il Patto è stato firmato da più di 6.500 città e regioni, che rappresentano oltre 200 milioni di cittadini disposti a ridurre di oltre il 20% le loro emissioni di carbonio entro il 2020. Sfruttando l’attuale slancio politico, il Patto si è recentemente fuso con l’iniziativa Mayors Adapt (“I sindaci si adattano”) – che aiuta le città e le regioni a integrare le misure di mitigazione e adattamento – e ha fissato un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni di carbonio del 40% entro il 2030.
Il CdR – un’istituzione Ue che comprende 350 sindaci, presidenti di regione e amministratori locali – sostiene da tempo il Patto come un esempio della capacità di governi di tutti i livelli di agire insieme in materia di clima. “L’Unione Europea sta andando nella direzione giusta sostenendo gli sforzi delle regioni e delle città attraverso il Patto”, ha detto Francesco Pigliaru, Presidente della Regione Sardegna alla guida della commissione Ambiente del Comitato. “Sono politiche che richiedono un alto grado di consenso e di coordinamento”, ha aggiunto, “solo le istituzioni locali e regionali hanno la profonda conoscenza delle opportunità e delle debolezze dei loro territori, così come il legame più stretto e diretto con le popolazioni. Tutto questo deve essere raccolto e trasmesso ai livelli più alti di governo: solo così si possono prendere buone decisioni. È una visione che perseguo sia come presidente Enve sia come presidente della Sardegna: ai nostri territori chiediamo partecipazione costante, per arrivare a scelte che siano davvero utili”.
Facendo riferimento a una relazione dell’Unfccc secondo la quale le attuali proposte si limiterebbero a contenere l’aumento della temperatura entro i 2ºC, il Presidente del CdR Markku Markkula ha affermato che: “Le attuali proposte in materia di clima mancano di ambizione e non saranno sufficienti. Noi tutti, però, abbiamo la responsabilità collettiva di lottare contro i cambiamenti climatici. Il Patto dei sindaci è un esempio perfetto di governance multilivello efficace nella politica climatica: esso ottiene risultati concreti e va al di là delle ambizioni nazionali, spingendo tutti gli aderenti a lavorare insieme e a mettere in comune le risorse. La globalizzazione del Patto dei sindaci è una buona notizia, sia per la giustizia climatica sia per lo sviluppo sostenibile”.
Il vicepresidente della Commissione europea, Maroš Šefčovič, ha dichiarato: “Sulla base dei numerosi incontri avuti con i leader locali, sono profondamente convinto che le città e le regioni dovrebbero essere in prima fila nell’azione per il clima. Il Patto dei sindaci ha finora dimostrato di essere molto efficace, e dobbiamo far tesoro di questo successo. Siamo pertanto impegnati a rafforzare tale rete e a trasformarla in un vero e proprio movimento globale, fondato su una visione a lungo termine condivisa da tutti i partecipanti”.
James Nxumalo, sindaco di Durban, Sudafrica, e vicepresidente dell’Iclei – Enti locali per la sostenibilità, ha dato il suo sostegno alla globalizzazione del Patto dei sindaci, dichiarando che: “Quelle che aderiscono al Patto dei sindaci sono le città che lottano contro i cambiamenti climatici nel modo più efficace, ed è pertanto fondamentale che i leader locali siano riconosciuti come attori chiave della riduzione delle emissioni e dell’attuazione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici. Iniziative quali il Compact of Mayors e il Patto dei sindaci, che hanno recentemente concluso un partenariato, dimostrano che i leader locali prendono l’iniziativa al loro livello per contribuire a fissare i termini dell’azione per il clima e costruiscono il proprio percorso verso un futuro più sostenibile”.
Queste osservazioni sono state formulate in occasione di un importante evento organizzato dal Patto solo pochi giorni prima della fine della COP 21, nel cui ambito i negoziatori hanno potuto orientarsi verso soluzioni alternative, come porre l’accento sull’azione locale per il clima. I governi locali e regionali, compresi i membri del CdR, chiedono con forza di essere inclusi nella nuova governance globale del clima per collaborare con l’Unfccc e gli Stati. In una relazione elaborata da Kata Tüttő, consigliere comunale di Budapest, il CdR si è impegnato anche a promuovere l’azione locale e regionale per il clima nell’Ue e nei Paesi vicini.
Sempre ai fini della globalizzazione dell’iniziativa, essa è entrata ufficialmente a far parte della piattaforma dei soggetti non statali per l’azione sul clima (Nazca), creata dall’Unfccc per registrare gli impegni assunti nella lotta ai cambiamenti climatici.
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