Edizione N° 5 del 8 giugno 2005

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Edizione N° 5 del 8 giugno 2005


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Biodiversità e aree protette
08-06-2005 Nella cassaforte naturale italiana vi sono 57.000 specie di animali e 6.000 piante diverse. L’obiettivo per il 2010 sancito nel 2002 a Johannesburg durante il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile prevede una significativa riduzione del tasso di perdita della biodiversità. Fra le attività italiane per il raggiungimento di tale obiettivo si segnala da un lato la tutela di quasi il 20% del territorio attraverso il sistema delle aree protette nazionali e la Rete Natura 2000, dall’altro un forte sostegno dell’obiettivo del 2010.

La Convenzione per la Biodiversità (CBD), siglata a Rio de Janeiro nel 1992, costituisce a livello internazionale lo strumento principale per la salvaguardia della biodiversità e vede l’Italia pienamente coinvolta nella consapevolezza del ruolo irrinunciabile di tali attività. Con questa convinzione l’Italia ospiterà a Montecatini, dal 13 al 17 giugno 2005, la prima riunione del gruppo di lavoro sulle aree protette cui parteciperanno rappresentanti di tutte le parti contraenti della Convenzione.

La rete di aree protette italiane (24 parchi nazionali, 23 aree marine protette, più di 700 tra riserve, parchi regionali e riserve statali) contiene nella sua “cassaforte” circa 57.000 specie di animali, 6.000 specie di piante e una grandissima varietà di habitat. Ecco alcuni dei tesori all’interno della natura protetta.

Gran Paradiso: Lo stambecco è il vero simbolo del parco, ma tra le tante specie troviamo anche l’ermellino e tra gli uccelli l’aquila reale (presente con una dozzina di coppie). Sempre più numerosi, grazie al progetto per la sua reintroduzione, sono gli avvistamenti del gipeto, scomparso nel 1912.

Val Grande: La più importante wilderness area d’Italia, un vero regno della natura selvaggia. Nei prati sono presenti numerose erbe medicinali, tra cui la borragine. Qui è presente l’upupa, un uccello insettivoro, migratore, di doppio passo in Italia. In alta quota, tra i 1600 e i 2600 metri l’Aquilegia delle Alpi, una pianta abbastanza rara.

Dolomiti Bellunesi: Qui si trova l’alisso di Obir, uno dei fiori più vivaci e rari delle Dolomiti Bellunesi, specifico delle pietraie calcaree attorno ai 2000 metri.

Foreste Casentinesi: La presenza del lupo e del cervo basterebbe a soddisfare la curiosità dei naturalisti. Della presenza del cervo si stima l’entità con “il metodo del bramito”, che aiuta a contare i maschi sessualmente maturi con la rilevazione delle loro manifestazioni vocali (si sono censiti circa un migliaio di individui). Del lupo si contano circa 40 esemplari.

Arcipelago Toscano: L’isola d’Elba, una delle sette isole dell’Arcipelago, è uno scrigno di ricchezze mineralogiche, con oltre 150 specie individuate, e possiede una storia mineraria che risale agli Etruschi. All’Elba e Capraia nidifica il falco pellegrino, ma la vera rarità è il gabbiano corso, assurto a simbolo del parco. In questi mari si incontra anche la Stenella striata, una vistosa banda nera sui fianchi lo distinguono dal noto, ma oggi ben più raro, delfino comune.

Abruzzo, Lazio, Molise: Uno dei meriti della grande area protetta è di aver salvato appena in tempo dalla totale estinzione il camoscio appenninico, un interessante specie endemica dell’Appennino centrale, ormai considerato una sottospecie dei camosci dei Pirenei.

Gargano: Intensa l’attività per evitare l’estinzione del patrimonio di agrumi, in particolare l’arancia bionda del Gargano e la duretta del Gargano, che entro l’estate riceverà il riconoscimento Igp (indicazione geografica protetta). Questo è anche il “posto” delle orchidee, oltre 56 specie censite, 5 sottospecie. Si è reintrodotto il capriolo garganico e il Cisto di Clusio (un tipo di fiore autoctono che vive solo nel Bosco Isola della Laguna di Lesina.

Torre Guaceto: Nelle acque di questa area marina protetta c’è un’importante presenza della tartaruga marina caretta caretta.

Capo Gallo- Isola delle Femmine: Nelle acque del mare si trovano più di 100 specie di alghe tra cui la rosa di mare e la coda di pavone.

Isole Pelagie: Per chi si avventura nelle acque di Lampione ci può essere il brivido di un incontro con lo squalo grigio. Lampedusa è rimasta uno dei pochi siti certi di ovodeposizione della tartaruga marina comune; mentre a Linosa non è difficile imbattersi in esemplari di barracuda o tritone spinoso.

Asinara: vi nidificano il marangone dal ciuffo, il gabbiano corso, il gheppio e il falco pellegrino. Tra i mammiferi vi è una colonia di 300 mufloni e il famoso asinello bianco. Sui fondali marini è possibile trovare la rara pinna un bivalve ormai in forte regressione.

Inquinamento acustico: nuove regole contro il rumore ambientale
08-06-2005 Il Consiglio del Ministri ha approvato in prima lettura un decreto legislativo di recepimento di una direttiva comunitaria (2002/49/Ce) che introduce importanti novità nel settore dell’inquinamento acustico per evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi dell’esposizione al rumore ambientale, compreso il fastidio, salvaguardando l’assetto normativo già esistente.

Vengono introdotti specifici piani di azione ed è istituita una nuova “fascia oraria” in cui censire il rumore: la sera tra le 20 e le 22.

Le novità introdotte dalla direttiva riguardano l’obbligo di utilizzare descrittori acustici armonizzati diversi da quelli previsti oggi, il descrittore Lden (che definisce il livello complessivo di rumore delle tre fasce orarie giorno, sera, notte) e Lnight, che rappresenta l’indicatore dei disturbi del sonno; l’obbligo di elaborare, utilizzando i nuovi descrittori del rumore ambientale, mappe acustiche strategiche che determinano l’esposizione globale al rumore in una certa zona e mappature acustiche degli agglomerati urbani e delle principali infrastrutture di trasporto, per determinare così l’esposizione al rumore e definire prescrizioni generali; l’obbligo, sulla base della mappatura, di elaborare e adottare piani di azione che aggiornano quelli esistenti per la gestione dei problemi connessi all’inquinamento acustico e ai suoi effetti, al fine di evitare e di ridurre il rumore ambientale e limitare gli effetti nocivi per la salute umana; l’obbligo di assicurare l’informazione al pubblico.

Nel 2004 recupero e riciclo degli imballaggi aumentano in modo significativo
08-06-2005 Dalla nascita di Conai a fine 2004 il recupero complessivo è passato dal 33,2% al 59,5% degli imballaggi immessi al consumo. I volumi riciclati, provenienti dalla raccolta differenziata pubblica e privata, hanno superato, nel 2004, i 6 milioni di tonnellate, con una percentuale sull’immesso al consumo pari al 51,5%.

Con il 2004 conclude il suo triennio di attività l’attuale Consiglio d’Amministrazione di Conai. I risultati ottenuti in questo periodo dal sistema consortile sono tutti significativi, primo fra tutti l’adempimento degli obblighi di recupero e riciclo dei rifiuti di imballaggi previsti dalla direttiva europea.

Altro risultato di rilievo è la firma, avvenuta il 14 dicembre 2004, del nuovo Accordo Quadro Anci-Conai grazie al quale il livello quali-quantitativo della raccolta differenziata urbana potrà migliorare e crescere laddove è ancora lontana dagli obiettivi stabiliti.

Il costante incremento della raccolta differenziata ha contribuito alla crescita dei livelli di recupero e riciclo. Nel 2004 la raccolta differenziata si è attestata intorno al 23% contro un 11% del 1998, una riuscita significativa soprattutto se si considera il forte ritardo delle regioni centro-meridionali.
La quantità di rifiuti di imballaggio avviata a riciclo dal sistema consortile ha raggiunto i 2,5 milioni di tonnellate, con un incremento del 163% nei sei anni di attività.

Questi risultati pongono l’Italia tra i più forti riciclatori di materiali di imballaggio in Europa, seconda soltanto alla Germania tra i grandi Paesi. Ciò ha permesso di alimentare e far crescere, sia in dimensioni sia in capacità tecnologica, un’industria italiana del riciclo che oggi vanta punte di eccellenza a livello mondiale.

Nel 2004 i rifiuti di imballaggio complessivamente avviati al recupero energetico raggiungono quasi un milione di tonnellate e rappresentano il 13,5% del recupero complessivo. I livelli sono nettamente inferiori alla media europea e, anche in questo caso il divario tra il Nord e il Centro-Sud è notevole.

Nel corso del 2004 c’è stato un incremento del numero delle piattaforme che è passato complessivamente da 354 a 379. Ben il 56% delle piattaforme riguarda gli imballaggi di legno, dovuto all’ampia diffusione degli imballaggi a trasporto e della loro recuperabilità.

Attento allo sviluppo di iniziative volte a minimizzare, già in fase di progettazione, l’impatto ambientale degli imballaggi, nel 2003 il Consorzio ha lanciato “Pensare Futuro”. L’iniziativa si propone di diffondere la cultura della prevenzione e dello sviluppo sostenibile tramite una serie strutturata di attività, tra cui la recente indagine sul riutilizzo degli imballaggi nel nostro Paese, oltre all’ormai noto Oscar dell’Imballaggio.

Farmaci scaduti: firmato l’accordo per una corretta gestione
08-06-2005 Per i produttori di rifiuti, costituiti da farmaci scaduti o invendibili (le farmacie e i grossisti), che conferiscono gli stessi ad Assinde Servizi, società costituita dalle Associazioni di categoria del settore farmaceutico (Farmindustria, Federfarma, A.S.SO.FARM, ADF, Federfarma Servizi), sono previste semplificazioni relativamente ai registri di carico e scarico e al MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale), gli adempimenti per questi rifiuti saranno assolti in loro vece da Assinde Servizi, che provvede all’eventuale indennizzo tramite apposita Società finanziaria. In questo caso le farmacie e i grossisti dovranno compilare e conservare solo i formulari di identificazione, a testimonianza del corretto affidamento dei rifiuti. Altre semplificazioni sono l’utilizzo di supporti informatici in luogo della documentazione cartacea.

Da parte di Assinde Servizi vi è l’impegno, in tempi brevi, a utilizzare per gli imballaggi secondari, quelli che non sono a diretto contatto con i farmaci, contenitori riutilizzabili al fine di ridurre i rifiuti costituiti dagli imballaggi stessi. Naturalmente viene garantito che la raccolta, il trasporto e lo smaltimento del farmaco scaduto, attraverso la termodistruzione in impianti autorizzati, avviene secondo quanto previsto dalla normativa vigente.
Si prevede poi un Comitato di Vigilanza e di Controllo costituito dai rappresentanti dei ministeri e di Assinde Servizi, aperto anche a ulteriori sottoscrittori, che provvederà alla corretta attuazione dell’Accordo stesso.

La discarica sostenibile
08-06-2005 Nel corso del seminario “La discarica sostenibile” verranno trattati e dibattuti temi di grande attualità nel campo della gestione dei rifiuti, quali l’impatto di lungo termine delle discariche e possibili criteri per la definizione della sostenibilità ambientale delle discariche dopo la fine del periodo di esercizio.

Il seminario è promosso da IWWG (International Waste Working Group), gruppo di lavoro che riunisce alcuni dei più noti esperti a livello internazionale della gestione dei rifiuti e rappresenta un laboratorio per l’elaborazione di nuove idee e la promozione di filoni di ricerca avanzata, e Università di Padova, che costituisce uno dei più importanti poli di ricerca sulla gestione dei rifiuti solidi e organizza ogni due anni, congiuntamente con l’Università Tecnica di Amburgo, i Simposi Internazionali Sardinia.

Il concetto di discarica sostenibile nasce dall’esigenza di restringere l’impatto ambientale di lungo termine entro i confini temporali di una generazione (30-40 anni) in accordo con il principio di “sviluppo sostenibile”. Ciò presenta molteplici risvolti tecnici, legali e amministrativi con necessità di soluzioni diverse dalle tradizionali e che potrebbero essere talvolta in distonia con alcune prescrizioni della vigente normativa europea e italiana.

Esposizione mondiale dei veicoli a gas metano e a idrogeno
08-06-2005 La fiera è stata organizzata dalla rivista specializzata the Gas Vehicles Report con il sostegno della Provincia Autonoma di Bolzano. Contemporaneamente alla manifestazione si terrà l’undicesimo Congresso europeo di Engva, associazione europea dei veicoli a metano, a cui parteciperanno oltre 400 esperti del settore, provenienti da 45 Paesi del mondo.

Da parte sua la Provincia Autonoma di Bolzano informerà in fiera il pubblico sugli ultimi sviluppi in merito all’infrastruttura del metano in Alto Adige, sulla ricerca dell’idrogeno, su alternative nel campo della mobilità e su progetti di alta tecnologia. Un momento di eccellenza sarà rappresentato dalla conferenza sull’era dell’idrogeno da parte del famoso economista statunitense Jeremy Rifkin il 9 giugno all’Accademia Europea (Eurac).

Inaugurato a Lecce il laboratorio di Microinquinanti Organici
08-06-2005 Realizzato dall’Inca (Consorzio Interuniversitario Nazionale La Chimica per l’Ambiente), il laboratorio tra le sue diverse attività si occupa di monitorare la presenza di microinquinanti organici nell’ambiente, analizzando matrici di diversa natura, dall’acqua ai terreni, dagli alimenti fino all’aria e ai liquidi, e di mettere a punto innovative metodologie di analisi e di decontaminazione.

Non solo. Il laboratorio controlla anche i prodotti alimentari lungo tutta la loro catena di produzione, in un’area come il Salento, in cui l’agricoltura e l’industria alimentare costituiscono una risorsa produttiva trainante. Dotato di una strumentazione analitica di massimo livello, ovvero spettrometri di massa ad alta e bassa risoluzione, e altre apparecchiature all’avanguardia, nel laboratorio vengono analizzati i cosiddetti Pop, ovvero gli inquinanti organici persistenti, quali diossine, Ipa, Pcb, il tutto garantendo le prerogative di qualità del dato e di tracciabilità assicurate dai metodi ufficiali internazionali. Sue finalità sono, inoltre, l’attività di formazione e ricerca.

Questo laboratorio, che è costato oltre un milione e mezzo di euro, sfrutta il know-how già consolidato del personale del Laboratorio del Consorzio Inca (Consorzio Nazionale La Chimica per l’Ambiente presieduto dal Professor Pietro Tundo) situato nel parco scientifico tecnologico di Marghera, in provincia di Venezia.

Impianto di depurazione di Vimercate: obiettivo purezza
08-06-2005 Per rispettare i vincoli imposti a livello comunitario, nel 2002 il Comune di Vimercate ha varato un significativo ampliamento dell’impianto di depurazione esistente che, essendo in funzione da alcuni decenni, non era più in grado di soddisfare le richieste di depurazione della cittadina brianzola, sia in termini di quantità sia di qualità. Il compito di ampliare e modernizzare l’intero impianto è stato affidato alla francese Degremont che ha ideato una nuova struttura in grado di servire 104 mila abitanti (praticamente il doppio di quelli precedenti) depurando i liquami provenienti dal bacino idrico Nord-Ovest di Vimercate. La società transalpina ha a sua volta delegato lo svolgimento della parte di automazione a Idra, azienda di Vimercate specializzata nella gestione del ciclo integrato dell’acqua che, grazie al supporto di Rockwell Automation come fornitore tecnologico, ha puntato sull’automazione per portare a termine il progetto.

La decisione di adottare soluzioni di automazione industriale è stata dettata in primo luogo dalle dimensioni del depuratore stesso: l’elevato numero di componenti ordinari (ben 50 pompe e 40 valvole) e specifici, obbliga l’impianto di depurazione a dotarsi di oltre 1.200 I/O da gestire. Una moltitudine di apparecchi e relativi segnali che devono necessariamente funzionare in modo coordinato, oltre a essere monitorati e gestiti in modo continuo. Lo stabilimento, di fatto, deve essere in grado di operare senza interruzioni nell’arco delle 24 ore. Per tale ragione Idra ha scelto di aumentare il grado di innovazione: in primis collegando i singoli apparecchi attraverso una rete in fibra ottica, quindi “affidando” l’intera infrastruttura a sei Plc Slc 505 Rockwell Automation. Così facendo, la società ha potuto creare i presupposti per la realizzazione di un sistema di gestione e monitoraggio da remoto, il tutto soddisfacendo i giusti requisiti di robustezza per il governo dell’impianto. L’unico vero limite, rappresentato dalla necessità di utilizzare uno Scada per gestire la parte grafica, si è rivelato influente, non essendoci la necessità di operare in tempi particolarmente rapidi.

Oltre all’ottimizzazione del ciclo di funzionamento, l’automazione presente all’interno dell’impianto di Vimercate permette di convogliare i dati in un unico punto, dal quale è possibile verificare e monitorare il funzionamento dei singoli apparati. Nello specifico, il sistema di supervisione è arricchito da un allarmistica in grado di allertare il personale a fronte di qualsiasi situazione anomala. Sfruttando una semplice connessione Internet, in pratica, i tecnici possono essere avvertiti anche quando si trovano lontano dal depuratore stesso, garantendo così interventi pressoché immediati.

Malgrado i vantaggi economici, la scelta di aprire il controllo dell’intero impianto a una gestione da remoto espone ai rischi di intromissioni non autorizzate. Soeco, la società che ha curato il progetto in qualità di System Integrator, ha ovviato al problema proponendo un sistema di autenticazione per singolo utente. In sostanza, in funzione delle competenze e delle abilitazioni personali, i tecnici autorizzati e il personale amministrativo dei Comuni possono accedere esclusivamente ai dati o alla gestione dell’impianto in funzione dei loro incarichi. Un espediente che permette oltretutto di disporre di un registro di tutte le singole attività svolte.

L’impianto di Vimercate è oggi in grado di reimmettere nel Molgora acque caratterizzate da un più elevato livello di purezza che, oltre a rispettare le severe norme europee, ha permesso un progressivo ripopolamento della fauna ittica del fiume. Un aspetto fondamentale anche in considerazione del fatto che, a seguito delle rilevazioni effettuate da Arpa nel 2003, lo stato biologico del torrente lombardo era stato definito “scadente”.

Notizia tratta da un articolo pubblicato sulla rivista Inquinamento n. 72 – giugno 2005, a cura di Roberto Catania

Nanoparticelle: un rischio in più
08-06-2005 In conclusione possiamo affermare che c’è evidenza della possibilità delle nanoparticelle di penetrare il nostro corpo attraverso differenti vie e della loro tossicità con conseguenti rischi, in particolare per donne in gravidanza e per ambienti di lavoro. Gli aspetti positivi in farmacologia di questo processo non devono far dimenticare quelli altamente negativi che ci obbligano a fare il possibile per abbattere il numero delle particelle non necessarie, particolarmente quelle insolubili. Un aspetto importante riguarda la caratterizzazione chimica accanto a quella fisica: valutazioni tossicologiche ed ecotossicologiche di nanoparticelle sconosciute risultano pertanto fondamentali per acquisire una corretta e completa informazione del rischio che da esse può derivare all’uomo.

Notizia tratta da un articolo pubblicato sulla rivista Inquinamento n. 72 – giugno 2005, a cura di Luigi Campanella.

La Giunta di Federchimica designa all’unanimità Giorgio Squinzi alla Presidenza
08-06-2005 Giorgio Squinzi, che subentrerà a Diana Bracco, è stato designato alla Presidenza di Federchimica per il biennio 2005-2007 dalla Giunta della Federazione, che si è recentemente riunita. Il nome di Squinzi ha raccolto unanime consenso sia nelle consultazioni compiute dai ‘Saggi’ sia nel voto a scrutinio segreto e sarà proposto per l’elezione all’Assemblea il prossimo 13 giugno.

La Giunta di Federchimica ha inoltre espresso un vivo apprezzamento per l’attività svolta da Diana Bracco, presidente uscente, e un sentito ringraziamento per aver rafforzato l’autorevolezza e il prestigio della Federazione nel corso del suo mandato.

Laureato in Chimica e, honoris causa, in Ingegneria Chimica, Giorgio Squinzi è amministratore unico di Mapei dal 1984. Squinzi, Cavaliere del Lavoro, è stato presidente di Federchimica; fa parte della Giunta di Confindustria, di cui ha ricoperto il ruolo di vice presidente con delega per la Ricerca. Attualmente è vice presidente di Assolombarda e Membro del Consiglio Direttivo di Assopiastrelle.

Il 7° programma quadro ricerca 2007-2013 dell’Unione europea
08-06-2005 L’atto formale più recente relativo al 7° Programma quadro ricerca dell’Unione europea (7° Pq) è del 6 aprile 2005, quando la Commissione pubblica la proposta per la decisione del Parlamento e del Consiglio europei relativa al nuovo strumento di sostegno alla ricerca per il periodo 2007-2013.

In realtà le premesse risalgono a cinque anni orsono.

Nel 2000 a Lisbona ricerca e scienza vengono poste al centro dei programmi di sviluppo dell’Unione; successivamente, il Consiglio di Barcellona del 2002 decide che gli stanziamenti globali per tale settore devono aumentare progressivamente fino a raggiungere il 3% del Pil (prodotto interno lordo) entro il 2010, tra investimenti privati (due terzi) e
risorse pubbliche (un terzo).

Gli obiettivi e le attività del 7° Pq si articolano lungo le seguenti tematiche chiave:
cooperazione: sostegno a una larga gamma di iniziative quali salute; alimentazione; agricoltura e biotecnologie; Ict (tecnologie dell’informazione e della comunicazione); nanoscienze, nanotecnologie e materiali; energia; ambiente; trasporti; scienze socio-economiche e umanistiche; sicurezza e spazio;
idee: sostegno ai progetti esplorativi dei piccoli gruppi di ricerca;
risorse umane: promozione delle potenzialità quantitative e qualitative del personale;
capacità: supporto a infrastrutture, Pmi (piccole e medie imprese), collaborazioni regionali, scienza e società;
Ccr: attività non nucleari del Centro comune di ricerca.
Le risorse previste per il 7° Pq ammontano, a oggi, a 73.315 milioni di € così ripartiti: cooperazione 44.735 milioni di €; idee 11.942; risorse umane 7.178; capacità 7.536; attività non nucleari del Ccr 1.824.

Baccalini confermato presidente di Aschimfarma
08-06-2005 Gian Mario Baccalini, nel corso dell’Assemblea, dichiara che a fronte della concorrenza dei produttori asiatici e indiani è necessario prevedere ispezioni e controlli per le imprese produttrici di principi attivi provenienti dai mercati extracomunitari e prosegue: “Gli stabilimenti produttivi delle imprese italiane devono giustamente superare le rigorose ispezioni dell’Aifa e, per esportare negli
USA, della Food and Drug Administration. I principi attivi farmaceutici importati nella UE da India e Cina possono invece essere corredati da un semplice certificato di conformità. Lo scorso dicembre abbiamo finalmente ottenuto, nell’ambito del Codice dei Diritti di Proprietà Industriale, una norma che consente alle imprese italiane produttrici di principi attivi farmaceutici di condurre studi e sperimentazioni prima della scadenza brevettuale. In tal modo i produttori italiani possono oggi competere – per quanto riguarda gli aspetti di proprietà industriale – a parità di regole sul mercato internazionale.”

Questo però non basta. Il prossimo 29 e 30 giugno a Stresa, con il contributo del Ministero delle Attività Produttive, Aschimfarma realizzerà la seconda edizione di “Bulk@Italy” che rappresenta un’opportunità unica di promozione del nostro settore a livello internazionale. Durante Bulk@Italy 2005 le imprese italiane partecipanti potranno incontrare i più significativi clienti internazionali e, al termine della “Conference” e della “Tavola rotonda con le Autorità”, avviare business meeting.

L’Assemblea ha inoltre eletto la Commissione Direttiva di Aschimfarma, composta da: Stefano Campolmi (Chemi), Antonio Cantaluppi (Bracco), Giovanni De Felice (DSM Capua), Daniele Cardoso (Laboratorio Chimico Internazionale), Benedetto Della Beffa (Indena), Margalit Fine (Sicor), Marco Frigerio (Clariant), Guido Gnemmi (Lusochimica), Maria Gobbi (Antibioticos), Riccardo Mattavelli (Bidachem), Giorgio Oberrauch (Recordati), Ernesto Oppici (Intendis Manufacturing), Adriano Picchiò (Prodotti Chimici e Alimentari), Paolo Russolo (Cambrex Profarmaco), Alessandro Sassi (Euticals), Giovanni Venerucci Manzaroli (Acs Dobfar).

Daniele Bandiera rieletto presidente di Ceramicolor
08-06-2005 Presidente dell’Associazione, per il biennio 2005/2006 è stato confermato Daniele Bandiera presente nel settore dei colorifici da 25 anni e attualmente direttore generale divisione Tile e amministratore delegato di Ferro Italia. Alla vice presidenza, invece, sono stati eletti Armando Meletti (Esmalglass) e Valter Musso (Tioxide Europe).

La Commissione Direttiva dell’Associazione è ora composta, oltre che dal presidente, vice presidenti e dal past president Robero Passarotto (Penox Italia), da Marco Bitossi (Colorobbia Italia), Fidenzio Franzoni (Cer.Ser.), Tarcisio Lamecchi (Coloritalia), Angelo Lami (Inco Industria Colori), Rodolfo Pini (Colorveggia Reire), Gino Romani (Johnson Matthey Italia) e Graziano Vignali (Metco).

Inquinamento chimico delle falde a Ferrara: archiviato il procedimento
08-06-2005 L’archiviazione del gip di Ferrara, Silvia Giorni, soddisfa la Solvay, secondo cui: “questa archiviazione deve far riflettere sull’atteggiamento pregiudizialmente ostile all’industria di chi troppo spesso alimenta campagne di disinformazione pubblica durante lo svolgimento delle indagini da parte degli organi ufficiali”.

“Il Giudice – rileva la nota di Solvay – preso atto delle conclusioni del perito, il professor Bellin, ha riconosciuto l’evidente infondatezza dell’ipotesi accusatoria sottolineando che la condotta dei dirigenti Solvay in sede di messa in sicurezza di emergenza del sito è stata l’unica tecnicamente possibile, la più efficace per la protezione dell’ambiente oltre che perfettamente conforme alla legge”.

Solvay, quindi, critica anche la gestione dell’inchiesta in quanto “nessuna altra diversa condotta è mai stata nemmeno ipotizzata dai consulenti dell’accusa, sicché, a ben vedere, l’infondatezza dell’accusa stessa era ben facilmente riconoscibile sin dall’origine stessa delle indagini”.

“Solvay – continua la nota – prende atto con soddisfazione del riconoscimento della professionalità e correttezza dei propri dirigenti, i quali hanno sempre operato nella direzione del pubblico interesse indicato con precisione dalle Autorità competenti”. Quindi la presa di posizione contro una sorta di accanimento, che ha fatto perdere tempo prezioso per la bonifica del sito, visto che, come sottolinea la nota, “Solvay si rammarica solo che tale riconoscimento non sia avvenuto assai prima da parte del Consulente dell’Accusa, la cui relazione, viziata da gravi errori, ha fatto nascere inutili indagini giudiziarie, inutilmente costose per la collettività, che per di più hanno ritardato l’attuazione del piano di bonifica del sito industriale”.

Poi, il riferimento al futuro prossimo: “La società continua a lavorare per la miglior gestione del sito in piena trasparenza e collaborazione con autorità ed enti tecnici, che ringrazia pubblicamente per la concretezza di costante e positiva interlocuzione”.

Pubblico e privato insieme per l’innovazione
08-06-2005 Un accordo quadro per incentivare la ricerca e favorire l’integrazione fra risorse pubbliche e private: questa la novità presentata nel corso dell’incontro “Pubblico e Privato per il futuro dell’innovazione”, promosso da Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e Federchimica (Federazione Italiana dell’Industria Chimica).

È la prima volta che CNR sigla un proponimento con queste finalità insieme a un settore industriale. L’accordo nasce con la consapevolezza che l’incidenza della Spesa in R&S sul P.I.L. dell’Italia, paragonata ai paesi concorrenti, è bassa: equivale solo all’1,1% (0,45% l’apporto del privato, 0,65% quello del pubblico), ponendola al 21° posto rispetto ai Paesi dell’Ocse.

CNR e Federchimica intendono contribuire a ridurre l’attuale gap e creare una massa critica di obiettivi, di risorse professionali e finanziarie, per integrare scienza, industria, finanza e management, in modo che entro il 2010 il nostro Paese possa essere più competitivo, anche grazie alla chimica, in tutti i settori economici. Infatti, la chimica in Italia, sia parte pubblica sia privata, investe in R&S mediamente circa 800 milioni di euro all’anno: pochi per trascinare l’intera economia, ma in grado di realizzare nuovi benefici economici e sociali per il Paese, se gestiti in sinergia fra privato e pubblico.

L’accordo, siglato congiuntamente da Fabio Pistella, Presidente CNR, e Diana Bracco, presidente Federchimica, rappresenta una piattaforma operativa per le imprese chimiche operanti in Italia, che potranno affidare i propri progetti di ricerca al CNR.

L’intesa prevede che imprese e ricercatori elaborino congiuntamente Progetti di Ricerca, con obiettivi condivisi, sviluppando attività di ricerca pianificata e controllata con la responsabilità di project manager di adeguata professionalità ed esperienza. Il CNR si assumerà i costi relativi all’attività di ricerca, con piena garanzia da parte delle imprese rispetto agli oneri di industrializzazione e dei relativi rischi imprenditoriali.

Al CNR saranno corrisposte “Forme di Retribuzione” per licenza d’uso dei risultati conseguiti secondo modalità diversificate (downpayment, royalty, lump sum).

Nel corso dell’incontro è stato presentato il primo accordo, ispirato dal documento congiunto, stipulato tra CNR e Mapei. Giorgio Squinzi, Amministratore Unico di Mapei, ha così commentato: “Dobbiamo lavorare molto, per trasformare le sinergie potenziali in sinergie reali con valore economico, trovando un linguaggio comune e svolgendo attività complementari e funzionali al raggiungimento dell’obiettivo. Da parte dell’impresa va compreso che l’approccio scientifico non può essere basato sull’empirismo che troppo spesso è l’unica base dell’innovazione industriale, va valorizzato il contributo che il CNR può dare nella comprensione e nell’utilizzazione della nuova conoscenza. Da parte del CNR va riconosciuto il valore dell’applicazione industriale, anello terminale della catena dell’innovazione che trasforma le conoscenze in valore economico.

Questo riconoscimento del valore dei reciproci apporti, unito al rispetto dei diversi ruoli che mondo imprenditoriale e comunità scientifica hanno nella società, è alla base di una fattiva collaborazione”.

Air Liquide ha fornito l’elio per gonfiare il PanoraMagique
08-06-2005 L’elio, molto più leggero dell’aria, permette di alzare l’aerostato a un’altezza di 100 metri in pochi minuti, offrendo agli ospiti del Disneyland Resort di Parigi, che si imbarcano sul PanoraMagique, un magnifico panorama nel raggio di 20 chilometri. L’elio è un gas raro, notevolmente leggero, incolore, inodore, ecologico, inerte, non tossico, non infiammabile e utilizzato nelle tecnologie più avanzate. Sono proprio queste caratteristiche che gli consentono di garantire assoluta sicurezza a tutte le persone che salgono a bordo del PanoraMagique.

Continuano gli studi degli effetti dello Xyotan sul tumore polmonare
08-06-2005 Gli studi avevano l’obiettivo di valutare se Xyotax fosse in grado di incrementare la sopravvivenza dei pazienti riducendo nello stesso tempo i rilevanti effetti collaterali associati al trattamento del Nsclc di prima e seconda linea. Entrambi gli studi hanno dimostrato che Xyotax, quando confrontato sia con docetaxel sia con gemcitabina/vinorelbina, determina una sopravvivenza equivalente con una rilevante riduzione degli effetti collaterali.

Entrambi gli studi, tuttavia, non hanno raggiunto l’obiettivo primario di una superiorità per quanto riguarda la sopravvivenza. Xyotax è stato somministrato con una pratica infusione endovenosa di 10 minuti senza necessità di pre-medicazione a base di steroidi o di altri pretrattamenti.