Edizione N° 43 del 9 dicembre 2008

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Energie e Ambiente

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Edizione N° 43 del 9 dicembre 2008


prodotti
Impreglon: ChemCoat per un incollaggio rapido dei filtri speciali
10/12/2008 La cura e la manutenzione dei filtri di depurazione dell’aria è da sempre un’operazione necessaria, ma in alcuni casi, come negli ospedali richiede una particolare attenzione. Questo anche perché i filtri di depurazione dell’aria presenti negli impianti di ventilazione degli ospedali producono aria microbiologicamente purificata. La cartuccia e la scatola di questi filtri speciali sono incollate su telai speciali, ma spesso sul telaio rimangono residui di adesivo. Quindi, perché sia sempre garantita un’elevata qualità, occorre effettuare regolarmente una pulizia manuale che comporta un notevole dispendio di tempo.

Applicando il rivestimento ChemCoat di Impreglon sul telaio non rimane più alcun residuo di colla e i tempi di pulizia si riducono di circa 10 minuti. I filtri speciali possono essere, quindi, prodotti molto più rapidamente, mantenendo alto il livello della qualità.

Questo speciale rivestimento, a base di polimeri fluorocarbonici, è costituito da un rivestimento superficiale e da una parte che si impregna nel materiale base. Inoltre, grazie al processo ChemCoat, anche a seguito dell’usura dello strato superficiale, le caratteristiche del trattamento rimangono pressoché invariate.

Il rivestimento può essere applicato sulla quasi totalità dei metalli; nel caso del rame e delle leghe ad alto tenore di rame occorre eseguire delle prove preliminari.

Bayer Material Science: Blends di polimeri termoformabili per veicoli su rotaia
10/12/2008 Le lastre prodotte da Bayer Material Science, realizzate con blend a base di policarbonato (PC) e acrilonitrilbutadienstirene (ABS) e denominate Bayblend FR 3030 e Bayblend MTR sono l’elemento essenziale per creare quelle materie plastiche utilizzate all’interno dei moderni veicoli su rotaia come tram locali e treni ad alta velocità. Entrambi i tipi di Bayblend soddisfano i più rigorosi requisiti UL 94, sono di colore coprente, piacevoli al tatto e disponibili in diverse tonalità.

Per l’industria ferroviaria, le lastre sono classificate secondo S4/SR2/ST2 (DIN 5510-2) e rispettano i rigorosi standard francesi (M1/F2). Bayblend MTR soddisfa, inoltre, gli standard statunitensi per le applicazioni in ambito ferroviario – Docket 90 A/ASTM E 162 (test di irraggiamento per il comportamento al fuoco dei rivestimenti per pavimenti) e Docket 90 A/ASTM E 662 (densità dei gas fumogeni).

Inoltre, i dati relativi alla resistenza all’urto dimostrano che le lastre restano stabili entro un ampio intervallo di temperature. Con valori di 2.750 MPa (Bayblend FR 3030) e 3.800 MPa (Bayblend MTR), il modulo di elasticità risulta notevolmente elevato per prodotti senza alcun rinforzo in fibre di vetro. Questo significa che in caso di incidente, i componenti fabbricati con questi materiali offrirebbero una massima protezione grazie alla loro resistenza.

Infine, l’aggiunta di uno strato esterno di fluoruro di polivinilidene (PVDF) rende praticamente impossibile l’aderenza di inchiostri e coloranti a questi materiali. I graffiti indesiderati possono essere rimossi in tutta semplicità evitando in modo efficace un danno duraturo. Contemporaneamente, la lastra in PVDF offre anche una buona protezione dagli UV e previene le alterazioni di colore dei componenti del polimero.

I blends di Bayer MaterialScience hanno molto da offrire anche da un punto di vista ecologico: contenendo meno dello 0,2% in peso di cloro, bromo e iodio e meno dello 0,1% in peso di fluoro, esse sono state classificate come prive di alogeni (DIN/VDE 0472, parte 815).

notizie
Efficienza energetica, industria e fonti rinnovabili
06/12/2008 La seconda edizione di Crea – Expo Business Forum Internazionale Condizionamento, Riscaldamento, Energia, Ambiente – focus EA Energia e Ambiente, svoltasi a Veronafiere dal 21 al 23 ottobre 2008, ha confermato un’importante e qualificata presenza di professionisti del settore: 98 le aziende partecipanti (provenienti da 10 diversi Paesi) e 6.021 gli operatori in visita (su 11.960 preregistrati on-line).

Il dato dei partecipanti conferma l’elevato interesse dei visitatori per la manifestazione e per la sua formula: Crea, infatti, è un evento dal format innovativo che unisce una parte espositiva a una forte componente formativa, abbinando l’efficacia e l’immediatezza proprie della mostra-convegno alle dimensioni e al respiro della grande fiera internazionale.

Il sondaggio svolto sui visitatori partecipanti dopo la mostra ha rivelato un tasso di gradimento molto alto. Ben l’88% dei presenti, arrivati alla fiera di Verona anche per prendere parte ai molti appuntamenti in programma (19 i convegni in calendario, 21 i workshop tecnico/applicativi organizzati dalle stesse aziende espositrici), ha giudicato la manifestazione soddisfacente o più che soddisfacente; e molto positivo è risultato anche il riscontro degli espositori, con un 84% che si è dichiarato soddisfatto della propria partecipazione all’evento.

Crea risulta l’unica manifestazione del settore che si rivolge a un solo pubblico di operatori qualificati e, se si esamina la “fotografia” dei visitatori 2008, il dato che si estrapola risulta in linea con queste premesse.

Scorrendo le mansioni dei visitatori un’altissima percentuale (54%) è infatti costituita dai titolari/amministratori aziendali (o dirigenti con capacità di spesa), il 26% dei presenti è invece un progettista/responsabile tecnico o comunque un tecnico, mentre ancora il 20% circa ricopre ruoli di responsabilità per la gestione della propria azienda (acquisti/marketing/produzione/qualità).

Fondi infrastrutturali: Foresight Group entra in Italia per investire nel solare
06/12/2008 Foresight Group, una delle principali società di gestione di fondi di investimento specializzata in energie rinnovabili, infrastrutture e nuove tecnologie, ha annunciato l’apertura della nuova sede italiana a Roma, in Piazza del Popolo. La guida dell’ufficio è stata affidata a Luca Passariello, European General Manager di Foresight Group.

L’ingresso in Italia da parte di Foresight Group fa parte della strategia con cui il gruppo mira a estendere e consolidare la propria presenza in Europa. Attraverso il proprio Solar Fund europeo, lanciato a inizio 2008, Foresight intende focalizzarsi sull’identificazione di opportunità di investimento nel solare, sfruttando l’opportunità offerta dagli incentivi governativi a lungo termine – il cosidetto “conto energia” – per la produzione di energia elettrica con impianti fotovoltaici. Prevede, inoltre, di creare un portafoglio dedicato ai progetti asset-backed nel settore delle energie rinnovabili. Il fondo ha l’obiettivo di generare ritorni per gli investitori sotto forma di dividendi annuali e plusvalenze sulla vendita degli asset.

Il Solar Fund inizialmente si concentrerà sull’acquisizione di impianti solari in Italia e Grecia, con l’obiettivo di espandere il business ad altri mercati dell’Europa meridionale. Valuterà, inoltre, opportunità di investimento nel più maturo mercato spagnolo.

Nuovo stabilimento Sputnik per gli inverter monofase Solarmax S
06/12/2008 La nuova famiglia di inverter monofase SolarMax Serie S, immessa sul mercato da Sputnik Engineering a inizio 2008, sta riscuotendo un successo di vendite degno delle più rosee aspettative. Per poter soddisfare adeguatamente tale forte richiesta, a inizio 2009 Sputnik Engineering inaugurerà una nuova struttura produttiva a Biel, in Svizzera, situata a soli cinque chilometri dalla sede centrale Sputnik Engineering, ubicata nella medesima città svizzera.

Grazie a una superficie utile di oltre 6.500 metri quadrati, lo stabilimento consentirà di produrre annualmente più di 100.000 inverter monofase, fornendo tutto lo spazio di cui Sputnik necessita per il suo sviluppo produttivo. In questo nuovo sito troveranno sede anche attività di pianificazione e gestione della produzione, logistica, assistenza tecnica e riparazione.

L’uscita dei primi inverter monofase SolarMax S dal nuovo impianto è prevista già a gennaio 2009. Ciò permetterà di alimentare con continuità e senza lunghe attese il mercato di tutta Europa. Nel marzo scorso Sputnik Engineering aveva inaugurato un altro nuovo impianto produttivo, ubicato a Nidau (Port), nell’hinterland di Biel. Esso è dedicato alla produzione di inverter centralizzati (trifase) SolarMax con potenze d’uscita a partire da 50 kW. Ivi vengono inoltre realizzati componenti per test; piastre a circuiti stampati; sistemi di fotovoltaggio e data logger per il controllo remoto degli impianti fotovoltaici.

Con il nuovo stabilimento di Biel dedicato agli inverter monofase viene completata con successo la riorganizzazione complessiva della capacità produttiva, avviata da Sputnik a inizio 2008 per consentire di raggiungere una potenzialità di produzione di oltre 420 megawatt/anno.

Inquinamento acustico: la riduzione del rumore nell’ingegneria di prodotto
06/12/2008 Sono sempre di più le occasioni di interscambio e collaborazione tra settori produttivi diversi, che si ritrovano uniti dalla presenza di una crescente automazione nei propri prodotti e dall’esigenza di garantire affidabilità e performance sempre più elevate.

Nei giorni scorsi, presso la sede di Fabriano, il Gruppo Elica ha ospitato uno dei workshop annuali organizzati da Ata – l‘Associazione tecnica dell’automobile – dedicati a tematiche scientifiche relative al mondo dell’automotive e a realtà industriali a alto contenuto tecnologico nei prodotti.

Tema dell’incontro, organizzato dal gruppo industriale fabrianese e inserito nel programma della IV Edizione del Cross World Lds, era “La vibroacustica nella moderna ingegneria di prodotto”.

L’obiettivo era, in primo luogo, di fare il punto sulle attuali metodologie e sugli strumenti hardware e software a disposizione nel campo della vibroacustica, con esperti e rappresentanti di società di riferimento internazionale per il settore, per poi illustrarne l’applicabilità attraverso la presentazione di alcuni casi pratici, che interessano il campo della ricerca con la relazione di Enrico Tomasini dell’Università Politecnica delle Marche e presidente Ata Marche e quello produttivo con le testimonianze di Fiat, di Fime, azienda della divisione motori del Gruppo Elica, e del Gruppo Loccioni.

Nel corso degli ultimi due anni sono già stati ottenuti interessanti risultati, che hanno portato una sostanziale riduzione del rumore prodotto tanto dalle caldaie quanto dalle cappe, grazie a particolari soluzioni tecniche brevettate dal Gruppo Elica.

Questo però è solo l’inizio di un processo di miglioramento continuo, rivolto a ottimizzare i gruppi aspiranti sia in termini di efficienza energetica che di performance, per sviluppare oggetti dall’alto contenuto tecnologico e di design, in grado di espletare alla perfezione le loro funzioni minimizzando allo stesso tempo il rumore generato.

Energia: l’industria italiana sta perdendo un’occasione?
06/12/2008 Nonostante il Paese disponga di adeguate risorse naturali, soprattutto solari ed eoliche, con una discreta possibilità di sviluppo per quelle idriche e geotermiche, storicamente è mancata la volontà politica di introdurre quegli incentivi in grado di attrarre investimenti per i necessari interventi infrastrutturali.

Sono alcuni dei dati principali contenuti nel rapporto Ernst & Young “A new era for renewables in Europe”, presentato a Bruxelles durante la Energy Conference 2008.

Lo studio, frutto di ricerche e di una serie di tavole rotonde con 30 senior executive del settore, suggerisce che le aziende operanti nell’energia dovrebbero focalizzarsi su progetti a scala più ridotta e tecnologia decentralizzata per riuscire a produrre il 20% dell’energia totale da fonti rinnovabili, obiettivo richiesto dall’Unione europea e da realizzare entro il 2020.

Le aziende italiane sono molto competenti nella tecnologia “smart”. Enel, per esempio, ha sviluppato il più grande progetto a livello europeo per il monitoraggio di oltre 31 milioni di clienti tramite contatori elettronici. È anche a capo di un ampio gruppo di ricerca continentale che sta lavorando per progettare un prototipo di rete distributiva “intelligente” in Italia, Spagna e Francia. Queste reti di nuova generazione sono un elemento chiave nella nuova era delle energie rinnovabili.

Se l’Unione europea riuscisse a definire un contesto normativo stabile, facilmente intuibile e degno di fiducia da parte delle aziende, gli investimenti necessari in infrastrutture e tecnologia a supporto di progetti decentralizzati e su piccola scala sarebbero certamente favoriti. Ciò vale anche a livello di Paese: una delle regioni per cui l’Italia non riesce a sfruttare pienamente le proprie risorse è perché i regolamenti sull’energia sono definiti a livello locale, non nazionale. Gli investitori hanno bisogno di una roadmap chiara e concreta, che porti il settore verso il 2020 e oltre.

Cambia il contributo ambientale Conai sugli imballaggi in legno
10/12/2008 Il Consiglio di amministrazione Conai ha deliberato la variazione nel giugno scorso su richiesta di Rilegno, il consorzio nazionale che si occupa della raccolta, del recupero e del riciclaggio degli imballaggi di legno.

L’aumento del contributo a carico degli utilizzatori di imballaggi in legno in Italia, che, per quel che riguarda la materia prima legno era il più basso d’Europa e rimarrà uno dei più bassi a livello europeo, si è reso necessario per garantire anche in futuro i risultati raggiunti da Rilegno sull’intero territorio nazionale, assicurando allo stesso tempo l’equilibrio economico del Consorzio. Se il contributo fosse rimasto inalterato, si sarebbe andati incontro a una situazione di forte squilibrio del sistema.

I costi di gestione del sistema sono infatti aumentati notevolmente, seguendo il trend di crescita della quantità di rifiuti in legno raccolta (da 218.989 tonnellate nel 2001 a 1.814.940 nel 2007, +720% in 7 anni) che ha richiesto un sostegno economico sempre più grande da parte di Rilegno. In particolare, l’aumento della raccolta nelle regioni del Sud ha fatto lievitare i costi di trasporto, per portare i rifiuti di legno verso degli impianti di riciclaggio, che per la maggior parte si trovano nell’area della Pianura Padana. D’altro canto, nell’ultimo periodo sono diminuiti i ricavi per Rilegno: nell’ultimo anno il mutato atteggiamento delle condizioni del ritiro del materiale legnoso da parte delle aziende riciclatrici che producono agglomerati lignei si è tradotto infatti in una revisione del valore di mercato della materia prima seconda, con inevitabili ripercussioni anche sul bilancio consortile.

Per questo si è reso necessario ristabilire l’equilibrio economico e finanziario del Consorzio aumentando il contributo ambientale, al fine di mantenere il livello di recupero attualmente raggiunto e valorizzare ulteriormente il sistema di raccolta e ritiro garantito dal network di piattaforme consortili.

Rilegno sta valutando e analizzando eventuali altre soluzioni di recupero alternative al riciclo a pannello, che comunque rimane, anche a livello normativo, la migliore destinazione possibile per il rifiuto proveniente dagli imballaggi di legno.

SolarLab: il laboratorio per il fotovoltaico di terza generazione
10/12/2008 È stato inaugurato a Urbisaglia, in provincia di Macerata, SolarLab, il laboratorio di ricerca per l’innovazione nel fotovoltaico. Il taglio del nastro è avvenuto all’interno degli stabilimenti di Renergies Italia. Al convegno di presentazione di SolarLab erano presenti ricercatori e istituzioni. Tra i relatori: Roberto Murri, docente di fisica generale presso l’Università di Camerino e direttore SolarLab, Alberto Volontè, amministratore delegato di Renergies Italia, Fabrizio Longa, amministratore delegato del Gruppo Afin, società che controlla Renergies, Paola Cardinali, assessore all’agricoltura della provincia di Macerata, Claudia Bettiol, consigliere delegato Enea e docente all’Università di Roma.

Nel convegno si è parlato di ricerca scientifica avanzata, innovazione tecnologica, qualità e cultura della responsabilità per la competitività del Paese. Attraverso SolarLab, Renergies Italia e Università di Camerino intendono dare impulso alla filiera delle energie rinnovabili dando spazio ai giovani talenti provenienti dal mondo accademico.

La ricerca nel fotovoltaico mira a ridurre i costi di produzione, individuare nuovi materiali a basso impatto ambientale per migliorare la performance e sviluppare le tecnologie che permettano di utilizzare i nuovi materiali studiati.

Con questa iniziativa il mondo accademico entra in azienda per contribuire alle attività di ricerca. SolarLab intende individuare materiali e tecnologie che possano candidarsi a costituire il fotovoltaico di terza generazione. La ricerca sul film sottile ne rappresenta il fulcro. Con questo termine si intendono dispositivi a alta efficienza di conversione, il doppio di quelli oggi disponibili con costi di produzione ridotti del 40-50%. Efficienza e riduzione dei costi sono i due fattori determinanti per la diffusione dell’energia fotovoltaica. La vicinanza dell’azienda al mondo della ricerca significa avere la possibilità di verificare passo dopo passo la fattibilità produttiva dei progetti presentati dai giovani ricercatori.

Cypress Systems introduce soluzioni non invasive di lettura di contatori
10/12/2008 La specialità di Cypress Systems, una consociata di Cypress Semiconductor, è di usare il know-how di applicazioni, tecnologia wireless e tecniche avanzate di rilevamento per migliorare impianti e edifici antiquati. Gli operatori di questi siti lavorano quotidianamente con vecchie tecnologie, come indicatori e misuratori manuali, attuatori pneumatici e sistemi di controllo e trasduttori o contatori di tipo analogico indipendente.

Cypress Systems fornisce prodotti e soluzioni che consentono di ridurre i costi operativi, di diminuire l’uso di energia e di migliorare la produttività per impianti e edifici.

Sfruttando provate tecnologie di Cypress Semiconductor, le soluzioni permettono alle fabbriche di semiconduttori, agli impianti farmaceutici e in genere industriali, come pure a edifici, di introdurre soluzioni avanzate di rilevamento dati e automazione, virtualmente senza impatto sulle esistenti attrezzature, processi o personale…senza installare fili elettrici, rompere sigilli di pressione, convalidare processi, aggiornare sistemi di IT o interrompere la produzione.

Il Centro Reach aiuta le imprese ad adempiere alle normative
10/12/2008 Il 1° dicembre è scaduta la prima importante scadenza per adempiere correttamente al Reach (Registration, Evaluation, Authorisation of CHemicals) – il Regolamento dell’UE che impone ai produttori e agli importatori di sostanze chimiche di valutare sistematicamente e gestire i rischi che le sostanze chimiche possono comportare per la salute e l’ambiente -. Una scadenza importante, tanto che se né è parlato anche all’Unione del Commercio di Milano, nell’ambito della “2a Conferenza REACH”, organizzata da Federchimica, Federazione nazionale dell’Industria chimica e da AssICC, Associazione Italiana commercio chimico.

Il periodo per effettuare la pre-registrazione delle sostanze phase-in, ovvero quelle sostanze già catalogate EINECS, e quindi note alle Autorità, ma non valutate negli ultimi anni è, infatti, scaduto.

A oggi il livello di adesione delle imprese italiane sembra essere stato soddisfacente: quasi 2.000 aziende italiane hanno effettuato circa 60.000 pre-registrazioni, un dato che posiziona il nostro Paese al quinto posto nella graduatoria europea. Posizione significativa se si considera che in tutta Europa le pre-registrazioni superano il milione.

L’applicazione del Reach riguarda tutto il sistema produttivo e non soltanto le imprese chimiche: sono oltre 100.000 le imprese dei settori che utilizzano le sostanze chimiche per i propri prodotti. Il Reach interesserà, infatti, ben oltre 30.000 sostanze chimiche prodotte (in Ue) o importate (da Paesi extra Ue) in quantità pari o superiori a una tonnellata/anno.

Per supportare le imprese è stato creato, dal sistema associativo, il Centro Reach S.r.l., società nata per offrire una serie di attività: da una specifica formazione ai manager coinvolti, alla consulenza nelle aziende, al sostegno per la pre-registrazione, alla preparazione e redazione dei dossier sulle sostanze chimiche, al coordinamento delle strutture idonee ad effettuare i test sulle sostanze ed alla gestione dei consorzi d’impresa.

La volatilità del costo dell’uranio incide minimante sul prezzo del chilowattora
10/12/2008 Per molti economisti, l’attuale febbre dei prezzi dei carburanti è stata salutare, in quando ha contribuito a riaccendere l’interesse nei confronti delle fonti rinnovabili di energia come il solare, l’eolico e il geotermico. In Italia, in particolare, questa mutevolezza dei prezzi ha riaperto il dibattito sul nucleare, bandito dopo il referendum del 1987.

Dopo il crollo degli anni Ottantaa seguito degli incidenti in diverse centrali nucleari e degli accordi di smantellamento degli armamenti nucleari tra Russia (URSS) e Stati Uniti, il consumo dell’uranio ha superato oggi la produzione e i giacimenti esistenti si stanno esaurendo. Attualmente il 33% della produzione proviene dalle scorte militari e civili che dovrebbero diminuire del 70% entro il 2030, mentre l’estrazione crescerà solo del 20%. Le attuali riserve naturali sono sufficienti a coprire le esigenze esistenti per 70 anni, ma la World Nuclear Association (WNA) stima che la capacità nucleare installata potrebbe anche raddoppiare entro il 2030.

Negli ultimi anni, infatti, l’utilizzo sui mercati dell’elettricità è cambiato, ma non ha particolarmente risentito dell’aumento del 1.000% del costo dell’uranio registrato negli ultimi sette anni. Questo perché il prezzo del chilowattora in uscita dalle centrali nucleari è dipendente solo per il 20% dal costo del carburante nucleare. Il resto è dovuto agli investimenti iniziali, alla manutenzione, all’arricchimento del carburante e al trattamento delle scorie. Il chilowattora “nucleare” è, quindi, abbastanza insensibile alla volatilità del prezzo dell’uranio: un incremento del 50% della materia prima porterebbe solo a un aumento del 3,2% del prezzo in uscita dalle centrali.

Queste considerazioni unite alle tensioni sul mercato del petrolio e del gas, alla necessità di sviluppare fonti energetiche che non provocano emissione di gas ad effetto serra e alla volontà dell’Italia di condurre una politica energetica di maggiore indipendenza fanno, quindi, supporre che il nucleare ritornerà in scena nel nostro Paese, come evidenziato anche dai lavori e dagli investimenti condotti di recente da Enel. È però altrettanto certo che questo rilancio del nucleare in Italia si accompagnerà dell’aumento dell’uso delle energie rinnovabili e dei biocarburanti nel settore trasporti.

Trojan Technologies utilizza CAD 3D e Simulation per creare sistemi di depurazione
10/12/2008 “Non aggiungiamo alcun componente chimico all’acqua, la esponiamo semplicemente alla luce per alterare la struttura del DNA di microorganismi letali come E.coli, Giardia e Cryptosporidium, annientando il loro sistema riproduttivo a livello cellulare”, così descrive il cuore delle attività dell’azienda per cui lavora Jason Cerny, ingegnere meccanico di Trojan Technologies, realtà canadese che produce sistemi per la disinfezione dell’acqua mediante la luce ultravioletta.

Per creare questi sistemi di depurazione personalizzati per clienti privati, commerciali e municipali, oltre 60 progettisti di Trojan utilizzano il software Cad 3D SolidWorks e SolidWorks Flow Simulation di Dassault Systèmes SolidWorks Corp. Attraverso l’uso di queste applicazioni, Trojan ha eliminato il margine di errore e contemporaneamente ha diminuito le dimensioni dei prodotti senza conseguenze sulle prestazioni. Inoltre, ha ridotto notevolmente il numero di prototipi realizzati – che per i sistemi municipali hanno costi nell’ordine di 50.000 USD.

Nella sede di London (Ontario) Trojan Technologies ha utilizzato SolidWorks per sviluppare e costruire il più grande sistema di disinfezione UV al mondo, composto da 56 unità distinte, destinato all’ente municipale del New York City Department of Environmental Protection. Questa struttura è in grado di trattare fino a 8 miliardi di litri d’acqua al giorno. Trojan sostiene che questa sia la base di installato più grande al mondo per un sistema di disinfezione UV.

Trojan utilizza SolidWorks da un decennio e secondo Cerny ha ridotto il numero di prototipi a un terzo rispetto al passato, grazie all’efficacia del software SolidWorks Flow Simulation e alla precisione del Cad 3D. Di recente, Trojan ha anche iniziato a utilizzare anche il software SolidWorks Enterprise PDM per accelerare la progettazione e superare le barriere geografiche, in modo da comunicare al meglio con il proprio team di ingegneria a Bangalore, in India.

Trasformare la ricerca biotech in impresa: questo l’obbiettivo di CrESIT-Assobiotec
10/12/2008 Il primo workshop dedicato ai “Business Models for Biotech”, svoltosi di recente a Varese, ha riunito accademici, manager di imprese biotech e pharma, sia italiane sia estere, venture capitalist, advisor specializzati sul settore e rappresentanti delle istituzioni, allo scopo di riflettere sulle opportunità del comparto biotech, sulle sue problematiche e sulle azioni da intraprendere per sostenerne ulteriormente lo sviluppo.

Questo Workshop organizzato dal CrESIT (il Research Centre for Innovation and Life Science Management dell’Università dell’Insubria di Varese) e da Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie – che fa parte di Federchimica, in partnership con il CIBIE (Centre for International Business and the International Economy dell’Università di Pavia) e Blossom & Company, società di consulenza specializzata nel biotech, ha voluto analizzare in dettaglio le problematiche del management delle aziende del settore Life Sciences e Biotech

Il workshop è stato aperto dal Ministro dell’Interno – Roberto Maroni, mentre il Sottosegretario con Delega alla Salute – Ferruccio Fazio, ha partecipato al dibattito conclusivo. Sono inoltre intervenuti, tra gli altri, Alberto Onetti – direttore del CrESIT dell’Università dell’Insubria, Roberto Gradnik – presidente Assobiotec e Stefano Milani – amministratore delegato di Blossom & Company. Hanno inoltre portato la propria testimonianza importanti key note del mondo accademico come la statunitense Patricia McDougall, ideatrice del modello delle imprese “born global”, e la scozzese Marian Jones, specializzata sulle tematiche dell’international entrepreneurship.

Secondo Roberto Gradnik, presidente Assobiotec quest’iniziativa ha raccolto le best practices a livello internazionale, per tradurle in concrete indicazioni e proposte operative per lo sviluppo e la crescita del comparto. Il risultato è stato un mix di spunti preziosi, al servizio di chi vuole fare impresa.

Il successo di questa prima edizione, organizzata sul modello affermatosi con i Workshop Ambrosetti di Cernobbio, conferma che la strada intrapresa dal settore è quella giusta.

Per Federchimica bisogna aiutare la ricerca a scrivere le regole sulle nanotecnolgie
10/12/2008 L’industria chimica svolge un ruolo produttivo e di ricerca estremamente rilevante nelle nanotec: proprio per questo Federchimica intende collaborare alla creazione di un quadro normativo favorevole allo sviluppo del settore, che al contempo consenta una rapida analisi dei rischi e la combini con l’utilizzo sostenibile delle nanotecnologie. Se ne è discusso anche recentemente nell’ambito della “2a Conferenza nazionale del Programma N.I.C. – nanotecnologie nell’industria chimica”, promossa da Federchimica in collaborazione con 44 Istituzioni pubbliche e private.

Un corretto sviluppo delle nanotec è, infatti, cruciale per la crescita nazionale ed europea. Per questa ragione, le imprese hanno presentato le proprie istanze e posizioni al riguardo alla presenza dell’on. Amalia Sartori, relatrice ombra sulle nanotecnologie al Parlamento Europeo. Un passo importante in vista della relazione di Sartori per gli aspetti regolatori delle nanotecnologie prevista in sede UE a gennaio. Di fatto si tratterà di un aggiornamento rispetto alla Comunicazione del giugno scorso pubblicata dalla Commissione europea, “Regulatory Aspects of Nanomaterials”, nella quale sono stati affrontati tutti gli aspetti normativi in tema di nano materiali e ne sono stati descritti gli elementi legislativi rilevanti.

Di fatto l’attuale legislazione copre in larga parte i rischi associati ai nanomateriali, anche se alla luce di nuovi dati potranno intervenire, ad esempio per quanto riguarda le soglie massime indicate in alcuni testi normativi.

Allo stesso tempo l’onorevole Sartori ha preso l’impegno di lavorare perché i testi delle prossime direttive e dei regolamenti stilati a livello europeo rivolgano la loro attenzione esclusivamente a nuove problematiche che la produzione e l’utilizzo di nanomateriali possono comportare.

Una posizione che trova l’industria concorde: i rischi associati ai nanomateriali possono essere affrontati nell’ambito del quadro normativo vigente; tuttavia l’industria chimica contribuirà all’identificazione di linee guida e di test appropriati che tengano conto delle proprietà intrinseche dei nanomateriali prodotti. Una collaborazione che consenta a queste nuove sofisticate applicazioni di ricerca di essere un’opportunità di sviluppo, da perseguire con attenzione ai rischi ma con fiducia nelle sue straordinarie potenzialità.

Silfab cerca soci per realizzare il polo produttivo di polysilicon
10/12/2008 Per creare il polo produttivo italiano di polysilicon di grado solare per il mercato fotovoltaico internazionale, Silfab ha previsto un’ulteriore tornata di raccolta di capitali attraverso l’apertura a nuovi investitori.

Il progetto della società padovana, che produrrà a Borgofranco d’Ivrea (Torino) 2.500 tonnellate di polysilicon già a partire dai primi mesi del 2010, può attualmente contare su un capitale (equity) di 84 milioni di euro. La prima iniezione di fiducia era giunta in luglio da Pan Asia Solar, società privata di investimenti con sedi a New York, Hong Kong e Londra e attiva nel settore delle energie rinnovabili. Attraverso la costituzione di GridCo, Franco Traverso, fondatore e presidente di Silfab, e Pan Asia Solar controllano la maggioranza del capitale, al quale contribuisce con 30 milioni di euro anche Sino-American Silicon Product (SAS), produttore taiwanese di wafer di silicio. Oggi, però. la società italiana prevede l’ingresso di nuovi investitori.

Il portafoglio ordini già acquisito da Silfab, pari a un budget che supera il miliardo di euro per i prossimi sei anni, dimostra le elevate aspettative del mercato. Tra le commesse già in essere spicca l’accordo “Take or Pay” siglato con la cinese Hyundai Heavy Industries per la fornitura di wafer in silicio multi-cristallino high quality per un ammontare di 270 milioni di euro in 6 anni.

La prima tranche produttiva corrisponderà a una potenza complessiva di 600 MW di celle fotovoltaiche che, grazie all’elevato grado di purezza (9N-) del polysilicon prodotto da Silfab saranno in grado di registrare dati di efficienza decisamente superiori a quelli attuali.