Edizione N° 38 del 10 giugno 2008

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Edizione N° 38 del 10 giugno 2008


notizie
Raee: matrimonio tra l’ambiente e il sociale
10/06/2008 In un momento di preoccupazione per il rapido deterioramento della situazione carceraria italiana che si sta nuovamente avvicinando ai livelli massimi di saturazione un segnale fortemente positivo giunge dal carcere di Opera (Milano).

A coronamento di un lungo e paziente lavoro preparatorio e di formazione la cooperativa sociale “Il Giorno Dopo”, che opera da tempo all’interno dell’istituto penitenziario, ha ottenuto dalle istituzioni le autorizzazioni per svolgere le attività di verifica e di trattamento dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (Raee).

È il primo caso a carattere permanente in un carcere in Italia e fa ben sperare – come esempio – per l’azione di recupero e di reinserimento nella società dei detenuti attraverso un percorso di formazione e di lavoro in un comparto, quello dell’ambiente in generale e più specificatamente dei rifiuti, in continua evoluzione.

In pratica, in locali appositamente attrezzati all’interno della struttura carceraria, è stata costituita una struttura in grado i provvedere alla verifica prima e al disassemblaggio di Raee e quindi di elettroutensili, piccoli elettrodomestici, prodotti elettrici ed elettronici vari giunti al termine del ciclo vitale. In tale struttura svolgono come in una qualsiasi unità “esterna” la loro giornata lavorativa i detenuti indirizzati a questo percorso di recupero. Il loro compito consiste nel verificare lo stato e le caratteristiche dei Raee, nel provvedere al disassemblaggio e cioè alla scomposizione degli stessi al fine di suddividerli per i componenti primari (ferro, rame, plastiche, ecc.) da indirizzare poi alle successive fasi di riciclaggio.

È un lavoro da svolgere con cura in quanto l’eventuale miscelazione delle componenti può determinare l’insorgere di problematiche più o meno complesse nelle successive fasi di trattamento. Ma è un rischio lontano dalla realtà di Opera, infatti mentre all’esterno si provvede abitualmente con procedimenti analoghi a quelli di grandi “frullatori” che spaccano e sminuzzano indistintamente un Raee o un altro, la task force di detenuti di “Il Giorno Dopo” svolge una reale attività di disassemblaggio sbullonando e svitando i singoli apparecchi. Il risultato è a bassissimo impatto ambientale in quanto omogeneo nelle sue componenti.

Non dimentichiamo che ogni anno sono prodotte in Italia oltre 850.000 tonnellate di Raee (dato Apat 2006) e che il trend è in forte crescita. Sino all’entrata in vigore della nuova legislazione sui Raee, e cioè sino all’inizio di quest’anno, solo l’8% di tali rifiuti subiva un corretto trattamento ambientale distaccandoci fortemente in negativo dagli altri partner europei.

Pur se con notevole ritardo anche il nostro Paese ha recepito le Direttive emesse dalla Comunità europea sui Raee e vi è grande necessità di strutture autorizzare e di operatori qualificati.

Questa necessità ambientale è calata a sua volta nella ricerca quasi ossessiva di lavoro da far apprendere e svolgere ai carcerati durante la detenzione in modo di poterli poi reinserire nella società al termine della pena con maggiori possibilità di successo. E tanto più il lavoro appreso “ha futuro” tanto maggiore è la possibilità di successo.

Ma anche il piccolo miracolo dell’unità operativa di Opera non esisterebbe senza l’aiuto di un supporto esterno e cioè del Consorzio ambientale Ecoelit.

Essenziali sono infatti tanto la continua alimentazione di nuovi Raee da verificare e disassemblare quanto il trasferimento alle successive fasi di trattamento (fusione per i metalli, riciclaggio o termocombustione per le plastiche) per le componenti disassemblate. A tutto ciò provvede Ecoelit che attua anche attraverso appositi esperti la formazione completa dei detenuti per i vari processi di lavorazione.

La collaborazione tra Ecoelit, Il Giorno Dopo, la Direzione del Carcere di Opera e le Istituzioni ha determinato una forte spinta sinergica a vantaggio di tutta la società.

Punto della situazione sui Raee
10/06/2008 Dal primo ritiro di Raee secondo il nuovo sistema di gestione previsto dal Decreto 151/05, avvenuto a gennaio nel Comune di Tribogna (GE), fino ad aprile Re.Media ha raccolto 1.200 tonnellate di Raee destinati ai 18 centri di trattamento selezionati, gestendo oltre 700 ritiri in tutta Italia.

I volumi più interessanti di raccolta si registrano nei raggruppamenti R3 e R4 (rispettivamente Tv e monitor; elettronica varia). Anche sugli altri raggruppamenti (frigo/clima, grandi bianchi, sorgenti luminose) per i quali Re.Media collabora con Ecodom ed Ecolamp, la raccolta è in crescita. È stato completato l’iter per l’adozione del Decreto ministeriale sulle semplificazioni per le autorizzazioni dei Centri di raccolta dei rifiuti urbani, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 aprile 2008.

L’agricoltura ha bisogno di nuova vita
10/06/2008 Questo è il messaggio dal rapporto della Valutazione internazionale delle scienze agricole e della tecnologia per lo sviluppo, un’importante indagine dell’Unesco stilata da più di 400 scienziati e presentata a metà aprile. La Valutazione è stata esaminata da 64 governi in un’assemblea intergovernativa a Johannesburg.

Lo scopo degli autori era di esaminare insieme fame, povertà, ambiente e giustizia. L’agricoltura moderna ha registrato significativi aumenti nella produzione, ma i benefici sono stati distribuiti non uniformemente e hanno portato a una lievitazione intollerabile dei prezzi, pagata dai piccoli agricoltori, dai lavoratori, dalle comunità rurali e dall’ambiente. La buona volontà di molte persone nell’affrontare i fondamenti della produzione combinata e gli obiettivi sociali e ambientali è minata da continue prese di posizione dalla sfera politica e economica, come molti dei Paesi membri dell’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica che si oppongono ai cambiamenti nei regimi di mercato o ai sistemi di sussidio: senza riforme molti dei Paesi più poveri passeranno tempi duri.

Il rapporto ha stimato che il modo di far fronte alle sfide risieda nel costruire strutture istituzionali, economiche e legali che combinino la produttività con la protezione e la conservazione delle risorse naturali (suoli, acqua, foreste e biodiversità) continuando a venire incontro alle esigenze della produzione. In molti Paesi il cibo viene preso per concessione, e agricoltori e lavoratori agricoli spesso sono miseramente ricompensati per la loro funzione di amministratori di quasi un terzo del suolo terrestre.

Gli investimenti volti ad assicurare al pubblico interesse scienza, educazione e pratica in materia agricola e l’estensione di queste agli agricoltori è diminuita proprio quando ce n’era più bisogno. Gli autori hanno preso in considerazione prove nell’arco di un ampio raggio di conoscenza, raramente viste in un simile insieme, e hanno concluso che non abbiamo molto tempo se vogliamo cambiare il corso degli eventi: continuare con la tendenza attuale esaurirà le risorse e metterà il futuro delle nuove generazioni in pericolo.

La cooperazione internazionale è basilare: perché non esiste una singola istituzione, un singolo Paese, una singola regione che possano agire autonomamente. Infine l’unica direzione verso uno sviluppo agricolo ecologicamente e socialmente sostenibile è quella che ha come vettori i piccoli produttori e come veicoli i fertilizzanti e le sementi naturali; eliminando pesticidi dannosi della produzione industriale per passare a un eco-agricoltura.

La chimica per l’energia solare
10/06/2008 Il relatore, professore nell’Università della California, ha ricordato che la Terra riceve dal Sole, in poche ore, tanta energia quanta ne consuma in un anno (450 EJ). Il campo privilegiato è quello del perfezionamento delle fotocelle solari. Le tendenze in questo campo, da oggi al 2010, sono esposte in un rapporto internazionale il cui riassunto e indice si trovano nel sitoweb qui sotto riportato.

“Fare il pieno” del serbatoio con acqua non è sempre stato il sogno di ogni automobilista?
10/06/2008 In questo periodo di alti prezzi del petrolio e di preoccupazione per l’effetto serra, si moltiplicano gli inventori che promettono macchine ad acqua o a idrogeno. A parte alcuni problemi motoristici, l’idrogeno va benissimo come combustibile se si produce usando una fonte di energia diversa dai combustibili fossili e se si riesce ad immagazzinarlo in modo comodo e sicuro. Innumerevoli studiosi propongono materiali capaci di immagazzinare idrogeno adsorbendolo su corpi solidi.

Peter E. Edwards dell’Università di Oxford ha proposto una polvere costituita da un idruro di boro e litio di cui indica la formula come Li4BN3H10. Staremo a vedere. Quello che è certo è che ci saranno tanti soldi pubblici e privati per ricerche capaci di farci arrivare ad una auto a idrogeno ottenuto da fonti rinnovabili, sicura e affidabile: roba da chimici (bravi).

Abb e Sarpi in Algeria per migliorare gli impianti e tutelare l’ambiente
10/06/2008 Abb ha acquisito un ordine del valore di 29 milioni di dollari da Sonatrach, l’ente nazionale algerino idrocarburi per le attività di ripristino, conduzione e manutenzione di quattro impianti di disoleazione situati nelle regioni desertiche di Hassi’R (tre stazioni) e Gassi Touil (una stazione). Le attività di conduzione e manutenzione degli impianti rientrano in un contratto di Full Service Abb della durata di cinque anni.

Abb effettuerà inoltre l’analisi chimica delle acque trattate in uscita dalle stazioni di disoelazione.

Il progetto sarà realizzato da BU Performance Services di Abb e Sarpi, una società a partecipazione paritetica di Abb Italia e Sonatrach Algeria.

Nell’ottica della politica di rispetto e salvaguardia dell’ambiente perseguita da Sonatrach, sarà realizzato il ripristino dei quattro impianti di disoleazione, inclusi i sistemi di trattamento acque, per migliorare le performance generali degli impianti e per evitare l’inquinamento causato dalle acque reflue presenti nel processo di estrazione degli idrocarburi.

Il contratto, della durata di cinque anni, comprende le seguenti attività principali: ripristino totale degli impianti; conduzione delle stazioni di disoleazione; manutenzione delle stazioni di disoleazione; analisi della qualità delle acque trattate; training del personale locale.

GE aggiorna le turbine a gas con tecnologia certificata ecomagination
10/06/2008 Dal primo gennaio 2009 la regione Lombardia applicherà nuovi standard in base ai quali la quantità massima di emissioni di ossido di azoto (Nox) e monossido di carbonio (CO) consentita sarà di 30 mg, rispetto agli attuali 50 mg, equivalente a una riduzione del 40%. La centrale elettrica a ciclo combinato di Endesa situata a Tavazzano sta già rispettando questi standard con sei mesi di anticipo rispetto all’effettiva entrata in vigore.

Il nuovissimo sistema Dln 2.6+ di GE Energy, l’innovativo combustore con abbattimento dei Nox a secco, è stato sviluppato con l’obiettivo di fornire un supporto agli operatori delle centrali elettriche nel recepire e rispettare le sempre più rigide limitazioni normative imposte a livello europeo e nel resto del mondo. In grado di ridurre le emissioni Nox e CO del 40% e anche più sulle turbine a gas GE Frame 9FA, questa tecnologia è stata certificata nell’ambito dell’iniziativa ecomagination, il programma di GE teso a favorire fonti energetiche più pulite e efficienti e, allo stesso tempo, a diminuire le emissioni.

GE Energy ha equipaggiato le tre turbine a gas 9FA operative presso l’impianto di Tavazzano con i sistemi di combustione avanzata Dln 2.6+. Questa tecnologia è in grado di ridurre le emissioni a ciclo combinato senza ricorrere all’uso di sistemi chimici, eliminando di conseguenza possibili emissioni chimiche, ovviamente nocive, nell’ambiente. Oltre alla riduzione delle emissioni, consente di limitare l’alimentazione delle turbine a gas nei periodi in cui la richiesta non raggiunge i massimi picchi, consumando meno carburante e diminuendo quindi i costi operativi dell’intero impianto.

Future Lab 2008: percorsi di visita personalizzati sulle esigenze degli operatori
11/06/2008 È un appuntamento innovativo, pensato esclusivamente per un target molto qualificato (responsabili e tecnici di laboratorio, chimici, biologi, progettisti di impianti, responsabili R&S, controllo qualità, direzione aziendale e così via) e unisce una parte espositiva a una forte componente di formazione e aggiornamento professionale. Un aspetto, questo, sempre più richiesto dagli operatori, che trovano in fiera soluzioni tagliate sulle proprie esigenze.

In Future Lab la formazione assume dunque un ruolo primario, con una congressistica costruita su misura degli interessi specifici dei visitatori. Gli espositori hanno, infatti, la possibilità di effettuare workshop/presentazioni mirate in aule attrezzate, costruite all’interno dei padiglioni e a fianco degli stand, mentre le principali associazioni di categoria organizzano convegni e seminari tecnico-applicativi rivolti a mercati e a target specifici.

Il denso calendario in costruzione prevede la collaborazione e l’impegno di primari enti e associazioni quali Gisi (Associazione italiana imprese di strumentazione), Sci (Società chimica italiana), Aidic (Associazione italiana di ingegneria chimica), Unichim (Associazione per l’unificazione del settore dell’industria chimica), Ispe (Engineering pharmaceutical innovation, affiliata italiana), Fast (Federazione nazionale delle associazioni scientifiche e tecniche), Ais (Associazione italiana strumentisti – Isa Italy Section), Ala (Associazione laboratori accreditati), Aiat (Associazione ingegneri per l’ambiente e il territorio) e via dicendo.

Energia solare, cresce la produzione di silicio policristallino
11/06/2008 È destinata a finire molto presto la grave carenza di silicio policristallino che negli ultimi anni ha condizionato pesantemente il mercato del solare fotovoltaico. L’offerta di silicio policristallino, componente chiave della maggior parte dei pannelli solari, dovrebbe infatti allinearsi alla domanda ridando una nuova spinta all’industria dell’energia solare.

Secondo le stime di Frost & Sullivan, il mercato globale del fotovoltaico, che nel 2005 aveva fatturato 6,49 miliardi di dollari, dovrebbe raggiungere i 16 miliardi nel 2012. Questa crescita così marcata aveva generato una fortissima domanda di silicio policristallino. Nel 2006 la carenza di materia prima aveva raggiunto un tale punto critico che ha finito per condizionare la produzione di pannelli solari e di conseguenza la crescita di mercato.

Le cose ora stanno cambiando. “Ci aspettiamo che l’offerta di silicio policristallino riesca a raggiungere il livello della domanda già nel 2008 – dice Alina Bakhareva, programme manager a Frost & Sullivan, esperta in energie rinnovabili -. La maggior parte della nuova offerta sarà immessa sui mercati dai quattro maggiori produttori, i quali stanno espandendo le capacità produttive esistenti”.

Ci si aspetta, infatti, che quest’anno i quattro maggiori produttori aggiungeranno più di 17 mila tonnellate di capacità. Questa nuova produzione rappresenterebbe una crescita di oltre il 50% rispetto alle attuali capacità produttive. “Poiché queste società sono già ben posizionate in seno all’industria e hanno accumulato molti anni di esperienza – prosegue Alina Bakhareva – non è difficile immaginare che comincino a produrre secondo i tempi e i piani previsti, considerati anche i tempi brevi di crescita della produzione nei nuovi impianti”.

Dal punto di vista della domanda, questa continuerà a crescere in modo costante per quello che riguarda l’industria dei semiconduttori. Si prevede, invece, che la domanda di silicio policristallino per l’industria solare rappresenterà oltre il 50% della domanda totale di silicio a alta purezza nel biennio 2008-2009.

Ritornano i “Sali” dell’amido
11/06/2008 Sono analizzate di nuovo le proprietà di derivati chimici di materie dimenticate come i carboidrati, le proteine e i grassi. Un interessante capitolo di queste sostanze riguarda i derivati dell’amido, questa strana sostanza, questo insieme di sostanze diversissime a seconda dei vegetali in cui sono presenti, disponibili in forma lineare o ramificata, di diversissimo peso molecolare, più o meno tutte con tre ossidrili sostituibili. Sui “Sali” dell’amido si può consultare il recente volume 59 della collezione “Advances in Carbohydrate Chemistry and Biochemistry”, iniziata nel 1945 e pubblicata da Academic Press.

I molti usi dell’drazina
11/06/2008 L’idrazina è utilizzata come agente rigonfiante di materie plastiche espanse e come intermedio per la fabbricazione dell’azoidrato di sodio N3Na, la sostanza contenuta negli airbag delle automobili che, in caso di urti, si decompone rapidamente generando una grande massa di gas; questi fanno rigonfiare il sacco dell’airbag e impediscono che il viaggiatore urti contro il volante o il parabrezza. L’idrazina, direttamente o con i suoi derivati, si comporta come catalizzatore per polimerizzazioni, è usata come inibitore della corrosione e ha trovato impiego nell’estrazione del plutonio dal combustibile nucleare irraggiato.

Una società italiana con sede a Lavoria (Pisa) ha proposto l’impiego nelle celle a combustibile dell’idrazina che ha molti vantaggi rispetto agli attuali carburanti e non richiede come catalizzatore il costoso platino.

Alcuni derivati dell’idrazina hanno avuto e hanno importanti usi farmaceutici come l’idrazina dell’acido isonicotinico, uno dei primi agenti antitubercolari. La produzione mondiale di idrazina è di circa 250 milioni di chilogrammi all’anno.

Di recente l’idrazina ha riscosso qualche attenzione da parte dei grandi mezzi di comunicazione quando è stato annunciato che gli Stati Uniti avrebbero abbattuto nel cielo un loro satellite spia, uscito dalla normale orbita, proprio per evitare che il carico di idrazina di bordo finisse nel mare o sulla terra. L’evento ha avuto luogo con successo: il 21 febbraio 2008 il satellite US-193, mentre viaggiava a 20 km di altezza e 30.000 km all’ora, è stato fatto esplodere da un missile a tre stadi SM3 lanciato da un incrociatore nel Pacifico. Il satellite distrutto aveva a bordo alcune centinaia di chilogrammi di idrazina che è usata, appunto, nei satelliti artificiali per correggere errori di rotta.

L’idrazina in presenza di un catalizzatore di indio si decompone in pochi millisecondi sviluppando un’altissima temperatura (800 gradi) e una gran massa di azoto e idrogeno, gas che generano una spinta al veicolo, l’idrazina come propellente era già stata usata dai nazisti per il loro primo aereo a razzo, nel 1945.

Conti alla rovescia per la chimica: il fattore E
11/06/2008 Il successo industriale presuppone la possibilità di aggiungere “valore” (monetario) ai mezzi di produzione impiegati. La chimica fa i conti alla rovescia; qualsiasi processo si svolge con perdita di “valore”, in termini materiali. Questo è abbastanza ovvio per il principio di conservazione della massa, ma da alcuni anni si stanno sviluppando metodi di analisi della contabilità fisica dei processi chimici. Roger Sheldon dell’Università olandese di Delft ha proposto di identificare un “fattore-E” definito come la massa di tutte le materie che entrano in un processo (compresa acqua, gas dell’aria, solventi ecc) necessari per ottenere una unità di massa, per esempio 1 kg, di prodotto vendibile.

Ovviamente il fattore-E è un numero maggiore di uno; la differenza fra il fattore E e uno (in uguali unità di misura) è la massa dei rifiuti e sottoprodotti ed è un indice della efficienza ecologica: un numero che deve essere reso minimo con innovazioni. Sul fattore-E è in corso un dibattito; non tutti i rifiuti sono uguali; i rifiuti possono avere una massa molto grande (come chili di acqua, per esempio) e una massa molto piccola di gas o residui nocivi e quindi la contabilità fisica va corretta sulla base dell’effetto ambientale negativo di ciascun residuo. Un ragionamento simile è alla base della contabilità che porta alla valutazione del “ciclo vitale” delle merci. Il fattore-E è abbastanza piccolo (10-50, sempre chili per chilo di prodotto) per molti cicli produttivi abbastanza semplici” e molto grande (decine di migliaia) per molti processi dell’industria biochimica e farmaceutica, alle quali originariamente è stata applicata l’analisi.

DuPont Refrigerants rivede i prezzi di Freon 22 Hcfc
11/06/2008 Gonzalo Alonso, sales manager di DuPont Refrigerants Emea, afferma: “Il rincaro di gas e petrolio e, di conseguenza, l’aumento dei costi delle materie prime per l’industria dei refrigeranti rendono inevitabile una revisione dei prezzi attuali. Inoltre, i costi di trasporto restano elevati, gravando ulteriormente sulla situazione”.

DuPont Fluorochemicals produce e commercializza in tutto il mondo refrigeranti avanzati, utilizzando le sue conoscenze scientifiche, tecnologiche e del mercato per sviluppare materiali e soluzioni sostenibili in grado di migliorare il comfort, consentire la conservazione degli alimenti, ottimizzare i processi industriali e ridurre l’impatto sull’ambiente.

DuPont è una società basata sulla scienza. Fondata nel 1802, utilizza la scienza per sviluppare soluzioni sostenibili essenziali per una vita di migliore qualità, più sicura e salutare in tutto il mondo. Presente in oltre 70 paesi, offre una vasta gamma di prodotti e servizi destinati a una varietà di mercati quali agricoltura e alimentazione, elettronica e comunicazioni, sicurezza e protezione, arredamento e costruzioni, trasporti e abbigliamento.

Victrex vince il premio President Award della Royal Society for the Prevention of Accidents (RoSPA)
11/06/2008 “La salute e la sicurezza dei nostri addetti è fondamentale per la nostra attività”, ha dichiarato Simon Evans, manager Safety & Health alla Victrex. “Crediamo fermamente che salute, sicurezza e attenzione all’ambiente vadano di concerto alle prestazioni di business. Vincere consecutivamente dieci RoSPA Gold Awards rappresenta un onore per Victrex e siamo molto orgogliosi di ricevere il President Award. Tali risultati si devono al lavoro e allo sforzo di tutto lo staff Victrex in materia di salute e ambiente”.

I premi RoSPA sono degli strumenti ideali per comprovare l’impegno a livello di salute e sicurezza. Per stabilire gli obiettivi finalizzati al continuo miglioramento di questi standard, motivando i dipendenti e creando un buon livello di consapevolezza in tema di sicurezza. I premi RoSPA Occupational Health & Safety Awards 2007 sono sostenuti da Nebosh (The National Examination Board in Occupational Safety and Health), il maggiore comitato di esame dedicato alla salute e alla sicurezza professionale.

prodotti
Aros: Sirio 3100 e Sirio 4600P, inverter fotovoltaici
10/06/2008 L’impegno dell’azienda a essere sempre in linea con le richieste di mercato ha portato a un ulteriore ampliamento della gamma di inverter fotovoltaici Sirio con l’introduzione dei modelli Sirio 3100 e Sirio 4600P, con una potenza nominale rispettivamente di 3.100 e 4.600 W.

Tutti gli inverter della serie sono studiati e realizzati per ottenere la massima affidabilità grazie alle tecnologie innovative e ai componenti di alta qualità impiegati. Il display Lcd posizionato sul pannello frontale ne facilita l’utilizzo, permettendo di visualizzare in modo intuitivo e immediato tutte le informazioni relative al funzionamento dell’inverter e le eventuali anomalie.

Nel nuovo Sirio 3100, disponibile sul mercato dal mese di luglio, il range di tensione accettato in ingresso è stato ulteriormente ampliato, consentendo all’inverter di lavorare sempre a piena potenza. Inoltre, per incrementare ulteriormente la compatibilità con installazioni che utilizzano più stringhe con moduli aventi correnti nominali elevate, è stato aumentato anche il valore di corrente accettato in ingresso fino a 20 A.

Un’ulteriore espansione della serie si ha con Sirio 4600P, già disponibile sul mercato. Questa tipologia di inverter multistring permette di gestire stringhe con orientamenti e inclinazioni diverse, così da poter lavorare al meglio con molteplici modelli e tipologie di pannelli anche in presenza di ombreggiamenti parziali. Ciò rende gli inverter ancora più flessibili e agevola l’installatore nelle varie configurazioni.

I Sirio 4600P sono dotati di 3 dispositivi Mppt che assicurano all’inverter il massimo sfruttamento della potenza del generatore fotovoltaico. Grazie anche ai veloci tempi di risposta degli Mppt gli inverter rendono disponibile, in ogni istante e in qualsiasi condizione meteorologica, la massima potenza generabile dai pannelli fotovoltaici. Il grado di protezione IP65 idoneo per l’installazione in esterno consente il posizionamento in prossimità del generatore semplificando il cablaggio sul lato PC.

AbacusEcc: Stm 100, trasmettitore a energia solare o termica
10/06/2008 Grazie al proprio consumo estremamente basso, può essere alimentato tramite una piccola cella solare (in dotazione) o, in alternativa, tramite il dispositivo Ect 100 di EnOcean stessa, che trasforma in energia elettrica le differenze termiche normalmente presenti in ogni ambiente. In entrambi i casi, consente di realizzare sensori wireless privi di batterie e quindi senza manutenzione.
È un trasmettitore operante sulla frequenza di 868 MHz, con una portata di 300 m all’aperto e di 30 m in ambienti interni. È dotato di tre ingressi analogici e quattro ingressi digitali. Per ridurre i consumi, “si sveglia” periodicamente soltanto per trasmettere i dati tramite brevissimi “telegrammi”. La trasmissione impiega un protocollo proprietario, pertanto è necessario utilizzare un ricevitore EnOcean. Grazie a un supercondensatore che accumula l’energia fornita dalla cella solare, il sistema può funzionare per alcuni giorni anche in completa oscurità.

Come detto, in alternativa alla cella solare, può essere alimentato tramite il modulo Ect 100, che converte le differenze termiche in energia elettrica. Questo sistema si basa su una cella di Peltier, dispositivo capace di generare una tensione elettrica se collocato tra due superfici caratterizzate da temperature diverse. È sufficiente anche una differenza di pochi gradi (1-2 °C), ottenuta ponendo una faccia della cella a contatto con una superficie normalmente calda e applicando sull’altra faccia un dissipatore termico. A valle della cella di Peltier è collocato un particolare convertitore c.c./c.c. che si attiva a tensioni di soli 20 mV.

Con alimentazione solare oppure termica, può essere utilizzato per realizzare sensori senza fili e senza batterie per il rilevamento di parametri quali temperatura, pressione, illuminazione, posizione e così via.

Siemens: Sinaut ST7, sistema di telecontrollo
11/06/2008 La tecnologia al servizio del settore idrico. È questo il messaggio della presenza di Siemens all’edizione 2008 della Fiera Accadueo, finalizzato a sensibilizzare il mercato verso un maggiore utilizzo di sistemi sofisticati, in grado di risolvere i problemi legati all’acqua, quale risorsa fondamentale per ogni tipo di attività umana e quindi da proteggere.

Nell’ottica di ridurre pericolosi sprechi e dispersioni, Siemens propone soluzioni di automazione all’avanguardia volte alla modernizzazione degli impianti esistenti, ottimizzandone le performance, e all’applicazione di tecnologie innovative per la filtrazione dell’acqua e il trattamento fanghi.
Sul fronte delle soluzioni Siemens punta sul telecontrollo e sulla strumentazione di processo.
Sinaut ST7 è il sistema di telecontrollo presentato in occasione della fiera che integra i vantaggi della versione precedente, Sinaut S1, offrendo allo stesso tempo numerose innovazioni tecniche. Per la prima volta sono state sviluppate unità di trasmissione compatte TM che non dispongono soltanto di un’estesa memoria dati per la memorizzazione locale delle informazioni sul processo, ma anche di modem standard per la trasmissione su linee fisse o reti a commutazione.

L’innovativo sistema di engineering basato sugli strumenti Simatec permette la progettazione grafica di tutte le reti di comunicazione, fornendo, automaticamente a chi progetta, tutte le possibili combinazioni per realizzare il collegamento dati dei singoli controllori.

Nel sistema Sinaut la comunicazione avviene su evento. Queste funzionalità sono particolarmente vantaggiose laddove è necessario che il personale operativo debba essere informato velocemente (allarmi, valori analogici o di conteggio) e nel caso in cui debba avere accesso al comando di processo, ad esempio l’impostazione di valori di setpoint.