Edizione N° 30 del 9 ottobre 2007

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Edizione N° 30 del 9 ottobre 2007


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Consorzio Re.Media definisce le linee guida sulla gestione dell’eco contributo RAEE
09/10/2007 Consorzio Re.Media utilizzerà entrambe le modalità di finanziamento previste dal D.Lgs. 151/05 per la gestione dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche): eco-contributo RAEE “Visibile” (ECR) e internalizzazione dei costi. Nel primo caso, i costi di gestione dei RAEE sono indicati esplicitamente e separatamente all’acquirente mentre con l’internalizzazione i costi sono inglobati nel costo del prodotto.

I soci aderenti a Re.Media possono optare per l’una o l’altra modalità a seconda dei prodotti.

Operano con eco-contributo RAEE le seguenti filiere merceologiche: climatizzatori, elettrodomestici, televisori e audio video, mentre operano effettuando l’internalizzazione dei costi le categorie dei giocattoli, orologi, strumenti musicali, telecomunicazioni e informatica.

L’applicazione dell’eco-contributo RAEE da parte dei produttori che ne faranno uso partirà a novembre 2007.

“L’obiettivo di questa scelta – dichiara il direttore generale di Consorzio Re.Media Danilo Bonato – è di avere un periodo di tempo adeguato per consentire alla distribuzione di predisporre gli strumenti di comunicazione atti a informare il consumatore presso i punti di vendita in merito all’introduzione dell’eco-contributo RAEE”. “Proprio attraverso l’Eco-contributo – prosegue Bonato – il consumatore parteciperà al finanziamento di un nuovo sistema di gestione dei rifiuti tecnologici improntato alla sostenibilità ambientale e in linea con le direttive europee, rendendo effettivi i risparmi da parte dei Comuni italiani sui costi di trattamento dei RAEE.”

Dal monitoraggio dell’aria alla gestione sostenibile dei rifiuti, fino alla qualità delle acque
09/10/2007 L’eccellenza della ricerca emiliano-romagnola sarà protagonista alla prima edizione di Ecopappennino – la fiera delle tecnologie per il risparmio energetico e le fonti rinnovabili per la montagna – con cinque laboratori su tematiche ambientali e un centro per il trasferimento tecnologico, appartenenti alla Rete Alta Tecnologia e coordinati da Aster, il consorzio regionale per lo sviluppo tecnologico. Erano presenti nello stand della Regione Emilia-Romagna i laboratori Erg (Bologna), Leap (Piacenza), Lara (Ferrara), LaRia (Bologna) e Litcar (Rimini), e il centro Cisa (Bologna).

Ed è stato proprio il centro per il trasferimento tecnologico Cisa aì organizzare l’intera manifestazione, dal 28 al 30 settembre scorso a Porretta Terme (Bologna): obiettivo di Cisa – acronimo di Centro di innovazione e tecnologia ambientale per la sostenibilità dell’Appennino bolognese – è sviluppare l’innovazione in Appennino, considerata da sempre un’area svantaggiata: grazie ai fondi Obiettivo 2 – lo strumento comunitario di promozione dello sviluppo dei territori con difficoltà strutturali – e al cofinanziamento della Fondazione CaRisBo, il Centro diffonde le più avanzate e innovative tecnologie per creare il “Parco dello sviluppo sostenibile territoriale”, un’area d’eccellenza per la produzione di energia pulita grazie alle fonti naturali disponibili in montagna.

“La fiera – sottolinea Stefano Semenzato, responsabile del centro Cisa – è stata un evento molto importante: abbiamo registrato il tutto esaurito rispetto ai 150 posti disponibili per gli espositori, ma anche per quanto riguarda i corsi di formazione, anzitutto quello sul fotovoltaico. È stata forte anche la risposta da parte delle scuole, con oltre mille partecipazioni. Con Ecoappennino è stato raggiunto lo scopo di coinvolgere le comunità locali nell’uso delle tecnologie e nel campo dello sviluppo sostenibile”.

Su questi temi è stata incentrata tutta la manifestazione, a cui hanno partecipato i laboratori della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna con materiale informativo sulla propria attività.

Quinta giornata di studio sui temi del drenaggio urbano sostenibile
09/10/2007 La variabilità intrinseca delle manifestazioni climatiche nonché la diffusa sensibilità verso le tematiche ambientali, rendono il problema del risparmio e del riuso delle risorse idriche più che mai attuale nel panorama nazionale e internazionale degli sviluppi scientifici, tecnici e tecnologici legati al settore dell’acqua.

Tuttavia, nonostante i recenti provvedimenti normativi e il diffondersi delle relative applicazioni in tutto il mondo, le esperienze di riuso in Italia (pur presenti in varie regioni quali la Sicilia, l’Emilia Romagna e il Piemonte) sono ancora limitate, le reti duali un’eccezione, il recupero delle acque meteoriche e il riuso delle acque grigie una rara peculiarità locale.

La Giornata di Studio intende sollecitare il dibattito tra amministratori, tecnici, ricercatori e aziende del settore, al fine di contribuire allo sviluppo e alla diffusione delle pratiche di risparmio e riuso della risorsa idropotabile nell’ottica di un approccio sostenibile alla gestione dell’acqua in relazione ai suoi molteplici usi, ai requisiti di qualità, alle tecniche e tecnologie per la raccolta, depurazione, convogliamento e distribuzione. Sarà posto inoltre l’accento sulle problematiche più tipicamente gestionali, tra cui i sistemi di misura e di controllo, l’automazione, le politiche aziendali e i problemi di accettazione da parte dell’opinione pubblica.

Una attenzione particolare sarà posta durante il convegno alle tematiche di raccolta e riuso delle acque meteoriche, aspetto ancora secondario in Italia, ma dalle notevoli prospettive di sviluppo anche in considerazione delle normative più recenti in materia di disciplina degli scarichi delle acque di origine meteorica.

BP e Invensys affrontano il problema dell’olio combustibile a uso marittimo
09/10/2007 La maggior parte del rifornimento di olio combustibile alle navi avviene tramite bettoline. L’aria intrappolata nell’olio combustibile viscoso si mantiene in sospensione e provoca un aumento artificiale di volume. Tale effetto rappresenta un problema considerevole per il settore del trasporto marittimo e fino a oggi irrisolto. Attualmente, la misurazione della quantità fornita prevede l’immersione delle cisterne della bettolina prima e dopo la consegna, e richiede svariati calcoli e correzioni per convertire la misura del volume delle cisterne nella massa effettivamente consegnata. Questo processo presenta molte difficoltà, errori e rischi per il personale. BP, consapevole di questi problemi, ha intrapreso un ambizioso progetto per utilizzare la migliore tecnologia disponibile ed economicamente sostenibile allo scopo di superare i tradizionali metodi di verifica delle quantità. Questo sistema consentirà agli armatori di pagare unicamente la massa di combustibile effettivamente ricevuta.

BP ha chiesto ai tre produttori di flussometri di partecipare a una prova di laboratorio per verificare la precisione dei loro dispositivi nella misurazione di olio combustibile. Il test consisteva nel misurare la massa di una certa quantità di olio, escludendo l’eventuale aria rimasta in sospensione. L’unico prodotto in grado di soddisfare le rigorose esigenze della prova è stato il Foxboro Coriolis Meter, sviluppato da Invensys in collaborazione con l’Università di Oxford.

Con oltre 200 milioni di tonnellate di olio combustibile all’anno destinato alle navi, è fondamentale che il processo di fornitura dei bunker avvenga in maniera precisa e sicura. Questo progetto propone una soluzione altamente tecnologica: non soltanto è possibile calcolare con precisione la massa consegnata, ma, grazie all’uso della più moderna tecnologia delle comunicazioni, l’equipaggio della nave è anche in grado di “controllare” il rifornimento di combustibile in tempo reale senza dover sbarcare sulla bettolina (un’operazione rischiosa che ha provocato un certo numero di incidenti mortali). Ma il deposito è un’attività dalle esigenze molto diverse, con rifornimenti di combustibile che possono variare da 300 a 12 000 tonnellate. Le portate variano, spesso i tempi sono fondamentali (per rispettare le maree, per esempio) e il valore commerciale di alcuni rifornimenti può raggiungere milioni di dollari. Il problema della qualità delle misurazioni interessa fortemente sia gli operatori marittimi che la International Bunkering Industry Association, (IBIA). Il miglioramento degli standard del settore rappresenta uno degli obiettivi della IBIA, che supervisionerà l’istituzione di un nuovo standard di misurazione per le attività di deposito a livello mondiale.

L’Autorità Marittima del Porto di Singapore, il maggior porto di deposito del mondo, è stata leader nell’ambito dello sviluppo di procedure più efficaci per questo tipo di attività. L’uso di tecnologie all’avanguardia può migliorare ulteriormente gli standard e rappresenta uno dei motivi che hanno spinto l’Autorità Marittima ad appoggiare questo progetto.

In seguito ai risultati positivi ottenuti dal Foxboro Coriolis Meter nei test di laboratorio, BP ha chiesto a Invensys di produrre due moduli di prova con flussometro incorporato, che saranno utilizzati per un collaudo in mare al largo di Singapore nell’estate del 2007. Questa verifica servirà per accertarsi che le prestazioni ottenute in laboratorio possano essere replicate efficacemente su larga scala in un’applicazione commerciale. “È difficile riprodurre in laboratorio i grandi volumi di olio combustibile pompati in un porto. La realizzazione di questo test supplementare consentirà di calcolare con precisione i fattori di calibrazione e di analizzare il profilo di combustibili diversi. Siamo fiduciosi che il Coriolis Meter supererà la prova a pieni voti”, ha dichiarato Bob Jones, direttore generale vendite di Foxboro.

Il Programma NIC di Federchimica: nanotecnologie nell’industria chimica
09/10/2007 Per rispondere alle variegate esigenze dello sviluppo delle Nanotech in Italia, Federchimica ha avviato il programma N.I.C – Nanotecnologie nell’industria chimica, e lo ha condiviso progressivamente con 40 soggetti tra cui Centri di R&S pubblici e privati; istituzioni pubbliche; associazioni confindustriali e professionali; parchi scientifici e tecnologici, fondi di venture capital.

N.I.C. è articolato in quattro specifiche Task Force: progetti di R&S per partecipare con determinazione al “7° Programma Quadro di Ricerca” della Commissione Europea e al
“Programma Industria 2015”; partnership pubblico–privato, necessarie per attrarre in Italia capitali privati e altri soggetti interessati; nanoscienze, per definire un codice di condotta per la gestione responsabile delle nanotecnologie; venture capital, per comprendere e proporre quali vincoli eliminare affinché anche in Italia siano attivate risorse finanziarie per le piccole imprese nascenti e quindi a rischio elevato.

Le Nanotech consentono di ottenere nuovi prodotti a basso impatto ambientale nell’ambito dei dispositivi elettronici; plastiche a basso impatto ecologico; rivestimenti anti-corrosione; compositi più leggeri e più strutturati per mezzi di trasporto e nuovi processi di produzione a migliore efficienza energetica, come lo sviluppo di nuovi prodotti e nuove formulazioni, e di catalizzatori più efficienti.
Una nuova fase della chimica, che avrà un impatto anche sulla nostra economia, in termini di messa a punto di nanomateriali, nanointermedi e prodotti finiti.

Nel nostro Paese infatti, i settori manifatturieri dell’energia, dell’alimentare, della metalmeccanica, della chimica – farmaceutica – cosmetica, del tessile, dell’elettronica, dei mezzi di trasporto, della plastica – gomma, dell’ambiente, rappresentano attualmente un fatturato (2004) di oltre 650 miliardi di euro, che significa quasi il 30% del Pil. In questo processo svolge un ruolo strategico il territorio, che può creare nuove iniziative, facilitare la formazione di partnership tra pubblico e privato, rendere disponibili ulteriori fondi soprattutto per le imprese allo stato nascente.

Per questo motivo, Federchimica ha coinvolto, nell’ambito del Convegno presso il RichMac a Milano, sei Assessori Regionali affinché dialogassero con il Ministero dello Sviluppo Economico che nel Programma “Industria 2015”, già avviato con la Finanziaria del 2007, prevede l’area dei finanziamenti per la “Creazione di Reti di Impresa” (le Reti di Impresa rappresentano forme di coordinamento di natura contrattuale tra Imprese, che vogliono aumentare la loro massa critica e avere maggiore forza sul mercato senza doversi fondere o unirsi sotto il controllo di un unico soggetto).

Occorre però anche investire nelle risorse umane. Le conoscenze scientifiche (di chimica e di fisica) e l’orientamento alle applicazioni industriali (nei settori soprattutto, dell’elettronica, dei materiali da costruzione e per trasporti) sono un fattore chiave di successo.

Fotovoltaico firmato Helios all’Istituto Nazionale di Vulcanologia
10/10/2007 In un mercato, quello fovotoltaico, in piena crescita, Helios Technology si afferma infatti come storico e principale produttore italiano non solo di celle e moduli fotovoltaici ma anche di componenti per la realizzazione di impianti di produzione di energia solare, in grado di alimentare utenze elettriche pubbliche e private.

È così che l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, operante nel settore delle ricerche geofisiche, sismologiche e vulcanologiche, ha installato, all’interno di un progetto denominato CESIS, 44 impianti fotovoltaici realizzati con moduli e componenti Helios Technology per l’alimentaziione di apparecchiature di rilevazione sismica posizionate in luoghi anche estremamente isolati. A titolo di esempio, una singola stazione di rilevamento in Italia è in grado di acquisire onde sismiche che vengono prodotte da terremoti con epicentro anche a 20.000 km di distanza. Come afferma Luciano Mondiali, responsabile del Settore Infrastrutture Sismologiche del Centro Nazionale Terremoti dell’INGV, che ha seguito il progetto: «…se c’è un terremoto in Alaska, la nostra Rete Sismica Nazionale Centralizzata ne acquisisce i dati».

Nel dettaglio ogni singolo impianto, da 560 Wp, si compone di un sistema isolato che serve a produrre l’energia elettrica necessaria per alimentare un’apparecchiatura composta da due sensori che acquisiscono i dati i quali, opportunamente digitalizzati e filtrati, sono trasmessi 24 ore su 24 attraverso una parabola da 180 cm alla sala operativa dell’INGV di Roma.

Il sistema, che alimenta la stazione di rilevamento, è costituito da quattro moduli fotovoltaici H1540 di Helios Technology da 140 Wp, un regolatore di carica e sei batterie pb-gel da 6 V – 210 A collegate in tre stringhe in parallelo da due batterie in serie ciascuna per un totale di 630 A.

L’installazione dell’impianto è stata realizzata direttamente da una squadra di tecnici dell’INGV.
Considerato uno dei maggiori enti di ricerca italiano e uno tra i migliori al mondo per la geofisica, l’INGV è formato da nove sezioni e un centro nazionale localizzati in sette sedi di ricerca principali in Italia. La rete sismica nazionale centralizzata è costitutita da circa 270 stazioni sparse su tutto il territorio nazionale, dislocate in postazioni anche molto remote dove l’allacciamento alla rete elettrica nazionale sarebbe, se non impossibile, comunque esageratamente costoso.

Siemens fornisce un sistema di gestione del traffico al cantone San Gallo, in Svizzera
10/10/2007 La soluzione prevede l’installazione di un computer centrale, collegato ad altri otto distribuiti in differenti aree, con l’obiettivo di acquisire le informazioni sul traffico, controllare l’intera viabilità e zone particolari come cinque tunnel e l’autostrada, monitorati tramite la collocazione di 96 pannelli a messaggio variabile. Il progetto, che ha un valore di 5,7 milioni di euro, dovrebbe essere terminato entro il marzo 2009.

Nella zona del San Gallo il traffico ha evidenziato una crescita costante che, negli ultimi anni, è stata pari al 4%. Questo forte incremento, dovuto alla nascita di grandi centri commerciali e di uno stadio, ha reso necessaria l’installazione di nuovi e potenti sistemi di gestione del traffico, in alcuni casi ampliando e modernizzando quelli già esistenti.
La Pubblica Amministrazione di San Gallo ha dunque commissionato a Siemens il lavoro di fornitura, installazione e messa in opera del nuovo sistema sull’autostrada A1.

L’acquisizione dei dati e il sistema di controllo del traffico sono il cuore della soluzione, i cui dispositivi sono collegati da una potente e moderna infrastruttura di rete. Più di 600 i tipi di segnali utilizzati per la comunicazione; fra questi, segnali prisma, Led, pannelli a fibra ottica lungo le corsie, indicatori di velocità e di allarme informeranno gli automobilisti di eventuali pericoli o disagi rendendo più sicura la viabilità sulle strade.

I dati del traffico saranno registrati da apparecchi dislocati nelle varie zone per poi essere elaborati e riassunti nella sede centrale. Le richieste di controllo derivanti da questa procedura saranno poi veicolate sul computer che gestisce il traffico. Una novità relativa all’autostrada A1 riguarda la possibilità di utilizzo delle banchine, limitatamente ad alcune zone, come terza corsia.

I dispositivi di automazione standard firmati Siemens saranno utilizzati per il controllo del segnale e delle apparecchiature. Le funzioni tecniche di controllo saranno ampliate con sistemi di supervisione processi WinCC. Con il fine di assicurare la massima disponibilità, la struttura della rete di comunicazione è ad anello ridondata.

Il nuovo sistema, conforme ai requisiti DIN 19222 relativi al controllo di processo, sostituirà quello esistente fornito anch’esso da Siemens nel 1987. L’installazione avverrà in più fasi senza nessun tipo di interruzione della viabilità.

Anie: Guidi, basta ritardi per il sistema RAEE
10/10/2007 La nuova legge deve ancora diventare operativa, e il regolamento definito nell’ambito dell’attuazione di tale D.Lgs, essenziale per l’avvio del sistema di gestione dei RAEE e già firmato dal Ministro per l’Ambiente e dal Ministro per lo Sviluppo Economico, è ora in attesa della firma del Ministro dell’Economia Padoa Schioppa.

Tutto ciò nonostante le aziende italiane si siano attivate da anni, costituendo, con il supporto di ANIE, Federazione Nazionale delle Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche aderente a Confindustria, i Sistemi Collettivi e un Centro di Coordinamento secondo le disposizioni del Decreto Legislativo 151/2005.

“Questi continui ritardi bloccano tutto il sistema – denuncia Guidalberto Guidi, presidente di Anie – con gravi danni per l’ambiente e per i produttori. In alcuni stati sono ormai raccolti 10-14 chili pro-capite annui di RAEE. In Italia siamo fermi a 1,8, nonostante il sistema sia pronto e le aziende da tempo si siano attivate, investendo milioni di euro per costituire consorzi che non possono lavorare. Auspichiamo dunque che la firma del Ministro Padoa Schioppa possa avvenire in tempi brevi – continua Guidalberto Guidi – affinché il sistema RAEE possa essere finalmente avviato, anche a fronte delle azioni dei produttori che già da tempo si sono organizzati per ottemperare alle disposizioni del Decreto Legislativo n. 151/2005”.

I produttori di apparecchiature elettriche, incaricati di finanziare i sistemi di trasporto, trattamento, recupero e smaltimento finale dei rifiuti elettrici ed elettronici, determinati a rendere al più presto operativo il Decreto Legislativo 151/2005, hanno infatti costituito già da anni i Sistemi Collettivi per la gestione e il finanziamento dei RAEE e, con il supporto di Anie, il 16 marzo 2007 hanno costituito un Centro di Coordinamento sotto forma di consorzio.

Accordo R-Biopharm e R-Biopharm Rhône
10/10/2007 Oltre ai kit rapidi immunoenzimatici Ridascreen e RidaQuick per micotossine, R-Biopharm Italia distribuirà in esclusiva anche le colonne a immunoaffinità Easi-Extract Aflatroxin e Aflaprep, Ochraprep, Easi-Extract Zearalenon, Donprep, Easi-Extract T2 & HT2, Fumoniprep e i kit Aflaplate, Ochracard e Aflacard di R-Biopharm Rhône, società controllata da R-Biopharm AG, Germania.

Sia le normative in vigore sia quelle in corso di definizione, lasciano ai produttori la maggior parte della responsabilità di assicurare che i propri prodotti rispettino i limiti raccomandati. Un impegno particolarmente gravoso, per alcuni, a fronte del quale però è data oggi la possibilità di reperire sul mercato numerosi kit analitici di vario tipo, in grado di produrre risultati affidabili, accurati e rapidi a un prezzo accessibile. Il gruppo R-Biopharm offre una gamma di kit analitici per le micotossine idonei per diverse matrici di alimenti e mangimi. Le diverse tipologie di test rendono possibile l’esecuzione delle analisi per aflatossine, ocratossina A, fumonisine, tossine T-2 e HT-2, zearalenone, deossinivalenolo e citrinina anche nei laboratori che non dispongono di attrezzature particolarmente sofisticate.

R-Biopharm ha sviluppato numerosi metodi per l’analisi di svariati tipi di cereali, frutta a guscio e campioni molto complessi, come il caffè e il cacao in polvere. Con l’impiego delle colonne a immunoaffinità Aflaprep o Easi-Extract abbinate ai sistemi HPLC è possibile purificare i campioni complessi e ottenere risultati accurati e sensibili. R-Biopharm ha fatto proprio l’impegno di rispondere alle direttive UE mettendo a punto metodi analitici idonei quali quello per la rilevazione delle tossine T-2 e HT-2 nell’avena. Esse ricorrono frequentemente in questo cereale, che presenta particolari difficoltà di analisi per la presenza di pigmenti e componenti che interferiscono con i risultati. Poiché si dovranno stabilire a breve i limiti massimi per questa matrice, è particolarmente urgente sviluppare metodi analitici di provata idoneità. RBR è riuscita a soddisfare questa necessità mettendo a punto procedure di estrazione specifiche per le proprie colonne a immunoaffinità.

Per i laboratori che non avessero accesso ai più moderni apparecchi per HPLC sono disponibili numerosi test di screening che utilizzano stick a flusso laterale o test su card. Aflacard e Ochracard consentono l’analisi dei campioni con procedure rapide e semplici e, contemporaneamente, con la garanzia del rispetto dei requisiti di legge. Gli stick a flusso laterale RidaQuick sono impiegati per la rilevazione del deossinivalenolo, delle aflatossine e delle fumonisine. Di recente R-Biopharm ha annunciato il lancio di una nuova versione di RidaQuick Don (Cod. R5904), che presenta numerosi vantaggi rispetto al test precedente. L’interpretazione dei risultati è più semplice: se il campione è positivo la banda del test è ben visibile, mentre se il test è negativo non appare alcuna banda. La nuova versione è più rapida e sensibile rispetto al formato precedente, e i livelli di screening di 1,25 mg/kg o di 0,5 mg/kg sono in linea con i limiti fissati dalla UE.

È stato stabilito che gli stati membri della UE devono, tramite il coinvolgimento attivo degli operatori delle aziende produttrici di mangimi, incrementare i controlli per la presenza delle micotossine nei cereali e nei loro derivati destinati al consumo umano e all’alimentazione degli animali. Con un’offerta così variegata di test studiati per aiutare le aziende nel monitoraggio dei propri prodotti, l’implementazione della direttive europee non dovrebbe presentare ostacoli.

Joint venture Sinopec-DuPont per la produzione di resina EVA in Cina
10/10/2007 La joint venture unisce l’esperienza tecnologica e di produzione dei partner, e fornirà una vasta e competitiva gamma di prodotti EVA specializzati di alta qualità. Il nuovo sito produttivo contribuirà a soddisfare la domanda in rapida crescita di resine EVA in Cina. I prodotti serviranno segmenti del mercato quali quelli del packaging, degli adesivi, stampa, fili e cavi, calzature e abbigliamento. L’avvio della produzione di resine EVA è previsto per la fine del 2008.

Questa joint venture, con una partecipazione al 55% di Sinopec e al 45% di DuPont, ha una capacità produttiva annuale di circa 60.000 tonnellate. La combinazione dell’esperienza produttiva di Sinopec e le tecnologie EVA più all’avanguardia di DuPont P&IP offriranno nuove opportunità d’affari ai diversi segmenti di mercato cinesi. Il nuovo sito aumenterà la capacità produttiva attuale di Sinopec e sarà in grado di rispondere alla domanda di mercato in rapida crescita.

Per DuPont la joint venture rappresenta un’importante pietra miliare: il sito sarà infatti il primo di DuPont P&IP a produrre EVA (Elvax(R)) in Cina, in collaborazione con Sinopec. Questo contribuirà a rafforzare la posizione di DuPont sul mercato EVA di maggiore crescita al mondo, e a fornire assistenza ai clienti durante il loro processo di crescita ed espansione di prodotti specialistici per applicazioni ad alto valore.

Sinopec è un’azienda energetica e chimica integrata, impegnata nell’esplorazione e produzione di petrolio e gas, e nella produzione e distribuzione di prodotti del petrolio e chimici. Sinopec è il maggiore produttore e distributore di prodotti del petrolio (inclusi benzina, gasolio, carboturbo, ecc.) e il principale produttore e distributore di prodotti petrolchimici in Cina (tra i quali prodotti petrolchimici intermedi, resine sintetiche, monomeri e polimeri per fibre sintetiche, fibre sintetiche, gomma sintetica e fertilizzanti); sempre in Cina, Sinopec è il secondo produttore di petrolio grezzo. La Sinopec Beijing Yanshan Company – un enorme complesso petrolchimico che dipende direttamente da Sinopec – è in grado di produrre 99 tipi e 499 qualità di prodotti petrolchimici. Detiene il primato in Cina per volume di produzione di resine sintetiche, gomma sintetica, fenolo e acetone.

DuPont ha avviato il suo programma di affari in Cina nella metà degli anni Ottanta. Attualmente DuPont China conta in Cina 35 stabilimenti di produzione in proprietà o in joint venture e circa 5.500 dipendenti. I suoi prodotti e servizi coprono diversi mercati nei settori chimico, agricolo, alimentare, elettronico, tessile e automobilistico. L’investimento totale finora effettuato in Cina eccede i 700 milioni di dollari; nel maggio 2007 l’azienda ha annunciato di voler raddoppiare i suoi investimenti nel paese, arrivando entro il 2010 a 1,2 miliardi di dollari.

Mettler Toledo lancia la versione 2 del sistema multiparametrico LiQC
10/10/2007 Grazie al lettore di codici a barre integrato, è possibile rilevare le informazioni relative al prodotto da analizzare direttamente dalle etichette applicate sui vials contenenti i campioni. LiQC seleziona automaticamente la relativa procedura di misurazione e confronta i risultati ottenuti con i valori limite predefiniti per ogni prodotto. LiQC supporta l’integrazione in LIMS grazie al formato dati flessibile e liberamente configurabile. La plausibilità dei dati viene verificata prima dell’esportazione, a garanzia di maggiore sicurezza. Le unità di autocampionamento e lavaggio semplificano l’operatività dell’analisi del campione. contribuendo a ridurre gli errori di misura e a risparmiare sulle quantità dei solventi di lavaggio.

I benefici di questo strumento sono particolarmente apprezzati dall’industria farmaceutica, petrolchimica e delle bevande, dove è spesso necessario analizzare una serie di campioni in sequenza. Nello stesso campione è possibile determinare densità, indice di rifrazione, pH e colore, con conseguente risparmio di tempo, riduzione degli scarichi e dei rischi dovuti all’esposizione dell’operatore a sostanze tossiche o maleodoranti.

Apre in India la prima sede all’estero di ICMQ
10/10/2007 Sbarca in India la professionalità di ICMQ nel settore delle costruzioni. L’organismo di certificazione italiano ha infatti recentemente inaugurato proprio a Mumbai la prima sede all’estero, alla quale seguirà nei prossimi mesi l’apertura di un secondo ufficio a Delhi.

Per ICMQ la presenza diretta in India rappresenta la fase conclusiva di un cammino di avvicinamento iniziato lo scorso anno con il progetto ICQ (Italy India Construction Quality) promosso da Assobeton e finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Asia Invest. Nel corso del progetto, infatti, ICMQ ha avuto l’opportunità di entrare in contatto con i più importanti enti e associazioni indiani operanti nel settore delle costruzioni e dei lavori pubblici e di valutare le potenzialità esistenti e i canali migliori di accesso al mercato.

Pur essendo ancora un Paese arretrato sia nelle infrastrutture civili sia nell’edilizia privata residenziale e commerciale, l’India è destinata a cambiare molto rapidamente. Per i prossimi quattro anni, il Governo ha stanziato 320 miliardi di dollari per la costruzione di infrastrutture pubbliche (strade, porti, aeroporti, abitazioni residenziali, dighe, ponti) e non è da meno lo sviluppo previsto per il settore privato, che, attirando capitali e investitori da tutto il mondo, sta dando vita a una grande corsa del mercato immobiliare residenziale e commerciale e sta trainando la Borsa locale. Attualmente, in molte città del Paese, sono in costruzione decine di township (quartieri residenziali), centinaia di alberghi e migliaia di edifici commerciali per ospitare le sedi delle innumerevoli società che in ogni settore stanno cercando di aprirsi uno spazio in India.

Parallelamente, l’aumento del tenore di vita di una parte consistente della popolazione indiana (sopra i 300 milioni) ha aperto la via per i prodotti di lusso e di questo trend beneficiano anche i materiali e i prodotti per l’edilizia. Solo per fare un esempio, la produzione di cemento sta crescendo in modo esponenziale anche se il consumo pro-capite è ancora largamente inferiore a quello italiano; questo indice, rapportato alla popolazione, fornisce un’idea degli immensi spazi a disposizione per le imprese italiane del settore.

Parallelamente, la domanda verso il miglioramento della qualità e della sostenibilità ambientale degli edifici e la riduzione dei tempi di costruzione creano i presupposti per favorire la penetrazione delle tecnologie italiane in un paese dove i volumi potenziali sono elevatissimi.

L’obiettivo di ICMQ India è quello di mettere a disposizione dei propri soci e clienti che desiderano esplorare le opportunità offerte dal mercato indiano il patrimonio di contatti e di conoscenze acquisiti in questi mesi. Inoltre, la nuova sede non si limita a erogare i tradizionali servizi (certificazione di sistema e di prodotto, ispezione, certificazione di edificio, formazione) ma si propone sempre più come punto di riferimento affidabile e specializzato, in grado di aiutare le imprese italiane operanti nei settori dei materiali per edilizia e delle costruzioni ad avvicinarsi al mercato indiano fornendo informazioni sul mercato e sulle normative tecniche (cogenti e volontarie) oppure segnalando contatti con cui avviare rapporti di partnership.

Queste attività saranno svolte da ICMQ India con il supporto di una qualificata rete di partnership con istituzioni italiane (Camera di Commercio Italiana in India) e indiane.

Aper cambia direzione: Marco Pigni a capo della struttura operativa
10/10/2007 Aper annuncia l’ingresso in Associazione del nuovo direttore generale. Marco Pigni succederà ad Alessandro Brusa a partire da lunedì 24 settembre 2007. Pigni, nato nel 1966 a Legnano in provincia di Milano e laureato in Ingegneria Elettronica nel 1996 presso il Politecnico di Milano, vanta una lunga esperienza professionale in ambito associativo, iniziata in Confartigianato nel dicembre 1998 come rappresentante degli interesse del settore meccanico e chimico-plastico e proseguita poi dal 2001 nella Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato e delle PMI come responsabile del Settore Energia e Utilities.

Pigni è inoltre autore di numerose pubblicazioni in ambito energetico, ultima delle quali la “Guida alle incentivazioni statali per lo sviluppo dell’efficienza energetica negli usi finali e per la promozione delle fonti rinnovabili di piccola taglia” (Dossier 2007 – 07 – Convention Servizi Villasimius maggio 2007).

“Inizio con entusiasmo una nuova avventura professionale – dichiara Pigni – Intendo mettermi a servizio dell’Associazione con umiltà, concretezza e determinazione e con la stessa determinazione spero di contribuire a promuovere lo sviluppo di una vera e propria filiera industriale delle rinnovabili made in Italy, mai come oggi necessaria alla crescita sostenibile del nostro Paese”.