Edizione N° 28 del 10 luglio 2007

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Edizione N° 28 del 10 luglio 2007


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Il mercato dello smaltimento e del riciclaggio è in forte sviluppo
07/07/2007 Fra le diverse tipologie di rifiuti prodotti, solo lo smaltimento dei rifiuti pericolosi e municipali costa all’Unione 75 miliardi di euro l’anno. Questo vuol dire che i guadagni per l’industria dello smaltimento dei rifiuti sono estremamente elevati e dovrebbero aumentare in modo significativo nel corso dei prossimi anni.

Frost & Sullivan ritiene che il mercato europeo dello smaltimento dei rifiuti e del riciclaggio registri introiti totali annuali pari a 100 miliardi di euro.

La crescita del settore è guidata da rigide normative ambientali imposte dall’Unione Europea. “Sono state adottate queste misure allo scopo di prevenire danni irreversibili che una crescita lenta e mancanza di competitività nel mercato dello smaltimento e della gestione dei rifiuti potrebbero causare a livello ambientale – spiega il ricercatore di Frost & Sullivan Ajay Richard -. A partire dalla legge sullo smaltimento dei rifiuti del 1975 fino alle proposte di revisione avanzate nel 2006, l’Unione Europea ha sempre considerato lo smaltimento dei rifiuti una parte integrante della sua politica ambientale”.

“L’obiettivo della legislazione – spiega l’analista di Frost & Sullivan – è attualmente quello di prevenire e minimizzare la produzione di rifiuti. Questo cambiamento di mentalità si riflette in un nuovo approccio rispetto ai temi dello smaltimento dei rifiuti che fa ora parte della revisione della Direttiva Generale sui Rifiuti 75/442/EEC. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale diminuendo l’uso di risorse naturali e promuovendo un uso più efficiente delle risorse. Questa nuova proposta per la gestione dello smaltimento dei rifiuti ha attirato l’attenzione di quegli industriali che in passato non si erano mostrati molto interessati alle politiche ambientali.”

“Con il lento smantellamento e/o attento monitoraggio delle discariche, oltre che con l’avvio della normativa sull’incenerimento, l’industria del riciclaggio dovrebbe aumentare in modo costante, visto che l’Unione Europea sta diventando una società che ricicla”, aggiunge l’analista di Frost & Sullivan.

Inoltre, con la crescita economica aumenteranno anche i rifiuti municipali pro capite nei nuovi stati membri dell’Europa. Le normative più rigide, attese per il 2008, dovrebbero rappresentare opportunità di crescita enormi per le aziende che si occupano di smaltimento dei rifiuti. Queste opportunità possono essere colte concentrando le proprie strategie di crescita su tecnologie efficaci.

È molto importante ora per tutte le industrie produttive identificare le metodologie di smaltimento dei rifiuti nel loro processo produttivo, e per molti produttori quantificare il loro obiettivo in termini di impatto a fine vita e i costi di recupero dei loro prodotti.

Questo studio fa parte di una serie di ricerche nel settore dello smaltimento e riciclaggio dei rifiuti in Europa e nel mondo. Qualora voleste ricevere un depliant virtuale, con indicazioni sui produttori, gli utenti finali e altri partecipanti al mondo dell’industria, con una presentazione delle più recenti analisi del settore europeo dello smaltimento dei rifiuti, siete pregati di inviare una e-mail a Chiara Carella, Corporate Communications, all’indirizzo chiara.carella@frost.com, inserendo le seguenti informazioni: nome e cognome, nome dell’azienda, titolo, numero di telefono, indirizzo e-mail, città, stato, nazione.

Programma di cooperazione scientifica e tecnologica Italia Usa sui cambiamenti climatici
07/07/2007 Il programma è stato avviato nel 2002, in attuazione della dichiarazione congiunta del 19 luglio 2001 che impegnava i due Paesi a sviluppare programmi comuni di ricerca sui cambiamenti climatici e sulle tecnologie innovative a “basso contenuto di carbonio”.

Per la parte USA, coordinata da Harlan Watson, responsabile per i Global Affairs del Dipartimento di Stato, hanno partecipato al programma la National Science Foundation, la Environmental Protection Agency, la National Ocean Atmosphere Agency, il Department of Energy , il Goddard Space Institute.

Per la parte italiana, coordinata da Corrado Clini, direttore generale per la Ricerca Ambientale e lo Sviluppo del Ministero dell’Ambiente, hanno partecipato il Centro EuroMediterraneo sui Cambiamenti Climatici, gli Istituti Scientifici Nazionali di Ricerca (Cnr, Enea, Ingv), il Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste, la Fondazione Eni Enrico Mattei, le Università di Milano, Roma, Bologna, Firenze, Torino, Pisa, Tuscia, le Imprese italiane Ansaldo, Enel, Eni, Fiat-Centro Ricerche, Ausimont – Solvay, Pirelli, Nuvera.

E’ inoltre stato avviato un programma con l’Università di Harvard per la ricerca e la formazione di esperti italiani, e dei Paesi in via di sviluppo, sui temi dello sviluppo sostenibile.

La riunione di Washington si è svolta immediatamente dopo il Vertice G8, che ha favorito la ripresa del dialogo tra Unione Europea e Usa sui cambiamenti climatici nella prospettiva di un impegno globale per la riduzione delle emissioni dei gas serra.

Il meeting Italia Usa sarà l’occasione per esplorare le possibilità di estendere la collaborazione bilaterale nella prospettiva indicata dal Vertice G8.

A questo fine hanno partecipato alla riunione di Washington rappresentanti della Banca Mondiale, Global Environment Facility e della Commissione Europea al fine di valutare l’integrazione dei progetti bilaterali Italia Usa con i programmi delle istituzioni finanziarie multilaterali per la promozione e lo sviluppo delle tecnologie a bassa emissione e per la protezione dagli effetti dei cambiamenti climatici in Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa, oltre ché delle regioni più povere del pianeta.

Il meeting ha consentito anche uno scambio di idee sulle prospettive della prossima Conferenza Mondiale di Bali sui cambiamenti climatici, che avrà un ruolo decisivo per il raggiungimento di un accordo globale sul clima.

Andec commenta il nuovo rinvio al 31 dicembre 2007 per l’avvio del sistema di gestione RAEE
10/07/2007 ANDEC – Associazione Nazionale Importatori e Produttori di Elettronica Civile – prende atto di questo ulteriore slittamento del sistema che ha già subito finora ben tre proroghe, e denuncia il clima di grave incertezza in cui si trovano attualmente produttori, importatori e tutti i soggetti obbligati, i quali si trovano ancora di fronte un termine massimo semestrale entro cui il sistema dovrebbe andare a regime, ma non hanno tuttora alcuna certezza sul quando.

ANDEC auspica che questo ulteriore rinvio possa per lo meno consentire finalmente di mettere a punto tutte le regole e le procedure necessarie affinché il sistema possa andare a regime in modo certo e definito.

“Ulteriori ritardi nell’emanazione dei decreti ministeriali, nella definizione delle piazzole di raccolta e nell’adozione delle necessarie semplificazioni al ritiro dei RAEE da parte della distribuzione” dichiara Maurizio Iorio, Presidente di Andec “non farebbero che alimentare il corrente clima di incertezza e di confusione, mettendo a rischio tutto il lavoro fatto negli ultimi due anni per definire il sistema RAEE”.

“Non dimentichiamoci” prosegue Iorio ”che Produttori ed Importatori si sono da tempo organizzati, tramite la costituzione dei sistemi collettivi previsti dalla legge, per essere pronti all’entrata in vigore del decreto legislativo 151/2005 e che pertanto sostengono da tempo oneri finanziari notevoli per adempiere alle proprie responsabilità. Ci aspettiamo che la pubblica amministrazione, e quindi le autorità di Governo ed i Comuni, possa utilizzare quest’ultima proroga per fare la sua parte e, d’intesa con le Associazioni interessate, stabilisca finalmente “regole del gioco” che siano eque, condivise e realisticamente applicabili”.

I finanziamenti per le auto a gas fanno il tutto esaurito
10/07/2007 Poteva sembrare una cifra sproporzionata quella dedicata agli incentivi MSE (così definiti in quanto di competenza del Ministero Sviluppo Economico) per la diffusione dell’autotrazione a gas dalla Finanziaria 2007, a causa dei dati relativi ai consumi del 2006 (in diminuzione del 3,79% rispetto al 2005). Ma non è stato così.

L’iniziativa ha avuto talmente successo che i fondi disponibili per il 2007 si sono esauriti in poco più di cinque mesi: oggi è scattata la sospensione automatica delle prenotazioni sul sistema informatico del Consorzio Ecogas, prevista al raggiungimento dell’avvenuto utilizzo del 100% del fondo disponibile per il 2007. È quindi già attiva la lista d’attesa – che sarà chiusa il 31 luglio 2007 – che raccoglie in ordine cronologico le richieste che saranno soddisfatte solo in presenza di fondi residui.

Ricordiamo che gli incentivi MSE – che a meno di un rifinanziamento potranno ripartire solo nel gennaio 2008 – sono ottenibili da persone fisiche e giuridiche che trasformano a GPL o a metano il proprio veicolo entro i tre anni successivi alla data di immatricolazione (650 euro di contributo). Rientrano in questa categoria anche gli autoveicoli che vengono acquistati nuovi dal concessionario già equipaggiati a GPL o a metano. Da gennaio 2007 è stato inoltre introdotto un contributo per chi trasforma a GPL o a metano il proprio veicolo Euro 0 o Euro 1 (350 euro di incentivo). Inoltre, grazie alla Finanziaria 2007, i proprietari di tutti i veicoli alimentati a gas, quindi di qualsiasi categoria Euro, vengono esentati dall’aumento del bollo auto.

Le richieste hanno superato le aspettative: in oltre 80.000 hanno fatto domanda per ottenere le agevolazioni, di cui ben il 35% si è rivolto ai concessionari. Ha contribuito a questo importante risultato il notevole coinvolgimento delle case automobilistiche che hanno scelto di investire risorse in questo settore, all’insegna della sperimentazione di nuove tecnologie e di nuovi processi industriali.

Dai primi di gennaio al 17 maggio 2007 è stato utilizzato l’80% dei fondi previsti, pari a circa 41,6 milioni di euro: non solo i 52 milioni di euro non sono bastati a coprire tutto il 2007, ma, secondo le previsioni, anche per il prossimo anno la disponibilità verrà a mancare dopo non più di 180 giorni

Il settore esprime, pertanto, la sua preoccupazione, perché è noto che le continue interruzioni nelle incentivazioni al consumo determinano un andamento a singhiozzo anche nella domanda, e nel medio periodo ciò impedisce all’industria una corretta pianificazione degli investimenti da un lato, mentre dall’altro lato provoca una sfiducia nel mercato da parte dell’utenza.

Detto ciò, è evidente, invece, che si sta diffondendo sempre di più un’attenzione nei confronti dell’ambiente. Se poi è possibile usufruire di un carburante che, oltre ad avere un impatto ambientale molto basso, è vantaggioso per l’utente, allora gli automobilisti virtuosi tenderanno ad aumentare sempre di più. Ai vantaggi sopra elencati si sta aggiungendo anche il fatto di poter acquistare un prodotto garantito direttamente dalle grandi case automobilistiche, infatti quasi tutti i grandi marchi hanno in listino auto a gas direttamente dal concessionario.

Alla luce di queste considerazioni il settore coinvolto e le case automobilistiche si augurano che si trovi una soluzione quanto prima, per dare continuità al programma di incentivazione e per evitare ulteriori disagi agli utenti interessati.

Lo sviluppo della trazione a gas dovrebbe essere posta come prioritaria relativamente all’impegno delle risorse pubbliche disponibili perché soddisfa contemporaneamente i tre principali obiettivi eco-economici che questo Esecutivo ha posto già dall’inizio della legislatura, il risanamento ambientale – con in testa Kyoto – l’efficienza energetica e la diversificazione delle fonti energetiche, e ciò nel settore sicuramente più dipendente dai carburanti tradizionali

Cresce in Europa il mercato del biodiesel
10/07/2007 Il desiderio dell’Europa di dipendere in misura minore dalle importazioni di petrolio ha riacceso l’interesse nei confronti dei carburanti alternativi. Questa necessità di essere autosufficienti ha portato all’emanazione di leggi da parte dei governi dei singoli Stati membri che stanno incoraggiando e spingono il mercato del biodiesel.

Una nuova analisi condotta da Frost & Sullivan, Analisi del mercato europeo del biodiesel e delle materie prime 2007, rivela che il mercato ha registrato entrate pari a 2,93 miliardi di euro nel 2006. Secondo le previsioni, questa cifra dovrebbe raggiungere i 9,75 miliardi di euro nel 2013.

“Il mercato del biodiesel ha tratto beneficio dal supporto della Commissione Europea tramite il Protocollo di Kyoto e le Direttive 2003/30/EC e 2003/96/EC, che cercano di promuovere in modo specifico i biocarburanti e di fissare obiettivi di massima per il loro utilizzo nel settore dei trasporti”, spiega l’analista di Frost & Sullivan Robert Outram.

Si prevede che queste normative portino a un maggiore utilizzo di biocarburanti e li rendano competitivi in termini di costi rispetto agli altri carburanti minerali. Incoraggiati dalle normative dell’Unione Europea, i singoli stati membri hanno, inoltre, approvato una serie di incentivi come alleggerimenti fiscali, RTFO (Renewable Transport Fuel Obligation, che impone ai fornitori una determinata percentuale di vendite da biocarburanti) e norme sulla miscelazione.

In generale, le norme sulla miscelazione hanno particolarmente aiutato il mercato del biodiesel e il settore dei carburanti. Questa legislazione richiede, infatti, che le aziende petrolifere miscelino una percentuale prestabilita di carburante fossile in tutti i loro carburanti, il che per le aziende stesse costituisce un’enorme sfida dal punto di vista logistico.

“Le aziende petrolifere avranno bisogno di enormi volumi di carburanti fossili per soddisfare i livelli di miscela, anche se le percentuali sono solitamente contenute – spiega l’analista di Frost & Sullivan -. Questo significa che le aziende petrolifere potrebbero unirsi ai produttori di biocarburanti con accordi a lungo termine o perfino investire nei loro impianti”.

Queste norme sulla miscelazione dovrebbero, comunque, contribuire a un aumento dei prezzi delle materie prime.

Poiché la produzione di olio vegetale in Europa Occidentale ha raggiunto la piena capacità ed è rimasta costante nel corso dell’ultimo decennio (fra gli 11 e i 12 milioni di tonnellate), il mercato del biodiesel, altamente competitivo, è sotto pressione nella ricerca di materie prime a prezzi competitivi. Anche con il contributo di 1 milione di tonnellate aggiuntive proveniente dai nuovi stati membri dell’Unione Europea, per soddisfare le Direttive dell’Unione Europea – il cui scopo è quello di fare in modo che il biodiesel costituisca il 5,75% di tutti i carburanti da trasporto – saranno necessari all’incirca 9,5 milioni di tonnellate di biodiesel.

“Stimando una conversione di 1 a 1 dell’olio vegetale in biodiesel, in termini di volume, sarebbe necessario l’80% di tutto l’olio vegetale prodotto attualmente in Europa per il mercato del biodiesel”, sottolinea Outram.

La grandissima domanda di prodotti finiti colpirà inevitabilmente i prezzi dei biocarburanti fino a giungere a un livello in cui i margini di profitto dei produttori cominceranno a diminuire. Poiché i costi delle materie prime costituiscono il 70% di tutti i costi di funzionamento di un impianto, i produttori di biodiesel faranno in larga misura affidamento su efficaci strategie di recupero delle materie prime oltre che su costi logistici ridotti.

Se siete interessati a un opuscolo elettronico che possa fornire ai produttori, agli utenti finali e agli altri partecipanti del processo industriale una panoramica secondo l’ultima analisi del Mercato europeo del biodiesel e delle materie prime, inviate una mail a Chiara Carella, della Corporate Communications al seguente indirizzo chiara.carella@frost.com contenente le seguenti informazioni: il vostro nome, il nome della vostra società , la ragione sociale, il numero di telefono, il numero di fax, il vostro indirizzo eMail; indicate, inoltre, come siete venuti a conoscenza dell’opuscolo. Dopo aver inviato queste informazioni, riceverete il prospetto informativo via eMail.

Biodiesel: la burocrazia ferma gli impianti
10/07/2007 Nonostante le recenti affermazioni del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Paolo De Castro sulla priorità e strategicità dei biocarburanti per il rispetto degli obiettivi fissati dalla Cee e per lo sviluppo della filiera agroenergetica, il biodiesel non arriva sul mercato e i consumatori continuano a utilizzare esclusivamente gasolio tradizionale. Le raffinerie, infatti, non sono in grado di rifornirsi dagli impianti di produzione di biodiesel per miscelarlo con il gasolio, nel rispetto della Direttiva Europea 30/2003 del 30 marzo 2003 che impone agli Stati membri di prendere tutte le misure necessarie al fine di incrementare l’utilizzo di biocarburanti. La ragione di questa situazione è la definizione di “autotrazione” fornita in una delle sue ultime circolari dall’Agenzia delle Dogane (Ministero dell’Economia e delle Finanze), secondo cui il biodiesel deve essere usato solo nei motori che vanno su strada e non in quelli per uso agricolo e moto pesca.

“Questa volta la colpa non è dei petrolieri, non è dei produttori di biodiesel, non è degli agricoltori, ma dell’Agenzia delle Dogane che, con un’interpretazione restrittiva e non giustificata del termine autotrazione, esclude la possibilità di miscelare il biodiesel con gasolio agricolo e da motopesca, impedendone di fatto l’impiego”. È questa è la denuncia di Maria Rosaria di Somma, direttore generale di Assocostieri-Unione Produttori Biodiesel, l’associazione che rappresenta i produttori di biodiesel. “L’ampliamento della miscela gasolio-biodiesel anche al settore della motopesca e dell’agricoltura comporterebbe un beneficio aggiuntivo all’ambiente e al settore dell’agricoltura e il suo divieto non trova alcuna giustificazione di merito”.

Da fine marzo, quindi, le raffinerie italiane di biodiesel sono ferme dato che, non potendo estrarre prodotto finito dai loro serbatoi, non sono in grado di ricevere altro biodiesel; l’effetto immediato è il rallentamento della marcia dagli impianti di produzione di biodiesel fino al collasso e alla imminente sospensione della produzione. Se protratta nel tempo, questa situazione comporterà la messa in cassa integrazione dei dipendenti e degli operai che lavorano nel settore.

“Nel periodo gennaio-maggio 2007 le immissioni al consumo di biodiesel nel mercato italiano sono state il 60% in meno di quelle del corrispondente periodo del 2006”, ha dichiarato Paola Brancaccio, amministratore delegato della OilB, una delle aziende che fanno parte di Assocostieri. “Non riusciamo davvero a capire come le complessità burocratiche possano impedire di raggiungere obiettivi importanti quali lo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria italiana, l’abbattimento delle emissioni di Co2 in atmosfera e l’autonomia energetica del nostro Paese”.

“Con la fermata degli impianti di produzione nazionale di biodiesel, sarà molto difficile garantire il raggiungimento dell’obiettivo minimo dell’1% di additivazione di biodiesel al gasolio, con la conseguenza che probabilmente si farà ricorso all’importazione da paesi extracomunitari”, ha spiegato Pier Giuseppe Polla di Novaol.

Progressivamente, lo stop degli impianti si sta ripercuotendo anche sul sistema agricolo, in quanto l’impossibilità a ricevere materia prima non consente alle aziende produttrici di biodiesel di rispettare i contratti che permetterebbero agli agricoltori di procedere con la semina che non può essere rinviata nel tempo.

“Nelle prossime due settimane dovremo decidere se rescindere i contratti con gli agricoltori, con i fornitori di olio vegetale e se chiudere lo stabilimento a tempo indefinito, vista l’insostenibile situazione che, di fatto, ha bloccato la logistica di distribuzione del biodiesel”, commenta Gianni Berloni di Fox Petroli. “Mi capita di descrivere questa situazione irreale ai nostri colleghi europei, ma nessuno mi crede, cercano spiegazioni più profonde che non l’interpretazione di un semplice vocabolo che ha sconvolto l’intero settore del biodiesel italiano”.

Il 2006 segna un incremento del 10% nella raccolta e nel riciclo dei rifiuti in legno
10/07/2007 Un aumento del 10% di rifiuti in legno avviati al recupero nel 2006 rispetto al 2005: un bel modo per festeggiare il decimo compleanno di Rilegno, il Consorzio che dal 1997 si occupa di raccolta, recupero e riciclaggio del legno all’interno del sistema Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), attraverso convenzioni con enti pubblici e soggetti privati in tutte le regioni italiane.

La gestione di Rilegno ha permesso di recuperare nel 2006 un totale di 1.614.860 tonnellate di rifiuti in legno, con una crescita complessiva del 10% rispetto all’anno precedente, e del 17% sul totale dei rifiuti da imballaggi in legno (pallet, cassette ortofrutticole, imballaggi industriali).

I segnali di crescita più forti vengono dalla raccolta differenziata delle aziende pubbliche nelle aree in emergenza del Centro Sud, dove la raccolta ha registrato nel 2006 una crescita notevole: il totale di rifiuti in legno recuperati nel 2006 nelle cinque regioni a emergenza rifiuti (Calabria, Sicilia, Lazio, Puglia, Campania) ha toccato infatti le 201.655 tonnellate, con una crescita del 20,8% rispetto al 2005: la Calabria ha praticamente raddoppiato la raccolta; in Sicilia sono state differenziate 29.046 tonnellate, il 42% in più rispetto al 2005, percentuale che è pari al +14% in Lazio con 73.865 tonnellate raccolte nel 2006.

Valori in crescita al Centro Sud, ma ancora molto lontani dai quantitativi raccolti al Nord, dove la cultura della raccolta del legno usato è viva ormai da tempo e sono presenti i principali impianti di riciclo del legno: qui la raccolta di Rilegno, già attestata su livelli elevati, è crescita ulteriormente, fino a superare 1.100.000 tonnellate nel 2006. Da segnalare la Lombardia, già prima classificata come quantitativo di rifiuti avviati al riciclo, che nel 2006 ha toccato quota 510.000 tonnellate di rifiuti legnosi, compiendo un ulteriore balzo in avanti del 20% rispetto al 2005.

Rilegno prosegue così nel 2006 il trend positivo avviato negli ultimi anni, riciclando sia imballaggi in legno (che nel 2006 corrispondono al 51% del totale avviato al recupero da Rilegno), sia rifiuti legnosi di altra natura, come quelli provenienti dal circuito industriale e dal circuito urbano: una raccolta, quest’ultima, potenziata dall’accordo sottoscritto nel 2004 tra Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Rilegno e Conai. Grazie a questo accordo, la raccolta diretta di Rilegno in ambito pubblico è incrementata in questi 2 anni del 50%, e ha registrato nel 2006 un totale di 384.615 rifiuti legnosi riciclati.

Il sistema di raccolta messo in piedi da Rilegno si è ramificato dal 1997 ad oggi fino a coprire gran parte del territorio nazionale. Nel 2006 il numero di convenzioni strette con Enti pubblici, all’interno dell’accordo Anci-Conai, si è ampliato ulteriormente, fino a toccare quota 279 (+17% rispetto al 2005). Il totale di popolazione servita è così aumentato fino a oltre 34 milioni di abitanti serviti (58% sul totale) e 3.791 Comuni coperti (47% del totale).

Sono cresciute anche le convenzioni con soggetti privati (297 in totale, 29 in più rispetto al 2005) e le piattaforme convenzionate per il conferimento di rifiuti in legno, che sono ora 332 (20 in più rispetto al 2005) presenti sull’intero territorio nazionale.

Docet: sistema semplificato per la certificazione energetica degli edifici
10/07/2007 È stato presentato Docet, una procedura di calcolo semplificato finalizzata alla certificazione energetica volontaria e obbligatoria degli edifici residenziali esistenti, da effettuare secondo i requisiti previsti dal Dlgs 192/05, così come aggiornato dal Dlgs 311/06, nel corso di un workshop tenutosi all’Enea.

Oltre a definire la classe energetica dell’edificio, Docet fornisce informazioni relative alla quantità di CO2 prodotta, al risparmio economico ottenibile e permette di valutare il contributo dell’applicazione di collettori solari e pannelli fotovoltaici. Queste ulteriori indicazioni saranno utili per favorire una maggiore consapevolezza degli utenti finali sui vantaggi conseguibili con interventi di risparmio e riqualificazione energetica degli edifici, con positive ricadute economiche e ambientali.

Il contributo allo sviluppo di questa metodologia da parte di Enea, che ha messo a disposizione la propria pluriennale esperienza tecnico scientifica maturata in questo campo, rientra nel quadro delle iniziative di collaborazione con il Governo Centrale per l’attuazione dei provvedimenti adottati in materia di efficienza e risparmio energetico e di valorizzazione e integrazione delle fonti rinnovabili.

Nuove acquisizioni per Ecolight che presenta Eco 360°
10/07/2007 Ecolight, consorzio attivo nella gestione della raccolta, smaltimento e riciclo delle apparecchiature elettrotecniche ed elettroniche giunte a fine vita, ha recentemente acquisito tra i suoi consorziati alcune tra le maggiori aziende operanti nella grande distribuzione organizzata. Auchan , Castorama Italia, Conforama Italia, Ikea Italia Distribution hanno deciso di affidarsi al Consorzio per l’assistenza in tutte le procedure richieste nel trattamento dei RAEE.

Il consorzio che attualmente conta circa 250 aziende aderenti continua così la propria crescita, perseguendo l’obiettivo di allargare sempre più la propria utenza.

Ecolight rappresenta un punto di riferimento per l’applicazione della nuova normativa sui RAEE, garantendo ai consorziati il corretto adempimento degli obblighi di legge per quanto riguarda le procedure di ritiro, trasporto, riciclo e trattamento delle apparecchiature elettriche ed elettrotecniche a fine vita. Il consorzio assicura inoltre l’ottimizzazione delle risorse economiche destinate a questa attività e la gestione amministrativa dell’eco-contributo (visibile fee) nonché la comunicazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul funzionamento del sistema e in particolare sull’interesse per il rispetto ambientale.

Infine, recentemente è stato istituito il nuovo servizio ECO 360° che presta assistenza diversificata in base alle esigenze delle aziende dell’intero settore elettrico ed elettronico.

Il Sistema di Gestione Integrata dei RAEE ECO 360° è l’eco-soluzione pensata da Ecolight per assicurare alle aziende la gestione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti derivanti da tutte le categorie merceologiche oggetto dell’attività (o per singole categorie o sotto categorie merceologiche trattate dal produttore) per adempiere a quanto disposto dal Decreto Legislativo n. 151 del 25 luglio 2006.

Eco 360º permette non solo ai produttori italiani ma anche a coloro che importano in Italia tali tipologie di prodotti di disporre di un servizio personalizzato per la definizione dell’eco-contributo ambientale, da versare a seconda dei quantitativi immessi sul mercato italiano.

Un’ulteriore agevolazione è data dalla possibilità di entrare a far parte di un Sistema Collettivo di smaltimento di tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche attraverso un’unica adesione che permette di usufruire di un servizio personalizzato. Esiste infatti un solo interlocutore che può soddisfare appieno le esigenze di ogni singolo produttore in base al prodotto che deve essere smaltito; si parla dunque di un servizio trasversale che esaudisce contemporaneamente più esigenze.

Coinvolgendo i produttori e gli importatori di tutte le apparecchiature elettrotecniche ed elettroniche, Eco 360º ha ottenuto in poco tempo riscontri altamente positivi.

Il ghiaccio antartico rivela la storia del nostro clima negli ultimi 800 mila anni
10/07/2007 Nel giugno del 2004 l’analisi di 3.140 metri di ghiaccio estratto dal sito di Dome C ha rivelato la storia delle variazioni climatiche dell’Antartide degli ultimi 740 mila anni. L’anno seguente, le misure dell’aria intrappolata nel ghiaccio hanno permesso ai ricercatori di ricostruire le variazioni delle concentrazioni dei gas serra (anidride carbonica e metano) nell’atmosfera degli ultimi 650 mila anni. Questo lavoro ha confermato lo stretto legame tra clima e variazioni dei gas serra già dimostrato per gli ultimi 420 mila anni dalla carota di ghiaccio estratta presso il sito antartico di Vostok (3623 m).

Ora la rivista Science riporta i primi risultati scientifici ottenuti dal ghiaccio posto a profondità maggiori di 3.140 m. Gli autori hanno focalizzato la loro attenzione sull’interpretazione della concentrazione di un isotopo dell’idrogeno (deuterio) nel ghiaccio che fornisce informazioni sulle variazioni di temperatura in Antartide. Grazie alla collaborazione tra Laboratoire des Sciences du Climat et de lEnvironnement di Saclay in Francia e le Università di Trieste e Parma in Italia è così disponibile una ricostruzione altamente dettagliata delle variazioni di concentrazione di questo isotopo per l’intera carota di ghiaccio.

Altri tipi di analisi sulla parte più profonda del ghiaccio, in particolare riguardanti la composizione delle bolle d’aria intrappolate in esso, hanno dimostrato che gli ultimi 60 metri sono stati disturbati dal mescolamento di ghiaccio di diversa origine, rendendo sostanzialmente inutilizzabili le informazioni climatiche ottenute al di sotto dei 3.200 metri. A questa profondità il ghiaccio ha un’età di 800 mila anni, informazione recentemente confermata dalle variazioni nella concentrazione di un isotopo cosmogenico (Berillio-10) riscontrate alla profondità di 3.160 m. Queste variazioni sono associate all’inversione di polarità del campo magnetico terrestre, conosciuta come evento Brunhes-Matuyama, verificatesi 780 mila anni fa.

Questa nuova ricostruzione climatica ricopre un ulteriore ciclo glaciale-interglaciale e conferma che il clima del Quaternario ha subito un cambio nel suo comportamento ciclico circa 400 mila anni fa; prima di allora i periodi interglaciali erano meno caldi e duravano più a lungo. L’interpretazione di questi risultati è stata considerevolmente arricchita dalle seguenti evidenze:

Una serie di simulazioni condotte per mezzo di un modello di circolazione atmosferica generale, che tiene conto delle variazioni del contenuto di deuterio nella neve polare, hanno reso possibile una ricostruzione attendibile delle temperature dellAntartide. Il periodo più freddo, con temperature 10°C inferiori alle attuali, corrisponde allultimo massimo glaciale che si è verificato circa 20 mila anni fa. Il periodo più caldo, con temperature 4,5 °C superiori alle attuali, si è verificato durante lultimo interglaciale circa 130 mila anni fa. La correlazione tra le temperature dellAntartide e le variazioni del livello marino, informazione dedotta dai sedimenti marini, appare evidente per lintero periodo di 800 mila anni.

Le misure dettagliate, ora disponibili, confermano il legame tra le brusche variazioni climatiche della Groenlandia e le variazioni delle temperature, a scala secolare e millenaria, registrate nel settore Atlantico dellAntartide Orientale (presso l’altro sito di Epica a Dronning Maud Land) così come a Dome C nel settore Indo-Pacifico.

Il confronto tra le variazioni delle temperature dell’Antartide e le variazioni dell’insolazione suggeriscono che l’intensità dei periodi interglaciali è influenzata dalle interazioni tra l’obliquità e la precessione degli equinozi, parametri relativi all’orbita terrestre.

Questa ricostruzione delle temperature, dal punto di vista temporale quasi doppia rispetto a quella ottenuta dalla carota di ghiaccio di Vostok, sarà dora in poi utilizzata come curva di riferimento per l’interpretazione di molte analisi che sono attualmente in atto sulla medesima carota di ghiaccio di Dome C. Alla luce di questi risultati, la comunità glaciologica internazionale sta rivolgendo la sua attenzione verso altre regioni dell’Antartide, dove l’accumulo nevoso è persino minore di quello a Dome C, nel tentativo di ottenere ghiaccio ancora più antico, forse più vecchio di un milione di anni.

Forme nuove con il poliuretano. Al via un concorso di design per progettisti industriali
10/07/2007 Progetti di un prodotto realizzabile in Baydur, poliuretano rigido strutturale: questi gli elementi per partecipare al concorso indetto da Gamma Poliuretani nell’ambito del “Premio Oderzo Azienda & Design”, in collaborazione con BaySystems Italia, azienda del Gruppo Bayer, con il patrocinio di ADI, Associazione per il Disegno Industriale.

Gamma Poliuretani, cliente storico di BaySystems Italia, ha scelto di avvicinarsi al mondo del design, senza trascurare però la fattibilità. L’idea richiesta infatti deve saper coniugare i valori estetici con quelli funzionali e concepire la forma di un prodotto industriale in serie.

Le categorie in gara sono legate ai seguenti settori: mobili, complementi e accessori per la casa, l’ufficio e gli esterni; giochi e articoli per l’infanzia, lo sport e il tempo libero; telefoni; elettrodomestici, TV, HI FI, home video, home theater, idrosanitari, attrezzature per comunità, arredo urbano, segnaletica, allestimenti interni ed esterni di mezzi di trasporto. A dicembre sarà premiata l’idea che risponderà ai criteri di innovazione, intelligenza e creatività, funzionalità, ergonomia, ecologia e impatto ambientale, qualità e adeguatezza alla produzione industriale di serie, estetica, valori semantici. In palio un monte premi complessivo di 11.000 euro, ripartito in tre premi per la categoria “over 35” e due premi per la categoria “under 35”.

Polynt ha organizzato la prima conferenza catalizzatori e tecnologia per l’anidride maleica in Cina
10/07/2007 La conferenza, svoltasi al Centro Internazionale delle Conferenze ed Esibizioni, ha riunito produttori di anidride maleica e fornitori di apparecchiature, ed è stata la sede ideale per lanciare sul mercato la nuova generazione di catalizzatori Polynt ad alta produttività Polycatmac6.

Con il catalizzatore Polynt fornisce ai clienti assistenza tecnica e supervisione del processo produttivo del cliente permettendo la massima prestazione del suo prodotto.

Il Gruppo Polynt, la cui capogruppo Polynt ha sede a Scanzorosciate (Bergamo), opera nel mercato di nicchia degli intermedi per la produzione di polimeri ed è uno dei principali operatori in alcuni settori, in particolare in quelli dell’anidride maleica e derivati, dell’anidride ftalica e plastificanti generali, dell’anidride trimellitica e plastificanti speciali e delle resine poliestere insature e compounds termoindurenti.

Il Gruppo ha realizzato nel 2006 un fatturato consolidato di 500,5 milioni di euro (+17,7% rispetto ai 425 milioni di Euro del 2005) e opera attraverso quattro società (compresa la società emittente) con sei stabilimenti produttivi, di cui quattro situati in Italia, uno in Germania e uno in Polonia.

Mydrin del Gruppo Bostik nomina Bruno Franceschi amministratore delegato della società
10/07/2007 Mydrin, filiale italiana del Gruppo Bostik, a sua volta parte del gruppo multinazionale petrolchimico Total, nomina Bruno Franceschi amministratore delegato con la responsabilità di guidare il mercato nazionale e mercati emergenti quali Medio Oriente e Africa. A Bruno Franceschi, che dal giugno 2005 rivestiva la carica di general manager di Mydrin, rispondono tutte le funzioni aziendali della società, comprese Ricerca e Sviluppo e Produzione.

Nel nuovo incarico, Franceschi sarà impegnato in progetti di acquisizione di aziende italiane nei mercati strategici e in progetti di sviluppo legati alle aree a maggior potenziale di business per Mydrin.

In particolare, la valorizzazione e il potenziamento del settore Transportation, sia rispetto al trasporto su ruote sia alla nautica, comparti per i quali la società produce e distribuisce una gamma ampia di adesivi e sigillanti a uso industriale distribuiti con il marchio Simson. Un settore cui Mydrin dedica ingenti investimenti in R&D, con l’obiettivo di coniugare innovazione e qualità con le esigenze di salvaguardia della salute e della sicurezza degli utilizzatori e di rispetto dei requisiti di eco-compatibilità. Risultato di tale impegno è stato lo sviluppo della tecnologia innovativa MS (Polimeri Silani Modificati) e delle soluzioni relative, oggi impiegate con successo dai clienti di Mydrin.

Schiume poliuretaniche: Dow Corning offre accesso diretto ai suoi prodotti e alla sua esperienza
10/07/2007 Dal 1988, Dow Corning fornisce additivi per schiuma di poliuretano esclusivamente sotto il nome Dabco come da accordo con Air Products. Secondo il nuovo contratto, Dow Corning manterrà il contratto di fornitura con Air Produc ts e continuerà a offrire prodotti di alta qualità a marchio Air Products e Dabco. In aggiunta, Dow Corning inizierà a offrire ai clienti accesso diretto alla sua linea di prodotti e alla sua esperienza usando il marchio Dow Corning.

In aggiunta ai materiali, Dow Corning offre esperienza tecnica, servizi e soluzioni personalizzate in grado di aiutare i produttori di poliuretani a crescere il loro business, espandendosi in nuovi mercati, indirizzando l’attenzione verso la protezione ambientale e l’ottimizzazione dei costi. Prodotti, supporto tecnico e assistenza ai clienti sono disponibili in tutto il mondo.

Air Liquide Italia registra un aumento del fatturato pari al 6,9%
10/07/2007 I risultati dell’anno mostrano una progressione del fatturato sia per le attività industriali (470,7 milioni di euro pari a una crescita del +7% rispetto al 2005) sia per le attività relative alla Sanità (185,1 milioni di euro, in crescita del +6,7% sul 2005), che beneficiano dello sviluppo del mercato dell’assistenza domiciliare e di nuove applicazioni.

Nel primo trimestre del 2007 il Gruppo Air Liquide Italia ha realizzato un fatturato in crescita a 165,8 milioni di euro (+3,3%).

A livello mondiale, la cifra d’affari del 2006 ha raggiunto i 10.949 milioni di euro, in crescita del 5,7% rispetto a quello del 2005.

Ottimi risultati per Alphagaz Auto IV, la nuova gamma di gas puri targata Air Liquide
11/07/2007 La nuova gamma, che comprende azoto, aria, ossigeno e la miscela al 40% H2/He, copre tutte le esigenze dei clienti automotive relative ai gas puri e alle miscele utilizzati per il funzionamento delle apparecchiature di analisi delle emissioni.

Alphagaz Auto IV nasce dall’esigenza di rispondere in modo sempre più efficace alla normativa vigente relativa alle emissioni dei veicoli a motore. Le norme, infatti, richiedono a costruttori e fornitori lo sviluppo di tecnologie in grado di diminuire sensibilmente le emissioni, prolungare le garanzie sulle apparecchiature di controllo dell’inquinamento e procedere a ispezioni frequenti sugli scarichi e la sicurezza dei veicoli. La riduzione delle concentrazioni inquinanti presenti nelle emissioni richiede tecniche di analisi sempre più sofisticate e gas e miscele di elevata qualità. La gamma Alphagaz Auto IV, nata dallo studio condotto presso il centro di ricerca Air Liquide Centre Recherches Claude Delorme, è in grado di migliorare la precisione degli strumenti di analisi delle emissioni mediamente del 7%, facilitando la rilevazione degli inquinanti, per quanto sempre minori, prodotti dalle emissioni dei veicoli.