Nel 2005 continuano a crescere le coltivazioni di piante geneticamente modificate nel mondo

Pubblicato il 19 gennaio 2006

Nei primi dieci anni di commercializzazione la richiesta di piante geneticamente modificate da parte degli agricoltori ha portato ogni anno a una crescita a doppia cifra delle aree coltivate con queste coltivazioni. Nel 2005 quattro nuove nazioni e 250.000 nuovi agricoltori hanno coltivato piante geneticamente modificate, facendo registrare un incremento dell’11% delle superfici mondiali coltivate con queste piante. Questo il quadro presentato da Clive James, presidente e fondatore dell’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (ISAAA – Servizio Internazionale Per l’Acquisizione delle Applicazioni Agrobiotecnologiche). A dieci anni dalla loro introduzione sul mercato la superficie totale coltivata con piante geneticamente modificate è aumentata di oltre 50 volte, passando da 1,7 milioni di ettari in sei nazioni del 1996 ai 90 milioni di ettari in 21 nazioni del 2005.

Gli 8,5 milioni di agricoltori che nel 2005 hanno coltivato piante geneticamente modificate hanno raggiunto inoltre un altro importante traguardo: il miliardesimo acro cumulativo, equivalente a 400 milioni di ettari, coltivato con piante geneticamente modificate dal 1996 a oggi (valore che si riferisce alla somma delle superfici coltivate ogni anno con piante gm dal 1996 al 2005).

La soia tollerante i diserbanti, che ricopre il 60% della superficie totale coltivata con piante gm, continua a essere la varietà più diffusa. Le varietà con caratteristiche multiple (stacked traits), in forte crescita, sono arrivate a ricoprire il 10% della superficie complessivamente coltivata.

Inoltre, nel 2005 l’Iran ha avviato la coltivazione commerciale di riso geneticamente modificato, il primo Paese al mondo e, per la prima volta, la Repubblica Ceca ha coltivato mais Bt. Sale così a cinque il numero dei Paesi membri della Ue che hanno aperto alle coltivazioni geneticamente modificate. A Spagna, Germania, Repubblica Ceca nel 2005 si sono aggiunte Francia e Portogallo, che hanno ripreso la coltivazione di mais geneticamente modificato rispettivamente dopo una pausa di quattro e cinque anni.

Nel 2005 i Paesi con una superficie coltivata con piante geneticamente modificate maggiore o uguale a 50.000 ettari sono stati 14 su 21, vale a dire i due terzi del totale. Questi paesi sono gli Stati Uniti d’America, l’Argentina, il Brasile, il Canada, la Cina, il Paraguay, l’India, il Sudafrica, l’Uruguay, l’Australia, il Messico, la Romania, le Filippine e la Spagna.

Nel 2005 il Brasile ha segnato la crescita più elevata, raggiungendo i 9,4 milioni di ettari coltivati con soia gm, che equivale a un incremento dell’88% rispetto al 2004. L’India ha invece registrato, in proporzione, il tasso di crescita più elevato. In questo paese la superficie coltivata con cotone Bt è quasi triplicata, passando dai 500.000 ettari del 2004 a 1,3 milioni di ettari del 2005.

Secondo il rapporto dell’ISAAA, altri indicatori di crescita sono la probabile commercializzazione del riso biotech in Cina nel breve termine, la produzione di alimenti e mangimi con caratteristiche nutritive migliorate, l’introduzione di nuove coltivazioni per la produzione di biocarburanti con un minore impatto ambientale ed economicamente più vantaggiosi. L’ISAAA stima che il valore globale del mercato delle coltivazioni geneticamente modificate crescerà dai 5,25 miliardi di dollari del 2005 ai 5,5 miliardi di dollari del 2006.