Mixcycling realizza una bioplastica profumata ai fiori

Pubblicato il 11 novembre 2021
mixcycling bioplastica fiori

Bioplastica al profumo di fiori. Nascono dalla lavorazione di camomilla e lavanda i nuovi blend ideati da Mixcycling, spin-off dell’azienda vicentina di tappi Labrenta nata a febbraio 2020 da un’intuizione di Gianni Tagliapietra e Amerigo Tagliapietra, che attraverso brevetti specializzati, punta a nobilitare gli scarti di fibre organiche provenienti da lavorazioni industriali per creare materiali ecologici alternativi alla plastica.

La camomilla, scarto di produzione della bevanda, e la lavanda, residuo di distillazione dell’olio essenziale, entrambi prodotti in Italia, diventano ingredienti del packaging in grado di offrire un effetto estetico naturale, piacevole alla vista e al tatto, e una profumazione caratteristica rilasciata dalle fibre. Il materiale ottenuto, da una produzione circolare virtuosa, offre una resa sensoriale che valorizza la confezione, invogliando il consumatore al suo riutilizzo, una volta terminato il prodotto all’interno.

“Mixcycling è sempre alla ricerca di nuove fibre con cui realizzare biocompositi dall’alto valore aggiunto. Tutti i nostri blend si distinguono per l’aspetto estetico unico e naturale; il Sughera, nostro cavallo di battaglia, ha anche un particolare effetto soft touch – il commento di Gianni Tagliapietra co-fondatore di Mixcycling – Dopo aver realizzato materiali piacevoli alla vista e al tatto, perché non crearne anche di gradevoli all’olfatto? I nuovi blend a base di fiori mantengono l’aspetto unicamente naturale di Mixcycling e vi aggiungono il profumo delle fibre che li compongono”.

Il processo di lavorazione degli scarti prevede cinque fasi: selezione delle fibre vegetali; macinazione delle fibre attraverso un molino e produzione di polveri/granine a diversa granulometria; sanificazione e attivazione delle fibre mediante trattamento brevettato NTP Technology (Non-Thermal Plasma Technology), che permette di sanificare la fibra vegetale da agenti microbici e aumentare l’adesione tra fibra e polimero “carrier”; le fibre vengono infine miscelate a un polimero termoplastico convenzionale, riciclato, biobased o biodegradabile.

Dopo una prima campagna di crowdfunding, conclusa a settembre dello scorso anno con una raccolta di oltre 700 mila euro, quintuplicata rispetto all’obiettivo iniziale, l’azienda ha in programma per dicembre un nuovo round sulla piattaforma CrowdFundMe per finanziare opere strutturali e l’attività di R&D.



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