Mita Biorulli propone impianti compatti biocombi con tecnologia di filtrazione Mecana

Pubblicato il 19 giugno 2009

Nelle aree in cui, per ragioni economiche o per particolari situazioni geografiche, non è possibile effettuare il collettamento degli scarichi ad un impianto di depurazione consortile, si impone la realizzazione di piccoli impianti per il trattamento delle acque reflue. Per la depurazione biologica degli effluenti, provenienti da insediamenti civili di dimensioni medio – piccole, il processo a biomassa adesa rappresenta una valida alternativa al processo a fanghi attivi. Gli indubbi vantaggi che il sistema a biodischi garantisce sono particolarmente apprezzati durante la gestione: minimi consumi di energia, manutenzione limitata a pochi semplici interventi, ridotte dimensioni, rendimento costante con carichi variabili e, non meno importante, assenza di esalazioni sgradevoli.

Al crescere delle dimensioni di un impianto si rendono necessarie più fasi di trattamento che assicurino la qualità delle acque reflue in uscita. Un ciclo di processo ideale per impianti medio-piccoli è costituito da grigliatura, decantazione primaria con camera di digestione dei fanghi (vasca Imhoff), depurazione biologica con biodischi e separazione dei fanghi secondari con filtro a tela. Negli impianti compatti biocombi con tecnologia di filtrazione Mecana, proposti da Mita Biorulli, il trattamento biologico avviene tramite un rullo parzialmente immerso su cui si forma la biomassa dovuta alla crescita dei microrganismi, che si nutrono delle sostanze colloidali e disciolte, presenti nelle acque reflue. La flora batterica lavora aerobicamente captando spontaneamente l’ossigeno (necessario per vivere e svilupparsi) direttamente dall’aria nella fase di emersione. Pertanto il sistema si autoregola emergendo e reimmergendosi continuamente nel liquame da depurare. Il processo è costituito da una fase di formazione del letto batterico, seguita dalla crescita e infine dal distacco della biomassa in eccesso sotto forma di fango di spoglio. È quindi necessario prevedere, a valle, una fase di separazione del fango dall’acqua depurata. In questi impianti non sono necessarie vasche di sedimentazione finale; al loro posto è previsto un filtro a tela, costituito da un tamburo orizzontale in lamiera forata ricoperto da una speciale tela filtrante e corredato di adeguato sistema per l’asportazione del fango separato. Controlli effettuati da organismi preposti per la tutela dell’ambiente hanno confermato che, nelle acque provenienti da impianti provvisti di filtro a tela tipo Mecana, sono presenti valori di solidi sospesi notevolmente inferiori rispetto ad acque provenienti da vasche di sedimentazione secondaria convenzionali.
La manutenzione, notevolmente ridotta rispetto agli impianti di tipo tradizionale, ha costi conseguentemente più bassi: può essere eseguita da personale non specializzato in quanto gli impianti Mita Biorulli della serie Biocombi richiedono un’ispezione visiva periodica ed una più accurata verifica ogni 4-6 mesi circa.
La fase di depurazione biologica avviene con un biodisco, realizzato con dischi paralleli in polipropilene, montati su un asse centrale. Il loro diametro varia da 2 m a 2,40 m, secondo la grandezza dell’impianto; i dischi sono immersi per il 40% della propria superficie nelle acque da depurare e rappresentano un supporto ideale per la flora batterica, che si forma e cresce nel giro di pochi giorni. Il filtro a tela è una tecnologia esclusiva della Mecana Umwelttechnik e sostituisce il bacino di sedimentazione secondaria; assicura inoltre un’elevata qualità dell’effluente anche in caso di carico variabile, sia idraulico sia in termini di solidi sospesi. Il criterio di dimensionamento varia in funzione delle portate e del carico di fango da separare.
L’acqua depurata biologicamente può raggiungere lo scarico solo passando attraverso la tela filtrante; la superficie di questa si ricopre man mano di uno strato di fango tale da causare l’aumento delle perdite di carico. Un sensore di livello mette quindi in funzione una pompa che, tramite un gruppo aspirante disposto a contatto del tamburo, preleva dall’interno l’acqua necessaria per la pulizia della tela stessa. Il fango asportato con l’acqua viene rilanciato alla vasca di decantazione primaria, se esistente, o ad altra destinazione. La tela del filtro viene confezionata utilizzando un tessuto sintetico a fibra libera (“Polstoff”), composto da innumerevoli piccole fibre sovrapposte che danno un risultato paragonabile ad un filtro multistrato.



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